Attentatori: non erano di Torino ma contavano su complici in città

Attentatori: non erano di Torino ma contavano su complici in città Le indagini sugli episodi di violenza Attentatori: non erano di Torino ma contavano su complici in città In corso una quindicina di perquisizioni - Fatto l'identikit del secondo killer del giornalista • Per l'attentato a « La Stampa » usata dinamite Migliorano le condizioni del giornalista dell'Unità Nino Ferrerò. Ieri mattina i medici del Maurlziano hanno sciolto la prognosi, per la guarigione completa occorrerà però parecchio tempo: almeno tre mesi. I criminali di «Azione Rivoluzionaria» hanno esploso nelle gambe dello sfortunato Ferrerò sei o sette proiettili, due si sono conficcati nelle ossa, saranno estratti nel prossimi giorni. Il cerchio della giustizia si sta stringendo attorno al terroristi, gli uomini dell'ufficio politico della questura sono abbastanza ottimisti, «fi magistrato ha autorizzato quindici perquisizioni — affermano — speriamo che la "battuta" dia qualche buon risultato. Probabile che gli attentatori a La Stampa e al giornalista provengano da fuori Torino, che in città si siano fermati solo lo stretto necessario per tendere l'agguato». Quasi certo che non conoscessero neppure il loro ber- saglio. «In città sicuramente ave- vano dei complici». «Hanno infat- li — osservano gli inquirenti — perso secondi preziosi per accer- tarsi di essere di fronte alla vitti-ma designata: malgrado net presst ci fosse un gruppo di persone si sono attardati a chiedere al gior- notista "Ma lei è proprio Nino Ferrerò? " dando occasione al re- dattore di guardarli bene in viso». Nella telefonata all'Ansa i criminali hanno commesso un errore, parlando di via «Rosso di S. Secondo» invece di via S. Secondo. «Una confusione comprensibile per chi non è di Torino. In città I non esiste nessuna via con quel nome — nota la polizia —. DI cer- i to gli sparatori abitano altrove», j Dove? «Forse a Milano». Analogo j discorso si fa per quelli che han no messo le bombe a La Stampa, 1 Sulla base delle Indicazioni del i testimoni e di Ferrerò è stato ab I bozzato anche l'identikit del se \ condo terrorista. Assomiglia mol to a quello del giovane che era stalo visto fuggire il 5 agosto scorso da via Capua dopo la deflagrazione in cui avevano trovato : la morte 1 suoi complici Attilio di Napoli e Rico Plnones. Forse l'aggressione al glornali| sta doveva essere perpetrata già : sabato sera. Al responsabili del] l'ufficio politico, dott. Crlscuolo e i Fiorello, Ferrerò ha ricordato: I «Rincasavo, avevo notato due raj gozzi dal fare strano accanto al mio portone. Ero con amici, la coppia se n'era andata alla cheti \ chella. Lì per lì avevo pensato al| l'eventualità di un attentato, mi | ero ripromesso di avvertire la questura. Ma, l'indomani, a fred- e ] d< non avevo più dato importanza | all'episodio» i o Gli esperti stanno intanto ultimando le analisi per acccertare di quale ordigno si sia servito il cemmando che ha preso di mira Li'. Stampa. «Hanno usato una bomba molto potente — assicurano i tecnici —. Tre o quattro candelotti di dinamite da tre etti circa l'uno racchiusi in un contenitore metallico». Per il rogo all'officina 72 della Fiat invece, pare che sia stata impiegata una bomba al fosforo. Sono nettamente migliorate le condizioni del giornalista dell'Unità Nino Ferrerò

Persone citate: Nino Ferrerò, Rico Plnones

Luoghi citati: Milano, Napoli, Torino