Salvo un ambulante che aveva mangiato quattro micidiali "amanite phalloides,,

Salvo un ambulante che aveva mangiato quattro micidiali "amanite phalloides,, Un successo dell'equipe medica del Nuovo Martini Salvo un ambulante che aveva mangiato quattro micidiali "amanite phalloides,, L'uomo, ricoverato in fin di vita, sottoposto a un'eccezionale terapia: quasi 200 milioni di unità di penicillina - I sanitari: "Non dobbiamo illuderci, quel fungo uccide quasi sempre" Sorride, scherza, il suo buonumore contagia la moglie, il compagno di stanza, gli infermieri: Franco Luzzo, 49 anni, corso Racconci 132, ambulante con bancarella di frutta e verdura nel mercatino davanti a casa, è forse il ricoverato più allegro del Nuovo Martini di via Tofane. Un'allegria ben motivata perché Franco Luzzo è uno del rari sopravvissuti al veleno dell'i» Amanita Phalloldes » Soltanto alcuni giorni fa sembrava destinato ad infoltire la sch!ei a di imprudenti che ogni estate pagano con la vita un peccato di gola per i funghi. L'equipe del Centro di rianimazione, diretta dal prof. Gorgerino, ha però fatto un piccolo capolavoro, strappandolo alla morte. Un successo comunque che non deve alimentare l'ottimismo. La « Amanita » resta sempre un nemico quasi Invincibile, le sue sconfitte di fronte alla scienza si contano sulle dita di una mano. « Oltre 300 persone all'anno sono intossicate da questo micidiale fungo — dicono gli esperti di micologia — quasi nessuno si salva. Quell'ambulante è stato molto fortunato: pub ringraziare l'abilità e la competenza del sanitari, le nuove tecniche di cura perfezionate negli ultimi due anni, la sua forte fibra. Per adesso, però, il suo rimane un caso eccezionale ». La tremenda esperienza del Luzzo comincia martedì sera della scorsa settimana: l'uomo trascorre la giornata nel boschi attorno a Cisterna d'Asti a raccogliere funghi. Rincasa per cena, alla moglie mostra sette grosse cappelle verde marrone. « Friggile, voglio farne una scorpacciata». A nulla valgono 1 dubbi della donna « Ma non saranno mica avvelenati? Hanno un colore stra- no » le sue insistenze, « fascia perdere, buttiamole via ». Luzzo mangia con appetito quattro funghi. Verso le 8 di martedì, il veleno comincia a farsi sentire. L'ambulante si torce per il mal di stomaco, ha conati di vomito e diarree. Nel giro di un'ora urla dal dolore, bava biancastra gli imbianca le labbra. Con una lettiga è portato al Nuovo Martini. I sintomi sono chiari, Intossicazione da fungo. «Non avrà per caso mangiato deW'Amanita?" » chiedono 1 sanitari alla moglie. La descrizione della donna fuga molti dubbi, un palo di ore dopo un parente mostra al medici i resti del raccolto dell'ambulante. L'equipe del Centro di rianimazione ha la certezza di dover combattere contro la « Amanita ». « Purtroppo — spiega il prof. Gorgerino — è arduo fare una diagnosi esatta, essere sicuri che il fungo velenoso sia proprio la micidiale "Amanita". Occorrerebbero apparecchiature molto costose, per avere subito un quadro clinico preciso. In questa stagione, abbiamo già curato altri intossicati, ma in nessun caso si era potuto accertare al cento per cento se avessero o no ingoiato proprio il più tremendo dei funghi ». Franco Luzzo è sottoposto ad un bombardamento di penicillina. « Mezzo milione di unità al giorno per ogni chilo del suo peso — affermano 1 medici — in complesso gli abbiamo somministrato in cinque giorni quasi 200 milioni di antibiotico ». Inoltre gli praticano una serie di prelievi sanguigni e tutti i campioni sono inviati alla banca del sangue delle Molinette. « Il veleno della "Amanita" — dicono al Centro di rianimazione — Vamanitina, si fissa nel plasma, è necessario ricambiare tutto il sangue. L'istituto delle Molinette separa il plasma corrotto dai globuli, poi ci rimanda i campioni purificati che vengono di nuovo trasfusi al paziente ». C'è anche una terza terapia, basata sul principio del rene artificiale, un filtro a carbone assorbe dal sangue le tossine. « E' la tecnica che presenta più inconvenienti — osserva 11 prof. Gorgerino — non sempre si può praticare, in molti casi è troppo pericolosa per il malato. Non è stata usata per il Luzzo ». La battaglia dell'equipe dura fino a domenica, l'ambulante continua a soffrire, delira, poi a poco a poco dà segni di ripresa. Un miglioramento che però non entusiasma 1 dottori. La lotta cotro l'amanitina è nella fase più difficile. « In genere — assicura il prof. Gorgerino — proprio al quarto, quinto giorno, l'azione devastatrice del veleno sul fegato raggiunge il culmine, provocando la morte per coma epatico. Quante volte in passato credevamo di essere a buon punto, quante volte abbiamo sentito il malato garantirci di non avere più dolori e poi, dopo qualche ora, precipitare nell'agonia ». Ma Luzzo supera anche questi momenti, migliora a vista d'occhio; l'altro ieri pomeriggio l'Incubo della morte svanisce, i sanitari sciolgono la prognosi e lo dichiarano guaribile In tre settimane. L'uomo lascia il Centro di rianimazione, è ricoverato nel reparto del prof. Cattaneo, al quinto plano. Mangerà ancora 1 funghi? Tra una battuta e l'altra l'uomo risponde: « Per quest'anno, no: ma chissà, la prossima estate. Difficile farne a meno, sono così buoni ». Ma, almeno, farà controllare dall'ufficio di Igiene, dove 11 servizio è gratis? «Beh, ho sbagliato una volta in trent'anni che vado per "buie", non mi farò più ingannare dai prataioli ». + Ieri, verso le 8, Michele D'Abramo, 42 anni, da Terlizzl (Bari), residente a Nichelino, in via Po 3, percorreva in ciclomotore la strada Castello di Miraflori. All'altezza dell'81, mentre si spostava a sinistra per effettuare un sorpasso, è stato urtato dalla 124 di Antonino Valenti, di 22 anni, da Marsala (Trapani), abitante In via Quarello 30/A, che lo seguiva e, a sua volta, stava per superarlo. Il D'Abramo, che ha riportato la frattura dell'osso parietale destro e ferite multiple, è stato ricoverato, con prognosi riservata, al Maurlziano. SU Franco Luzzo in ospedale con la moglie, si sta riprendendo

Luoghi citati: Asti, Bari, Marsala, Nichelino, Trapani