Con Goldoni e Vittorio Al fieri cominciò la storia del teatro di Angelo Dragone

Con Goldoni e Vittorio Al fieri cominciò la storia del teatro Con Goldoni e Vittorio Al fieri cominciò la storia del teatro La storia del Teatro Cari . gnano ha un antefatto. Il 16 ottobre 1703, Emanuele Fili-1 berto di Savoia-Carignano ac-1 quistò per 18.200 lire, dai fratelli Ignazio e Carlo Berlenda, il «trincotto rosso». Il locale, usato per il gioco della palla e, all'occorrenza, per spettacoli popolari, sorgeva in contrada S. Pietro, di fronte al maestoso palazzo costruito dal Guarini tra il 1679 e 1*84; dopo esser stato dotato di 56 logge (1711), ed aver ospitato, tra l'altro, nel 1752, alcune opere del Goldoni, presenta l'autore, «minacciando I rovina» in quello stesso anno il «trincotto» fu demolito e sostituito dal nuovo teatro del principe di Carignano la cui prima pietra venne posta il 13 luglio 1752 L'edificio, realizzato su disegni di Benedetto Alfieri, architetto di S. M., venne ultimato rapidamente, così da esser aperto al pubblico dalia Pasqua del 1753 e sottoposto a collaudo definitivo il 7 luglio da parte di Carlo Emanuele Rocca e Benedetto Feroggio. In forme ridotte, l'Alfieri vi aveva preso a modello il Teatro Regio sicché anche questa volta si chiese il sipario a Bernardino Galliari che nella sua Caduta di Fetonte volle quasi gareggiare con la sciolta inventiva del Crosato. Alla facciata provvide invece Giovanni Battista Borra che del Vittone e dell'Alfieri era stato buon collaboratore. Inaugurato con La calamita dei cuori del Goldoni, con musiche di Baldassarre GaIuppi, il nuovo teatro ospitò nel giugno del 1775 Antonio e Cleopatra di Vittorio Alfieri, ma il 16 febbraio 1786 l'edificio fu completamente distrutto da un incendio. La ricostruzione, progettata e diretta da Giovanni Battista Feroggio, già apprezzato aiuto del Vittone, vi mantenne all'interno lo schema distributivo dell'Alfieri, mentre salivano a 88 i palchi, divisi in cinque ordini. All'esterno la facciata armoniosamente composta, fra i due corpi laterali leggermente avanzati, era caratterizzata da alternanze di finestre e balconi a pilastrini, di timpani triangolari e ad arco, mentre le alte lesene collegavano i due ordini di aperture, sotto l'aggetto del largo cornicione. I dispositivi scenici realizzati dall'ing. Francesco Feroggio, figlio di Giovanni Battista, consentivano tra l'altro, sull'esempio di quanto si era già fatto a Monza, l'abbassamento del palcoscenico al livello della platea. Le decorazioni ad intaglio e le sculture erano del Gianotti e del Cerniti; gli interventi pittorici dei Pozzo; mentre toccò ancora al Galliari, ottantenne, di dipingere il sipario e il soffitto della platea con un Giudizio di Paride per i quali il 29 gennaio 1787 ebbe 1500 lire. Inaugurato in settembre con L'impostore punito del Guglielmi, vi furono date in seguito opere del Cimarosa e del Paisiello, tra altre in prosa e spettacoli equestri. La fisionomia del Carignano, con la sua sala a ferro di cavallo, i cinque ordini di palchi e quel suo tono di sobria eleganza, doveva conservarsi qual era, nonostante i successivi interventi anche dopo l'occupazione francese e la Restaurazione. Col trasferimento della capitale a Firenze, nel 1865, il Carignano venne I offerto al Comune a titolo di | indennizzo. L'anno successivo i vecchi ambienti furono ac- curatamente restaurati, nelle dorature come nel soffitto. ddmnumtlccctfa à l Più tardi, nell'85, fu l'ing. Carrera a progettare la sostituzione di parte dei palchi con gallerie, sia per un più razionale impiego dello spazio sia per rendere più democratico l'ambiente per tradizione già meno impegnativo di quello del Teatro Regio. Dopo alcune migliorie cui il teatro fu sottoposto nel 1912, il «Carignano» venne coinvolto dalla radicale trasformazione del centro urbano sull'asse della nuova via Roma. Acquistato dal Comune fra il 1932 e il '33 venne ancora re- staurato dall'ing. Enrico Bo- nicelli cui si devono la sosti- tuzione del palco in legno con un altro in cemento, la scom- parsa del loggione e le due nuove scale che dovevano fa-vorire il movimento degli spettatori. Venne riaperto il 28 ottobre 1935, ma l'incendio del Teatro Regio consigliò poco dopo un suo nuovo radicale rifacimento che portò non soltanto alla ricostruzione dell'intero ambiente in cemento armato e al successivo ripristino delle originali strutture decorative, ma all'aumento dei posti da 800 "ì 1200, con i quali è giunto a noi. Angelo Dragone

Luoghi citati: Carignano, Firenze, Monza