Mai di domenica di Emio Donaggio

Mai di domenica Ieri prima chiusura delle tabaccherie Mai di domenica Mai la domenica. Lo diceva Melina Mercouri in un celebre film, e si riferiva a quella deliziosa faccenda che avviene come minimo a coppie che sentono una reciproca altrazione. Ma non era un gran male, perché moltissimi popoli, segnatamente gli inglesi, hanno l'abitudine di farlo il sabato per via del fatto che la domenica possono dormire di più. Adesso però con la santificazione della domenica si esagera e la chiusura delle tabaccherie segna il primato del tartassamento dei fumatori sugli automobilisti. Questi almeno qualche distributore aperto lo trovano e possono comunque fare rifornimento con le pompe automatiche. Ai fumatori restano solo la stazione, l'ippodromo quando si corre (allo stadio, il tabaccaio non c'è) e quei rarissimi bar con annessa privativa che, non essendo ubicati come la maggior parte di essi presso ospedali o grandi centri d'affari e commerciali, non riposano com'è logico con i clienti, appunto la domenica. Fumare è un vizio nobilissimo, non è una necessità come acquistare il tesserino del tram e non è voluttuario come spedire una lettera. Pensabile quindi che pochissimi si lamenteranno del fatto che dovranno pagarsi la prima corsa del lunedì per essersi trovati nell'impossibilità di acquistare il tesserino. E solo i grafomani protesteranno per la mancanza di francobolli che li costringerà a tenersi una busta che comunque prima del lunedì, salvo buche speciali, non verrebbe ritirata. Ma i fumatori? Vogliamo davvero incrementare il loro vizio induccndoli a comprarsi stecche di ormai preziosissimo tabacco fin dal venerdì? La maggior parte di essi, stando alle statistiche, è già morta da dieci anni. Tutto quello che sta vivendo, è in più: perché i tabaccai devono fare sberleffi sulla loro tomba? Ogni volta che si decide di aumentare qualcosa, toc¬ ca subito alle sigarette, prima della benzina, segno che rende, ma appena si può appiccicare un cartello « vietato fumare », è la gioia più sfrenata. Evidentemente i non fumatori godono di protezioni altissime, tant'è che approfittano anche dell'Ecclesiastico, dove nelle regole di temperanza, si ammette quasi tutto, dalla faccenda del sabato al mangiare ed al bere più sfrenati, ma non si fa cenno al fumo che sarebbe un abominevole vizio inventato molto tempo dopo la stesura. Ma intanto la repressione non conosce limiti e non un solo proprietario di cinema ha installato un condizionatore che permetta ai fumatori di godersi lo spettacolo. Le caramelle con i coloranti, quelle sì, ve le danno sempre di resto. Perché non usano tabacco da masticare o da fiuto? Il fumatore è ormai vilipeso e umiliato nella realtà, mentre è lusingato e blandito ben oltre il codice nella fantasia. Quello di ieri, rimasto a casa e punito nel suo vizio più semplice, ha visto la televisione trasformarsi in una meravigliosa vetrina di tabaccheria. Dall'autodromo di Monza, ha visto vincere non già Andretti, ma le John Playcrs Special, quelle bionde della scatola nera e tonda che si portano in regalo da una crociera o un viaggio aereo. Ha visto macchiarsi d'olio le americane pure Chesterfield di Luger e andare in testa-coda intere stecche di Marlboro incautamente affidate a Hunt, Mass, Giacomelli, uscire di strada le eleganti Rothmans di Jody Scheckter, un'ammucchiata con le altre Players di Nillson, la Gitanes di Lafitte e i deliziosi cigarillos di Patresc giunti però terzi con Jones. Mancava l'auto della Durex, ma chi dimentica i profilattici non ha problemi, perché ci sono i distributori automatici, mentre quelli delle sigarette non funzionano più e se non sono già fuorilegge, ci finiranno presto. Emio Donaggio

Persone citate: Andretti, Giacomelli, Hunt, Jody Scheckter, Jones, Lafitte, Mass, Melina Mercouri, Nillson

Luoghi citati: Monza