Sembra destinato ad allargarsi lo scandalo delle tangenti

Sembra destinato ad allargarsi lo scandalo delle tangenti Sembra destinato ad allargarsi lo scandalo delle tangenti Friuli: attesi altri tre arresti (sindaco, il tiglio, un amico) Nel dossier della procura di Tolmezzo i reati contestati: peculato, interesse privato e omissione di atti d'ufficio - Il nuovo episodio non è in rapporto con quello in cui è implicato il segretario di Zamberletti (Dal nostro inviato speciale) Udine, 1 settembre. Stanno per scattare le manette per altre tre persone. Sono il sindaco d'un paese della Carnia, il figlio e un loro amico che non ha la residenza in Friuli. Nel fascicolo giudiziario aperto dalla procura della Repubblica di Tolmezzo nei loro confronti ci sono già gli estremi dei reati contestati dal magistrato: peculato, interesse privato e omissione di atti d'ufficio. Va precisato subito che il nuovo episodio di malcostume non ha niente a che vedere con l'altro più scottante scandalo delle «bustarelle» nel quale sono coinvolti' il sindaco di Maiano, Gerolamo Bandera, e Giuseppe Balbo, persona di fiducia dell'on. Zamberletti durante i sei mesi di gestione commissariale per ricostruire il Friuli terremotato. Il sindaco che sta per essere arrestato è un democristiano, già espulso dal partito dopo le prime avvisaglie, nel settembre 1976, dell'inchiesta giudiziaria e messo sotto accusa dallo stesso Consiglio comunale. Di che cosa lo si accusa? Di non avere depositato alla Tesoreria entro i limiti di tempo stabiliti una certa somma inviata da un gruppo di cittadini a favore dei sinistrati. Una somma non ingente, tra i quindici e i venti milioni. Lo si accusa di avere aiutato un amico nell'allestire un laboratorio fotografico in un paese della Lombardia con il denaro destinato ai terremotati. Altra contestazione, quella di nepo¬ tismo. Avrebbe assunto in Comune famigliari e parenti senza una valida giustificazione. Sono episodi che offendono moralmente i friulani e il fatto stesso che sia stato il Consiglio comunale a puntare il dito contro il primo cittadino è una conferma che i panni sporchi i friulani preferiscono lavarli all'aperto, senza nguardare in faccia nessuno, j Ma il nuovo caso è anche la ! riconferma che la vicenda j Bandera e Balbo non è isolata: carabinieri e guardie di Finanza, su incarico della magistratura di tre procure (Udine, Pordenone e Tolmezzo), continuano le indagini. Diceva stamane il sostituto procuratore Giampaolo Tosel, che ha aperto un'inchiesta conoscitiva sulla storia degli appalti in Friuli: «Ci troviamo di fronte a questa realtà. Mentre a Savona c'è stato un cittadino che ha varcato la soglia del Tribunale per denunciare con nomi e cognomi una certa vicenda, qui a Udine invece tutti tacciono. Possiamo muoverci soltanto tra pile di scartoffie, numeri, articoli di legge. Questi atti riguardano 72 comuni colpiti dal terremoto. I processi non si fanno sulle voci raccolte al bar». Che bubboni stiano per scoppiare lo dice a mezza voce la stessa gente di qui. Vuole vederci chiaro, ad esempio, sul centinaio di prefabbricati posti a Cavazzo Carnico, comune gemellato con Varese (collegio elettorale di Zamberletti), dove hanno trovato lavoro circa 150 abitanti di Cavazzo colpiti dal terremoto. Il primo lotto di chalet prefabbricati (una trentina) senza servizi igienici fu offerto dai varesini a Cavazzo nel maggio '76. Prezzo richiesto dalla ditta costruttrice tedesca, nove milioni l'uno. A settembre, dopo la seconda terrificante scossa, la stessa ditta tedesca venne interpellata per inviare un altro centinaio di alloggi prefabbricati, però forniti dei servizi igienici. I II costo questa volta è passa| to da nove milioni a undici I milioni 200 mila. Come mai i questa differenza di prezzo, tenuto pure conto della svalutazione della lira e dell'aumento dei costi? Gli oltre due milioni in più per alloggio sono al centro delle polemiche. Il sindaco di Cavazzo, Cor- nelia Puppini, consigliere regionale e segretaria del Movimento Friuli (partito indipendentista), si è dimessa da primo cittadino dieci giorni fa. Motivo, il piano regolatore contestato da molti consiglieri comunali. Ma nel paese le dimissioni inattese della Puppini sono interpretate nel modo più disparato. L'argomento del giorno in Fiuli sono tuttavia le dimis sioni da sottosegretario all'in terno dell'onorevole Zamber- letti. La gente di qua ha avuto la stessa reazione di quando vede crollare un mito. C'è stupore, sbigottimento, a prescindere dalle motivazioni politiche che sottendono al gesto di Zamberletti. E' uno stato d'animo epidermico, maturato nei sei mesi in cui il «proconsole», come lo chiamavano in Friuli, ha pilotato l'opera di ricostruzione nelle terre disastrate dal sismo. La gente lo ricorda ancora come un salvatore, con il suo caratteristico giubbotto impermeabile della brigata alpina «Julia», come un generale. Sempre attivo, pronto alla botta sulla spalla e a categorici ordini, manager e padre, amico e carismatico. L'uomo che ci voleva, insomma, stimato anche dagli esponenti non democristiani. Un uomo che in sei mesi, insieme con la Regione, ha maneggiato 110 miliardi per dare una sistemazione alle decine di migliaia di senzatetto. La vicenda del suo segretario Giuseppe Balbo, finito in carcere, non ha scalfito la carismatica immagine di Zamberletti presso i friulani, anche se non sono mancati gli interrogativi. Guido J. Paglia la amministrazione dello Stato trova ogni giorno occasioni per consolidarsi. Il fatto che ci sia ancora «qualche sussulto di dignità personale, non salva però la corrotta struttura del potere che si è andata ramificando a tutti i livelli». Inevitabili, secondo Achilli, sono gli episodi di arroganza e corruzione finché un solo partito esercita il potere e non c'è alternanza di forze politiche omogenee al governo del Paese e degli enti locali. Per il socialdemocratico Di Giesi, che dà atto a Zamberletti della sensibilità dimostrata, esistono «responsabilità politiche che vanno comunque accertate e che non possono coinvolgere tutta una classe dirigente. Bisogna fare giustizia piena per tranquillizzare l'opinione pubblica e dimostrare che certe oscenità non sempre restano impunite in Italia». Il leader dei repubblicani Oddo Biasini prende lo spun to dal gesto di Zamberletti, necessario e doveroso, per soffermarsi su analoghi epi- sodi passati. «Se questo crite rio fosse stato applicato in ogni circostanza — dice — il nostro Slato non si sarebbe arrugginito, come il presidente del Consiglio ha amaramente constatato in una recente dichiarazione». Eliseo Milani, del pdup, parla di «atto doveroso in quanto «pur prescindendo da scelte individuali, Zamberletti non. può non essere considerato politicamente corresponsabile di un certo modo di gestire il potere da parte della de». Per il segretario del pli, Valerio Zanone, il sottosegretario all'Interno ha dato prova di «apprezzabile sensibilità». Nella rinascita del Friuli i partiti sono stati solidali e il Paese si è mobilitato. «Tanto più — ha aggiunto — risidtano odiosi gli episodi di corr" zione già emersi, e più gravi le responsuoilità di pubblici amministratori e funzionari. E' interesse di tutti che si faccia piena luce su ogni accusa, per non alimentare nuovi argomenti di discredito delle istituzioni». f. c.