Le macchine «intelligenti»

Le macchine «intelligenti» Il computer del futuro Le macchine «intelligenti» II continuo progresso dei calcolatori elettronici ha messo l'informatica in primo piano per lo sviluppo economico dei Paesi In uno studio sui problemi dello sviluppo europeo, pubblicato la scorsa estate, la Cee ha dichiarato doversi considerare l'informàtica una attività «di base» alla stessa maniera della siderurgia, in quanto è in grado di condizionare tutti i compartì industriali: in altri termini l'informàtica, e cioè la raccolta e il trattamento delle informazioni, resi passibili di incremento e di accelerazione dalla moderna tecnica dei calcolatori elettronici, offre la materia prima e quasi il supporto infrastrutturale per ogni operazione produttiva. Nessun altro fatto, del resto, potrebbe spiegare come in meno di trent'anni, quanti ne sono trascorsi dalla nascita del primo computer, siano stati conseguiti nel settore tanti e tanto decisivi progressi. Se la costruzione delle auto fosse progredita rapidamente come quella degli elaboratori elettronici, oggi sarebbe in grado di produrre autovetture private del costo di un dollaro, capaci di viaggiare alla velocità del suono e autoguidantisi. Si calcola che alla fine dello scorso anno esistesse nel mondo intero un parco di elaboratori elettronici di grande e media potenza del valore di 80 mila miliardi di lire, dei quali poco meno della metà negli Stati Uniti. E l'incremento medio annuale è valutabile in almeno il 15 per cento, il che significa un raddoppio ogni cinque anni. Quanto alla perfezione e alla affidabilità degli apparecchi si è passati dall'elaboratore a valvole termoioniche grosso quanto una stanza e dall'enorme dispendio di energia al computer a transistor grosso come un armadio agli attuali elaboratori non più voluminosi di una radio con decine di migliaia di circuiti in una placca millimetrica. La sicurezza e la capacità della macchina di correggere i propri errori sono cresciute di pari passo. Il cosiddetto hardware (ovvero la parte meccanica del computer) incide ormai per una minima parte dei costi. Sempre più complesso si fa invece il software, cioè la parte concernente i programmi prefissati in base ai quali richiedere all'elaboratore i servizi più disparati. Un'intera biblioteca, con le attuali memorie, starebbe in un cassetto. Si tende inoltre, con le tendenze più moderne, ad una sempre maggiore specializzazione degli impieghi del computer e ad una sempre maggiore distribuzione dei terminali operativi, o «intelligenti», richiedendo allo stesso tempo all'impiegato conoscenze specifiche sempre più limitate. E' lecito prevedere, per la metà degli Anni Ottanta, elaboratori elettronici tanto sofisticati e distribuiti da trasformare in misura rivoluzionaria il lavoro d'ufficio delle grandi aziende, creando nel contempo nuovi compiti e nuove possibilità applicative ancora in embrione o per ora del tutto impensabili: dall'ausilio per la pratica ospedaliera all'elaborazione di analisi e diagnosi all'impiego «casalingo» per il controllo di strumenti elettrodomestici, acquisti ecc. alle comunicazioni, ai giornali video-stampati, all'insegnamento. In Francia, tanto per fare un esempio, è in corso una sperimentazione dell'insegnamento mediante piccoli computer in un certo numero di scuole secondarie; si dispone già di una biblioteca di 600 corsi attinenti alle principali discipline (dalla fisica alla storia, dalla biologia alla geografia) disponibili a tutti gli insegnanti e ai quali gli studenti ricorrono come ad un maestro al quale sottoporre i propri lavori: l'elaboratore indica e simula i passi concreti da compiersi dall'allievo in ogni stadio della propria attività di apprendimento Non è ancora tecnicamente realizzabile, almeno sul piano non puramente sperimentale, l'elaboratore in grado di «colloquiare» con l'uomo, di ubbidire ad un comando dato a voce e di rispondere parlando a sua volta. Nel convegno tenutosi ieri a Saint-Vincent per iniziativa dell'Unione dei giornalisti scientifici italiani in collaborazione con la Honeywell Information System Italia si è discusso dquesti problemi. Su una costtutti si sono trovati d'accordonel riconoscere l'enorme potenzialità del campo di lavoro che si offre in queste tecniche, soprattutto per un Paese come l'Italia che deve vivere sui prodotti del suo ingegno e del suo lavoro e non può avvalersi di materie prime di cui si trova carente. E ciò significa anche la necessità di informare l'opinione pubblica e premere sui pubblici poteri perché non si trascurino quelle chances internazionali che una volta lasciate cadere non si offrono più. Non si tratta, è chiaro, dpensare anche da noi ad unspecie di Pian Calcul come hfatto la Francia (del resto coesito non del tutto confortantema non bisogna perdere il passcon gli altri Paesi. Disponiamormai di capacità (know-how maestranze) tali da reggere confronto con tutte le altre nazioni industrializzate. Per noparlare della Olivetti, che ha omai raggiunto una posizione dassoluto primissimo piano iparticolare nel difficile compatclghpaflptld to dei terminali intelligenti, ricordiamo che la Honeywell italiana (capitale straniero ma progetti, tecnici e operai italiani) ha triplicato dal 75 al '77 le proprie esportazioni sul mercato americano, il più arduo e qualificato del mondo, e destina all'esportazione la metà della propria produzione. E spende il sette per cento del fatturato in attività di ricerca. Resta il fatto che, quanto all'appoggio concreto dei poteri pubblici in Italia allo sviluppo dell'informàtica siamo molto indietro; a parte l'opera svolta — per altro in misura limitata e con scarsa coordinazione — dalle amministrazioni statali e locali per modernizzare e snellire con i calcolatori elettronici propri servizi. Non si dimentichi che la Germania occidentale, la nazione leader dell'Europa in campo industriale, ha investito dal 1967 ad oggi quasi 1500 miliardi di lire per il settore «informàtica». E il Giappone, dall'altra parte del globo, è sugli stessi livelli. Umberto Oddone

Persone citate: Umberto Oddone

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Giappone, Italia, Pian Calcul, Saint-vincent, Stati Uniti