Anonimi sciacalli accrescono la tensione annunciando altri attentati ai lavoratori

Anonimi sciacalli accrescono la tensione annunciando altri attentati ai lavoratori Aumenta la psicosi mentre proseguono le indagini Anonimi sciacalli accrescono la tensione annunciando altri attentati ai lavoratori Telefonate alla Fiate ali'Aspera: «Il caffè delle macchinette è avvelenato» - A La Stampa: «In città succederà quel che non avete mai visto » - La polizia accorre per borsa abbandonata Torino nella morsa della violenza. Gli attentati della notte scorsa al Palasport e all'Interno della Fiat Miraflori hanno scosso l'opinione pubblica, la psicosi della bomba dilaga. Ieri pomeriggio alcuni passanti hanno notato una valigetta scura abbandonata in corso Massimo d'Azeglio, sul contro viale di destra, tra corso Dante e via Monti. Si sono avvicinati sospettosi alla borsa, con paura mista a curiosità l'hanno esaminata per bene concludendo che doveva contenere un ordigno esplosivo. Telefonata d'allarme al « 113 », accorrere di « volanti », « gazzelle », vigili del fuoco, radunarsi a rispettosa distanza dalla misteriosa valigia di una piccola folla, traffico paralizzato sul corso. Un artificiere ha aperto la borsa, conteneva materiale fotografico di scarso valore. Altra fonte di preoccupazione 1 messaggi anonimi firmati da sigle criminali Inedite. Nella prima mattinata una voce maschile priva di inflessioni dialettali ha telefonato alla Fiat: « Qui parla "Ordine rivoluzionario": tutte le macchinette del caffè del vostri stabilimenti di Miraflori sono da adesso mortali. Abbiamo avvelenato le scorte dì caffè, identico servizio abbiamo riservato per la fabbrica "Aspera" di Chieri ». E' stata subito informata la società fornitrice di bevande, i distributori automatici della Fiat e dell'Aspen» sono stati controllati. « Tutto era in regola — dicono gli esperti — d'altra parte ben difficilmente si sarebbe potuto sabotare le macchinette ». Per sicurezza è stato fatto anche un controllo all'acquedotto. Attorno alle 16,30 altro messaggio delirante, questa volta al centralino de « La Stampa ». Una voce d'uomo, dal tono robusto, ha detto: « Abbasso il capitale, I prosegue la lotta contro il capi 1 tallsmo. Stasera net pressi della "Lancia", dei depositi e delle of !icine succederà quello che non è ™" successo ». L'«awertlmento» era registrato, la comunicazione j è stata troncata da un clic Continuano intanto a ritmo serrato le indagini per Identificare gli autori dell'ondata terroristica che da sabato sera si è abbattuta su Torino colpendo 11 nostro giornale, il giornalista dell'Unità Nino Ferrerò, il Palazzetto dello sport e la Fiat. Ufficio politico della questura e carabinieri stan- no controllando decine di persone, sono stati sentiti parecchi testimoni. Un lavoro minuzioso, che dovrebbe già oggi dare qualche frutto. Un paio di persone hanno visto bene in volto 1 criminali che hanno teso l'agguato a Ferrerò. « Siamo sulla pista buona — dicono in questura — presto metteremo le mani almeno su uno del terroristi. Il mistero che avvolge il gruppo eversivo di "Azione rivoluzionaria" durerà ancora poco ». Nessuna novità di rilievo Invece per lo scoppio della notte scorsa a parco Ruffinl e gli incendi alla Fiat. I banditi che hanno preso di mira il Palasport si sono serviti di un ordigno molto potente. La centralina del metano è andata di¬ strutta. Per fortuna, i condotti | >M I i II ■ 11111111 i 11111M It 111111111 i 11 i 1111 111111111 che corrono tutto attorno all'lplanto sportivo erano chiusi. «Diversamente — assicurano gli Inquirenti — sarebbe successo un disastro, sarebbe saltato In aria l'intero complesso». Per piazzare la bomba gli sconosciuti hanno prima dovuto bucare la gabbia metallica che avvolge la centralina. Hanno legato alla griglia un cavo d'acciaio, fissandone l'altra estremità ad una moto. Una brusca accelerata, la griglia ha ceduto, aprendosi in un largo squarcio attraverso il quale gli attentatori hanno raggiunto 11 macchinario da far saltare. «Senza dubbio si sono serviti di una moto — dicono carabinieri e polizia — sul prato ci sono ancora le tracce di un pneumatico da cross: la violenta accelerata ha | i 111 li 11M11 11 II 1111 It II 11111 i I i 111111111111 r 111 fatto un solco nell'erba». Alcuni inquilini delle case che circonda no parco Ruffinl hanno sentito proprio qualche minuto prima della deflagrazione lo soppiettare di un motore. «Il fracasso — hanno detto al dott. Criscuolo, capo dell'ufficio politico — proveniva proprio dal boschetto che nasconde la centralina». Non ancora ricostruito il film del duplice attentato alla Fiat. Gli esperti stanno esaminando 1 frammenti del congegno esplosivo che ha fatto divampare le fiamme nell'officina 72: inoltre si cerca di capire come i terroristi siano riusciti a provocare un rogo nell'abitacolo di una «132» fermi nula linea di montaggio. «I danni — affermano alla Fiat — sono nell'ordine di alcune decine di milioni, sono andate distrutte 60 casse di materiale plastico: cruscotti e rifiniture per i parabrezza». In mattinata, con una telefonata anonima, gli incendi sono stati rivendicati da un fantomatico «Nucleo Torino Miccichè». Miccichè è il giovane ucciso l'inverno di due anni fa alla Falcherà con un colpo di pistola durante una lite per un box per auto. «Lotta Continua» in un lungo comunicato osserva: «Indignati apprendiamo che un presunto "Nucleo Torino Miccichè" avrebbe rivendicato il rogo di stanotte. E' una nuova provocazione che si fa scudo del nome di un compagno stimato da tutti i proletari, di un militante della nostra organizzazione assassinato per il ruolo ricoperto nell'occupazione di case alla Falcherà». La nota di «Lotta Continua» termina: «In città agiscono gruppi manovrati dal servizi segreti e dalle varie polizie di Stato, nelle officine tornano all'opera gli esecutori di un disegno che dal padroni della Fiat è preordinato. Miraflori e II Palasport rivelano che Torino è stata scelta come teatro di una nuova tappa della strategia della provocazione». 111111 i 1111M11 II 11111111 i 11111 11 11 i 11111111111111111M11111 I cassoni con plance e cruscotti incendiati nell'officina 72 della Fiat Mirafiori

Persone citate: Criscuolo, Miccichè, Nino Ferrerò

Luoghi citati: Chieri, Torino