La fortuna del culto Mu

La fortuna del culto Mu Giochi di parole — La fortuna del culto Mu FURIO COLOMBO Il culto di Mu è un culto fortunato. Non perché abbia un seguito particolarmente grande negli Stati Uniti, dove è nato e dove prospera. Ma perché ha saputo stringere legami solidi e fedeli con una base abbastanza grande (due o trecentomila persone, i sacerdoti di Mu non amano pubblicare le cifre) di benestanti devoti che si impegnano per la vita a versare a Mu (cioè al signor Reynold G. Dennis) il dicci per cento del guadagno. La setta di Mu non è disperatamente in cerca di nuovi credenti. Con la base che si è fatta in 40 anni, da quando il dr. Robert Stelle, medico omeopatico senza clienti di Chicago, ha avuto la « rivelazione », il gruppo se la cava benino. Ma se qualcuno desidera entrare nel noviziato — che richiede non meno di due anni di preparazione — deve pagare subito quattrocento dollari, e poi sottoscrivere il solito impegno a vita del dieci per cento. L'insegnamento del dr. Stelle, consegnato a un manoscritto — Il sole sorge — che è tuttora l'unico testo sacro del culto, ha una base geografica piuttosto che mistica. Il mondo, predica Dennis in nome di Stelle, era fisicamente diverso, circa settantottomila anni fa. Dove adesso c'è l'oceano Pacifico, c'era il continente di Mu, un eterno Shangrilà, con valli dolci e salubri che scendevano tutte dal punto centrale, la capitale Hamukalia. La prova? E' facile. L'Australia, la Nuova Zelanda, le Filippine, e tutte le isole che «stanno in mezzo» non sono che la parte emergente, gli altipiani o le punte del grande e felice continente sommerso. I Lemuriani — oltre a questa fede geografica nel continente perduto (la similarità con la leggenda di Atlantide la liquidano in fretta: Atlantide c'era davvero ed è andata sommersa più o meno nel periodo di Mu ma è Mu la capitale, il vero centro del mondo) — nutrono anche quella della reincarnazione, ma in questa versione, che sa di inventario e di grandi magazzini (era il mestiere del signor Dennis, prima di ereditare il pontificato da Stelle): le «vite» sono circa tredici miliardi. Ma i corpi disponibili per portarle in giro sono — come sappiamo — quattro miliardi. Perciò le « vite » continuano a reincarnarsi (Einstein, per esempio, adesso sarà uno sportivo, e Beethoven un impiegato postale, ma naturalmente è previsto anche il fenomeno inverso) fino a quando non saranno stati prodotti tutti i corpi necessari. Dunque i Lemuriani non sono in favore del controllo delle nascite. Ma democraticamente si adattano alla rotazione dei ruoli (e dei corpi) fino a quando tutte le vite potranno essere fisicamente ospitate. Non c'è ragione di vivere male nel rimpianto del continente perduto o nell'attesa che tutte le vite incontrino tutti i corpi. Reynold G. Dennis, con la contabile signora Udvoc e marito, vivono nella Rhu House, una costruzione da fantascienza sulla cima di una montagna sopra San Diego. Il culto di Mu possiede la montagna, la valle e il palazzo da fantascienza. «I visitatori non sono graditi» avverte un cartello all'inizio della strada che entra nel Canyon, come in un film di James Bond. Su in alto arrivano solo gli assegni e la splendida luce della baia di San Diego. Fra la fede e le montagne il dr. Stelle, il signor Dennis e la signora Udvoc hanno stabilito un rapporto diverso da quello evangelico. Ma per loro funziona. Mandate 400 dollari e potrete dividere la loro luce interiore. Non quella nella confortevole residenza sulla montagna.

Persone citate: Beethoven, Einstein, James Bond, Reynold, Robert Stelle

Luoghi citati: Australia, Chicago, Filippine, Mu, Nuova Zelanda, San Diego, Stati Uniti