A Le Castellet sesta vittoria in 6 gare del mondiale marche

A Le Castellet sesta vittoria in 6 gare del mondiale marche A Le Castellet sesta vittoria in 6 gare del mondiale marche Alfa, il titolo è sicuro Jarier e Merzario si sobilla (ritiratosi mentre (Dal nostro inviato speciale) Le Castellet, 24 luglio. Sesta prova del campionato Marche e sesto successo dell'Alfa Romeo, che oggi nella « 500 km » del Paul Ricard ha suggellato anche per la matematica la conquista del titolo mondiale. Un titolo un po' svalutato per colpa delle assurde decisioni della Ost in tema di regolamenti, ma che, tuttavia, va accolto con soddisfazione per quanto sottende: impegno di uomini e di mezzi, desiderio, da parte della nostra Casa, di rimanere intimamente legata al mondo delle corse. La vittoria, per maggior piacere dei tifosi francesi, è stata colta da Jean Pierre Jarier (che, con l'occasione, è diventato campione di Francia per le «Sport») e da Arturo Merzario mentre Vittorio Brambilla è stato tradito dal motore della sua «33 SC 12» quando pareva destinato ad una sicura affermazione. Merzario ha lasciato il circuito a metà gara, dopo aver ceduto la guida della vettura a Jarier, in seconda posizione, e quindi è ripartito per Milano senza sapere del successo. Merzario se n'è andato furibondo, rilasciando dichiarazioni di fuoco nei confronti di Brambilla, che, a sua volta, ha replicato a dovere, seppure in toni più pacati. Cose che capitano quando ci sono due «galli» nello stesso pollaio e, soprattutto, quando uno dei due ha i nervi a fior di pelle per tanti motivi e si accorge di non essere veloce come il compagno-rivale: è il caso di Merzario (bastava sostare in una qualsiasi curva del circuito del Paul Ricard ed osservare il comportamento dei due piloti), i cui sfoghi clamorosi non sono certo produttivi né per lui né per l'Alfa Romeo. Dunque, al primo dei 150 giri della «500 km» le Alfa di Brambilla a Merzario si sono avventate sulla pista di Le Castellet come per un gran premio e quella del monzese si è girata nel veloce curvane che chiude il rettilineo del «Mistral». La vettura del comasco ne ha seguito l'esempio, ma, mentre Brambilla è rimasto in strada ed ha ripreso prontamente la corsa, Merzario è finito nelle reti di protezione, da cui si è disincagliato a fatica. Risultato: in testa la Toj di Obermoser, Brambilla undicesimo e Merzario ultimo, costretto pure a una sosta al box per togliere dal retrotreno della macchina un groviglio di fili delle Battuti i campioni no affermati senza pro sembrava avviato al s reti. E gara in apparenza decisa, perché Brambilla ha ripreso rapidamente Obermoser, portandosi al comando nell'undicesima tornata, e Merzario, dopo una lunga e faticosa rimonta, conclusa al quarantatreesimo passaggio, si è installato in seconda posizione, troppo distaccato per sperare di riacciuffare il compagno di squadra. Merzario, affidata la «33 SC 12» a Jarier al rifornimento di metà gara, ha detto: «Adesso metto la pratica nelle mani dell'avvocato. La colpa è dell'Alfa Romeo che fa correre Brambilla e della Csai che gli ha dato la licenza Ci guida. Vittorio si è comportato in modo assurdo. Prima ha anticipato la partenza, poi ha impostato troppo velocemente il curvone e si è girato. Io, per evitar di toccare la sua macchina, ho alzato il piede e, così, son finito fuori strada. Ditemi voi se è logico comportarsi così». La replica di Brambilla è giunta 43 giri dopo, e cioè al 117° passaggio, quando il motore della sua Alfa si è spento di colpo, vanificando l'impegno fino a quel momento profuso generosamente. Il mon¬ oblemi • Ancora una lite fr successo): scambi di accu zese è tornato al box, e, fra una sorsata e l'altra di una «minerale», ha affermato: «Io non voglio far polemiche, ma Arturo deve badare ai fatti suoi. E' diventato uno schizofrenico. Mi son girato perché sono piombato su una larga striscia d'olio. Qualcuno, nel giro di lancio prima del via, deve aver perduto del lubrificante e nessuno ha segnalato il pericolo. Il Merzario è scivolato proprio come me, non per evitarmi, la conti giusta. Gli altri piloti, che avevamo già staccato, hanno avuto il tempo di modificare le loro traiettorie». Brambilla ha anche replicato all'accusa di aver «rubato» al via. «Mi ero messo d'accordo con il direttore di gara — ha spiegato Vittorio —. Mi ha detto che avrebbe dato la partenza in base alla mia posiziono. Io ho concluso il giro di lancio in testa e ho accelerato, lui ha abbassato la bandiera. Tutto qui. Non era una partenza da fermo, come avviene nei grandi premi di formula 1, Merzario avrebbe dovuto saperlo». A parte i primi dieci giri, la «500 km» è sempre stata in mano alla Casa milanese, con ra il comasco e Bramuse, insulti, minacce la staffetta fra Brambilla e Merzario-Jarier. Le tedesche Toj hanno offerto una onorevole difesa, ma non hanno mai preoccupato le «tre litri» milanesi. Obermoser e Rousselot hanno concluso al secondo posto, mentre Von Bayern-Walz si sono ritirati per il cedimento del motore. Nel settore delle «due litri» affermazione della Chevron (terza e quarta con Jaussaud-Henry e Charnell-Smith) e battuta d'arresto per la torinese Osella: la vettura di Quester-Truffo è stata tradita dal propulsore (Bmw) dopo 67 giri condotti in modo egregio (Quester era terzo, alle spalle di Brambilla e Merzario). Michele Fenu Così al traguardo: 1. Alfa Romeo (MerzarioJarier) 150 giri pari a km 489,450 in 3.23'14"9, media km 144,521; 2. Toj (Obermoser-Rousselot) a 2 giri; 3. Chevron (Jassaud-Henry) a 5 giri; 4. Chevron (CharnellSmith) a 6 giri; 5. Sauber (Straehl-Bernhard) a 8 giri; Per il mondiale (dopo 6 prove): 1. Alfa Romeo punti 120; 2. Osella 58; 3. Chevron 36; 4. Lola 32; 5. Sauber 31.

Luoghi citati: Francia, Le Castellet, Marche, Milano