Le antiche battaglie e un trio infernale di Ugo Buzzolan

Le antiche battaglie e un trio infernale LA TV di Ugo Buzzolan Le antiche battaglie e un trio infernale Eccoci arrivati all'epico scontro di Quebec. Ieri sera per Le grandi battaglie del passato è andata in onda una lezione illustrata sullo scontro di Quebec avvenuto nel settembre 1759 e che decise del possesso del Canada. Abbiamo appreso che gli inglesi erano comandati dal generale Wolfe il quale disse ai suoi uomini: • Vi ho piazzati qui, su questa scarpata, con il nemico davanti e il profondo fiume San Lorenzo alle spalle... Qualsiasi possibilità di ritirata vi è preclusa. Dovete vincere o morirei ». Bella prospettiva. Comunque abbiamo anche appreso che il generale francese Montcalm aveva una fretta indiavolata e che attaccò spensieratamente senza attendere i rinforzi. La grande battaglia fu poi una scaramuccia di pochi minuti. Tante tattiche, tante astuzie, tanti schieramenti, e poi, dopo qualche sparacchiata francese, ci fu la scarica compatta britannica che decimò l'esercito nemico e lo mise in fuga. Tutto finito: la città di Quebec cadde, e cadde la città di Montreal, e II Canada passò alla corona Inglese. Nella sua dimensione, ripetiamo, di lezione illustrata, la trasmissione era ineccepibile: minuziose ricognizioni sui luoghi, oggi, della battaglia; piantine; ricostruzioni con manipoli di comparse perfettamente vestite come soldatini da collezione, e con fucili e cannoni d'epoca; stampe, documenti, quadri (oleografici dipinti di pretto stile larmoyant In cui i due generali, colpiti a morte, spirano in alta uniforme tra le braccia dei collaboratori desolati); e l'assistenza di uno stuolo di esperti di livello universitario. E' un programma pensato e realizzato con serietà. Ma ci chiediamo, come ci chiedevamo all'inizio del ciclo, presentandolo: il pubblico italiano può appassionarsi ad un programma che offre di continuo rievocazioni di battaglie che non riguardano minimamente l'Italia? E si — lo dicevamo allora e lo ripetiamo oggi — che nei secoli il bel suolo italico è stato percorso In lungo e in largo da eserciti che si sono affrontati sui nostri campi e sotto le mura delle nostre città, tutto razziando e distruggendo... Sulla rete 2 confermiamo la validità e l'impegno della rubrica Si dice donna, e registriamo il quarto appuntamento con La mossa del cavallo, sei storie televisive di Enrico Roda. Perché • storie televisive >? Tecnicamente di televisivo c'è poco o niente in quanto, se mai, ricordano l'atto unico teatrale di ormai lontana memoria. Ma sono televisive perché puntano su una vicenda Intima, privata, di Interni, con due o tre personaggi che si esprimono principalmente attraverso primi piani e attraverso quello che possiamo definire II > movimento del dialogo ». Sono giochi di abilità e di tensione in cui Roda è piuttosto bravo. Ieri però non siamo stati d'accordo con la sua storia: il duello a tre fra una matura ma appetitosa vedova, il suo ignobile amante e la sua corrotta nipote (amante dell'amante) è andato avanti bene sin verso la fine. Poi c'è stata quella soluzione catastrofica, tragicissima, sanguinosa della zia che spara e ammazza la nipote: una soluzione che faceva a pugni con il - gioco ■ verbale elegante e sottile che dovrebbe essere l'essenza de La mossa del cavallo. Corretta l'Interpretazione. Ha fatto spicco la bella Marina Berti per la quale, veramente. Il tempo sembra essersi fermato.

Persone citate: Enrico Roda, Marina Berti, Montcalm, Roda, Wolfe

Luoghi citati: Canada, Italia, Montreal