Scavatrici lesionano caserma di Franco Carrassi

Scavatrici lesionano caserma Portovenere - Per costruire un albergo Scavatrici lesionano caserma Evacuati anche il municipio e 21 famiglie Portovenere, 11 settembre. 1 Ventun famiglie ed i carabinieri della locale stazione hanno dovuto abbandonare in tutta fretta l'ala dell'antico convento seicentesco (do ve abitavano) sede del comune di Portovenere. L'ordine di sgombero è stato immediato. Lo ha disposto, per motivi di sicurezza, il sindaco professor Mario Lotti. Cosi la «forza pubblica» ha fatto sloggiare dai loro alloggi una cinquantina di persone che non hanno avuto neanche il tempo di raccogliere effetti personali. Il provvedimento è stato adottato in quanto nei muri di sostegno del vetusto palazzo si erano formate delle paurose crepe e c'era il timore che tutto potesse crollare da un momento all'altro. I carabinieri piantonano gli ingressi dell'edificio e nessuno può passare. Le famiglie sono state «sistemate» nella scuola elementare provvisoriamente adattata nella notte di sabato dagli uomini della marina militare affinché fosse possibile ospitare alla meno peggio queste persone. Si tratta pertanto di una sistemazione provvisoria per le famiglie di Mina Fabi, Giuseppe Carpena, Pietro Massa, Linda Sturlese, Maria Cozzo, Virginio Toselli, Eligio Reboa, Mario Carpena, Attilio Basso, Remo Filippi, del segretario comunale Benito Cozzani, dei carabinieri e degli altri che abitavano nell'edificio. Da quello che si è potuto apprendere, le crepe ai muri dell'edificio sarebbero state causate dalle escavazioni che vengono portate avanti per realizzare un faraonico complesso turistico. Infatti, dopo tante polemiche e l'interessamento della magistratura, l'anno scorso il convento venne demolito in buona parte: doveva rimanere in piedi soltanto l'ala di fronte al paese perché vincolata dalle leggi della Sovrintendenza alle Selle Arti. La società costruttrice, in cambio di quell'invidiabile «pezzo» di terreno, deve costruire, oltre alla nuova sede del palazzo comunale ed altri servizi sociali, anche le case per le famiglie ospitate negli appartamenti ricavati nell'antico caseggiato. L'operazione è stata portata avanti da una giunta di sinistra con la società Degoli e Ferretti di Reggio Emilia. «ikfa che appartamenti — reagiscono le persone appena sloggiate — quelle sono scatole. Siamo stati in lista d'attesa per trent'anni e poi finiamo in un buco. E' una cosa vergognosa. Queste non sono case per lavoratori ma sono topaie». La gente è esasperata e si riesce a malapena ad annotare le loro parole. «Sono tutti degli incompetenti — dice Armando Carpena — è una vita che stanno scavando con martelli pneumatici ed escavatrici sempre più in profondità. Era prevedibile che l'ala rimasta ancora in piedi, non avendo piìi sostegni, poteva cadere da un momento all'altro». Vietato l'accesso quindi anche per gli uffici del palazzo comunale. Franco Carrassi

Luoghi citati: Portovenere, Reggio Emilia