Il caos di un ufficio pubblico favorì la frode della benzina?

Il caos di un ufficio pubblico favorì la frode della benzina? Sono scomparse centinaia di bollette Il caos di un ufficio pubblico favorì la frode della benzina? Questo il risultato di un'indagine riservata sulla vicenda dei commercianti Volpara e Alecci • Complicità di alcuni dipendenti dell'Utif? Il clamoroso storno di miliardi destinati al fisco e finiti invece nei conti personali di commercianti privi di scrupoli e da mesi sotto inchiesta, è stato possibile grazie alla complicità diretta o indiretta di alcuni dipendenti dell'Utif, cioè dell'ufficio tecnico imposta di fabbricazione che dovrebbe garantire proprio lo Stato? In questo senso va letta una relazione riservata, allegata agli atti dell'Istruttoria che il giudice Griffey sta conducendo sulla vicenda di cui sono protagonisti e accusati il latitante Luigi Volpara ed il socio in affari Aurelio Alecci (scarcerato a gennaio su cauzione di 200 milioni). Luigi Volpara aveva impiantato a Collegno una mezza dozzina di società per il commercio di prodotti petroliferi; che in teoria avrebbero dovuto «lavorare» carburante acquistato a prezzo agevolato ed esentasse. Il carburante però non subiva alcuna trasformazione ed era venduto ai privati a prezzi concorrenziali, ma notevolmente elevati rispetto a quello «base»: la differenza tra l'uno e l'altro ha permesso di lucrare in poco tempo parecchi miliardi. Fin dai primi momenti dell'indagine, scattata nel febbraio '76, gli inquirenti si sono posti alcuni quesiti: com'era possibile eludere 1 controlli delle bollette di carico e scarico? Volpara aveva agito da solo (visto che l'Alecci si è subito rivelato un socio alla mercè del più scaltro Volpara) oppure anche lui era uno strumento manovrato da qualche potente organizzazione? Mentre la prima ipotesi richiede delicati sondaggi anche all'estero e nulla si sa di preciso, sulla seconda sono emersi particolari illuminanti. Si è scoperto infatti che le società del Volpara avrebbero usato bollette di carico e scarico false in ogni loro parte, 1 cosiddetti «libri H-ter 16», che poi sarebbero misteriosamente scomparsi dagli uffici Utif. Secondo il rapporto riservato, di questi «libri» ne mancano ben 140. Dove sono finiti? Il dirigente dell'ufficio formula alcune ipotesi. Potrebbero essere stati «inviati per errore al macero»; oppure trafugati da qualche impiegato o «trafugati dagli stessi dipendenti della Caltor (una delle società del Volpara n.d.r.) imme¬ diatamente dopo la consegna dei pacchi e cioè nell'intervallo che decorre tra la consegna e il trasporto dal quinto piano all'interrato, sede degli archivi». Da chi? Candidamente il funzionario ammette: «In queste operazioni di trasporto, qualche volta per necessità di far fronte alle numerose pressanti richieste e per la conseguente fatica fisica, gli impiegati addetti chiedevano ed ottenevano la collaborazione miimimimiimiiiiii illuminili dei dipendenti delle ditte stesse». Si legge ancora che 1 vari «pacchi» per mancanza di spazio venivano buttati alla rinfusa sul pavimento. C'era insomma in quell'ufficio un caos di cui tutti potevano profittare: dipendenti «infedeli» e furbi emissari del Volpara che di sicuro non rifiutavano di dare una mano a trasportare i «libri H-ter 16» da un piano all'altro. Disfunzione dell'ufficio o convergenza di interessi tra gli nomiI ni delle società fantasma del Volpara e alcuni addetti dell'Utif, hanno reso possibile il colossale «bidone» allo Stato. In questa direzione 11 magistrato sta indagando e tra non molto dovrebbero partire numerose comunicazioni giudiziarie. E poi dovrebbero scattare le manette. I Luigi Volpara, latitante e Aurelio Alecci scarcerato

Persone citate: Alecci, Alecci ? Complicità, Aurelio Alecci, Griffey, Luigi Volpara

Luoghi citati: Collegno