I francesi amano l'Italia (quella dei film di Risi)

I francesi amano l'Italia (quella dei film di Risi) Parigi gli ha dedicato una rassegna di successo I francesi amano l'Italia (quella dei film di Risi) Su ottanta "prime visioni" quindici sono pellicole nostrane - Perché tanta fortuna? "Questa è l'Italia vera, che stampa e tv non riescono a descrivere" dice lo spettatore Il cinema a Parigi, sta imparando l'italiano. Lo sta facendo in fretta, recuperando anni di ignoranza quasi completa, in un'enorme «abbuffata» che dura ormai, senza interruzioni, dagli inizi dell'estate. In questa ultima settimana d'agosto, su ottanta titoli programmati nelle sale del centro parigino, che corrispondono alle nostre «prime visioni», quindici sono di film italiani. E il fatto nuovo è dato proprio dalla presenza di registi poco noti agli spettatori parigini, accanto ai classici ormai consacrati dalla critica internazionale. I film di Visconti, Fellini, Pasolini, sono un successo sicuro, lo sono sempre stato, ma in questi giorni le file più lunghe ai botteghini si formano presso le sale in cui si proiettano «Milarepa», «Pane e cioccolata», «Malizia», «Amici miei», «C'eravamo tanto amati», oppure l'ultimo film di Dario Argento «Suspiria», presentato col titolo «Les frissons de l'angoisse». La fortuna del «Salò» di Pasolini, che resiste sugli schermi ininterrottamente dal giorno della sua uscita (avvenuta molto tempo prima che da noi), come il «Casanova» di Fellini o «Ultimo tango a Parigi» di Bertolucci, è fenomeno abbastanza normale per le sale parigine; un'eccezione forse costituisce «Ultimo tango», divenuto meta di pellegrinaggio per tutti i turisti italiani, ai quali, a casa loro, è definitivamente proibito. Ma la vera scoperta che i parigini stanno facendo è quella della commedia all'italiana, e di Dino Risi in particolare. Al Mac-Mahon, una sala che fino alla metà di luglio aveva programmato una rassegna del cinema italiano con film di Monicelli, Germi, Ferreri e altri, si e registrato il tutto esaurito ad ogni serata, tanto che l'intera rassegna è stata replicata per altri venti giorni. Ma poiché il gusto della scoperta si è soffermato essenzialmente sulla commedia all'Italia-! na, Dino Risi è diventato il regista più famoso a Parigi. Al Bilboquet, una sala nei pressi di St-Germain des Prés, parlato ci hanno dato tutti la stessa risposta: loro, questo successo, se lo aspettavano e attendevano soltanto l'occasione propizia per «lanciare» gli ultimi film italiani. Il successo di critica piovuto addosso a Projumo di donna (la stampa francese ne ha parlato molto) e la Palma di. Cannes a Padre padrone dei fratelli Taviani, hanno fornito questa occasione propizia. All'uscita, dopo la proiezione di Una vita dijjicile di Risi, abbiamo avvicinato un gruppo di giovani. Sono tutti studenti, alcuni conoscono discretamente l'Italia. Questo è il decimo film della serie che vedono, ormai sanno tutto della commedia all'italiana. Perché questo successo? Intanto perché sono film molto belli, in assoluto. «E poi perché — aggiunge Agnès, 23 anni, studentessa in medicina, due brevi vacanze in Italia — questa è l'Italia vera, fatta di italiani aeri, come la nostra stampa e la telei'isione non riescono a descrivere. Un'Italia così autentica, che non è molto diversa dalla Francia: e quindi è facile, alla fine, riconoscersi in queste storie». Gianni Pennacchi