Manca efficienza di Luisella Re

Manca efficienza Manca efficienza Problemi dì efficiensa del sistema produttivo, problemi di credito. Resta il fatto però che i prezzi, dalla produzione al consumo, aumentano enormemente. Prosegue il dott. Lofaro: «Il dettagliante, inserito in questo sistema in cui quando l'economia tirava, tutto era rendita, e da quando non tira più, tutto è improvvisazione, non fa altro che applicare gli aumenti di prezzo più conformi alle sue esigenze di mercato e di famiglia. E' tentato cioè di alzare i prezzi il massimo possibile, preoccupandosi soltanto di restare nei margini della concorrenza». A favorire questa improvvisazione, lontana da un sia pur minimo criterio imprenditoriale, si pone la maggior parte dei negozi, piccoli ed isolati dal contesto in cui operano. Punti di vendita che tirano a campare in una rete distributiva polverizzata, reclamata d'altra parte in città (come dimostrano le proteste per le «serrande abbassate» di Ferragosto), dallo stesso consumatore, abituato alla comodità del «negozio sotto casa». E richiesta anche in tutto il resto della regione dalla dislocazione frazionata dei nuclei urbani, (solo in Piemonte i comuni sono 1209, di cui il 74 per cento sotto i 1500 abitanti). Ed ecco di fronte al dettagliante che in troppi casi non sa neppure quale percentuale del suo guadagno vada a coprire i costi fondamentali abbinati alla propria attività, e si rifornisce in base alle pressioni dei viaggiatori delle grandi ditte più che su convinzioni personali, il consumatore che continua a scambiare la validità di un prodotto con la sua marca e la pubblicità che ne gonfia fama e prezzo. E che dimentica troppo spesso «come se è vero che tutti i prezzi in certi momenti aumentano, è anche vero che non tutti i prodotti di ugual genere raggiungono lo stesso livello di prezzo». Come dire che se, per esempio, aumentano i prezzi delle magliette, il consumatore invece di piangerci su si comporterà molto più efficacemente lasciando perdere la costosa versione «tipo campione» e scegliendo il modello analogo ma senza pubblicità che costa, anche se rincarato, molto meno della prima. «Per incidere sul livello dei prezzi è insomma necessario che la gente si orienti su tipi di consumo più razionali — spiegano all'Ufficio-studi della Confesercenti —. Nello stesso tempo, è indispensabile che chi vende sappia assecondare questa tendenza, imparando a rifornirsi in maniera diversa con prodotti che valgono il loro prezzo, e che possano essere smerciati in maggior quantità e quindi con un ricarico più basso appunto perché più razionalmente distribuito». Un lungo cammino. Servirà forse come primo passo il finanziamento di speciali «corsi di aggiornamento» per commercianti deciso ultimamente dalla Regione. In più, aprono uno spiraglio di ottimismo sia le direttive provvisorie emanate a luglio dalla Regione nei confronti di una nuova valorizzazione del commercio ambulante, sia l'attenzione dedicata dal Piano commerciale del Comune al '(discount», e cioè al tipo di vendita di prodotti alimentari e per la casa che, grazie a particolari economie di rifornimento e distribuzione, garantisce un ribasso medio su tutti i prodotti del 10-15 per cento. «Soprattutto quest'ultima possibilità, che l'Amministrazione torinese intende offrire a chiunque abbia interesse di inserirsi nel progetto di riequilibrio del mercato promosso dall'Assessorato all'Annona, garantisce notevoli sviluppi — conclude Lofaro —. Ma non illudiamoci: se resteranno irrisolti i problemi legati alla inefficienza della produzione ed al costo del denaro, tra un anno ci ritroveremo una volta di più a discutere, come ogf,i, sugli "inspiegabili" rinciri del dopo-ferie». Luisella Re

Persone citate: Lofaro

Luoghi citati: Piemonte