Rapporto sulla salute
Rapporto sulla salute Ecco come stanno oggi gli italiani Rapporto sulla salute Non mancano i posti letto negli ospedali e nemmeno i sanitari: sono mal distribuiti - Malattie cardiocircolatorie e tumori ai primi posti Roma, 10 settembre, i In Italia esiste un medico ogni 451 abitanti, ma si ri- schia che nel 1985 ce ne sia j uno ogni 215 persone (il che sarebbe un primato mondiale). Non si sa con precisione come si ammalano gli italiani | perché i dati relativi alle ma-1 lattie «Sono soltanto parziali e non sempre del tutto attendibili». I posti letto negli ospedali di ogni tipo superano i 10 per mille abitanti (cifra ottima, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità), ma mentre ce n'è quasi 15 per ogni mille abitanti del Veneto, mille molisani ne hanno a disposizione quattro e mezzo. Ecco alcune fra le principali contraddizioni della situazione sanitaria del Paese quali risultano dal volume «I dati della salute in Italia — Dossier 1976», presentato oggi dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici Come ha detto il presidente della Federazione, Eolo Parodi, la Fnom con questo volume ha cercato di mettere insieme dati che finora erano sparpagliati e poco o nulla conosciuti, in modo da costituire la base per quei provve dimenti, come la riforma sa- nitaria, in fase di studio o di realizzazione, Il libro parte dall'analisi della popolazione italiana ( 56 milioni 14 mila 166 abitanti nel 1975) e rileva, fra l'altro, il notevole aumento dell'«in- dice di vecchiaia» (cioè le persone che hanno superato i 60 anni in confronto a 100 giovani sotto i 15 anni). Questo indice, che era di 30,1 nel 1911, è oggi salito a 72. «Appare superfluo — secondo il testo — mettere in evidenza le logiche, complesse e crescenti esigenze mediche, assistenziali ■e sociali che fatalmente derivano dall'invecchiamento della popolazione in genere e dalla vecchiaia in particolare». Di quali malattie soffrono gli italiani? A questa domanda né il volume, né i suoi autori (lo stesso Parodi e Donato Maggi) sanno rispondere perché le statistiche non permettono di «soddisfare, sia pure parzialmente, l'esigenza di una conoscenza, anche solo indiretta, dello stato di salute della popolazione italiana». Le cifre degli enti mutualistici sono legate ai particolari criteri dell'assistenza che viene erogata, mentre le statistiche ospedaliere non fanno differenza, ad esempio, fra più ricoveri di una stessa persona, non indicano lo stato di salute di una persona che lascia l'ospedale e non precisano, fra i «dimessi» quanti sono «vivi» e quanti sono «morti». Il volume esamina poi anche la situazione ospedaliera: 2103 fra ospedali e cliniche private per un totale di 581 mila 892 posti letto. «In Italia — secondo il volume — è urgente soltanto la necessità di operare in profondità sulle strutture ospedaliere attualmente disponibili» per «di stribuirle meglio, quantitati vamente e qualitativamente, sul territorio nazionale, ristrutturarle secondo le reali esigenze regionali, adeguarle alle più recenti acquisizioni tecnico-scientifiche, favorire la più razionale utilizzazione di tutti gli impianti». A proposito dei medici ( 123 mila 860 nel 1975), il volume ne cita, fra l'altro, la «pessima distribuzione sul territorio nazionale con tutte le conseguenti implicazioni di segno negativo»: si va da un medico ogni 259 abitanti nella provincia di Bologna ad uno ogni 1031 in quella di Oristano. Il continuo aumento degli iscritti alle facoltà di medicina fa prevedere che si raggiungeranno i 200 mila medici nel 1980 ed i 285 mila nel 1985. Perciò «è necessario e corretto stabilire, per l'accesso alle facoltà mediche, almeno un numero programmato», in rapporto alle reali capacità didattiche e alla effettiva richiesta di medici. Infine, le spese per la salute nel 1975 hanno raggiunto i I 7440 miliardi, pari al 6,6 del reddito nazionale lordo. Per le medicine si sono spesi quasi 1690 miliardi, pari a 30 mila 185 lire a persona. Il volume si chiude con un confronto. Nel giro di cinque anni, la spesa di ogni italiano per pane e cereali è passata da 32 mila 230 a 56 mila 807 lire (più 76 per cento) mentre quella per farmaci è salita da 13 mila 340 a 30 mila 185 lire (con un aumento del 125 per cento). (Ansa) I
Persone citate: Donato Maggi, Eolo Parodi, Parodi
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