Genitori furibondi sul sagrato carabinieri scortano gli sposi di Franco Carrassi
Genitori furibondi sul sagrato carabinieri scortano gli sposi Insolita contestazione davanti alla parrocchia di Sarzana Genitori furibondi sul sagrato carabinieri scortano gli sposi Sarzana, 7 agosto. «Questo matrimonio non s'ha da fare». Urlando la frase fatidica (e altre meno ripetibili), i genitori di un giovane spezzino hanno contestato il matrimonio del figlio con una sedicenne che, evidentemente, a loro non risulta troppo gradita. Sono dovuti intervenire i carabinieri che, schierati in forze (due sottufficiali e un appuntato, oltre ai militari «di truppa») hanno respinto i ripetuti assalti dei parenti infuriati sul sagrato. Le nozze, nonostante tutto, si sono celebrate: sia pure in mezzo ad una pioggia di chicchi di riso e ad una, assai più fitta, di insulti. Protagonisti dell'insolito episodio sono Raimondo Gulli, vent'anni, di La Spezia, vicolo Stagno Marittimo;-e Rosa Caporusso, 16 anni, di Lenci, via Petriccioli 46. Si sono conosciuti qualche tempo fa a La Spezia e, nonostante la giovane età, hanno deciso di sposarsi entro quest'anno. Non è dato sapere perché i genitori di lui si opponessero al matrimonio: se per la giovane età dei due ragazzi o se perché la sposa non fosse gradita. Fatto sta che, dai primi larvati rimproveri («Smetti di vedere quella ragazza: non fa per te») si è rapidamente passati alle minacce più concrete: «Volete sposarvi? Bene. Non daremo mai il nostro consenso». «Guai se tenterete di celebrare il matrimonio: lo osteggeremo in tutti i modi». «Passerete un guaio». Del consenso, Raimondo, ormai più che maggiorenne almeno per la legge, non aveva bisogno. Delle minacce ha deciso di non preoccuparsi. E si è giunti, chi soddisfatti e chi meno, alla mattinata fatidica. Che non fosse una mattinata come tutte le altre ai carabinieri era giunta voce già qualche giorno fa. E dunque, attorno alla chiesa di Romito Magra, presso Sarzana, si era disposto per stamane un eccezionale «servizio di sicurezza»: carabinieri disposti in bell'assetto per impedire «cariche» indesiderate. Altri carabinieri su scattanti «gazzelle» pronti a prelevare gli sposi da casa in chiesa e da chiesa a casa. Così stamane all'ora prefissata Rosa, vestita di bianco, è arrivata in mezzo a due bei militari e non meno protetto è giunto il suo promesso sposo. La scorta eccezionale non è valsa a scoraggiare i genitori. «Raimondo, per piacere, torna a casa» imploravano. Raimondo, irremovibile è ri¬ masto lì. Dalle implorazioni dunque si è passati, alle urla. Poi gli insulti sono fioccati. Alla fine, stremata dallo sforzo vocale e non solo (ogni volta che tentava di intrufolarsi tra gli invitati veniva respinta dai carabinieri e ricacciata via) la madre di Raimondo è svenuta. Perdita di sensi provvidenziale perché c'è stato quel tanto di pace per consentire agli sposi di entrare in chiesa e di pronunciare il fatidico sì. Finita la funzione ecco gli sposi uscire salutati da una nuova pioggia di insulti. E infine l'ultima disavventura. «Voci» di bene informati attribuivano ai due sposi il possesso di una pistola. Inutili le difese dei due: «Non siamo armati». Sono dovuti passare in caserma per la perquisizione che, naturalmente, non ha dato risultati. Alla fine, partenza per la luna di miele in una «località segreta»: la scorta dei carabinieri oltre non era consentita. Franco Carrassi
Persone citate: Caporusso, Lenci, Raimondo Gulli
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