Ai mondiali di Buenos Aires il rinnovamento azzurro ha dato i suoi frutti di Giorgio Barberis

Ai mondiali di Buenos Aires il rinnovamento azzurro ha dato i suoi frutti Ai mondiali di Buenos Aires il rinnovamento azzurro ha dato i suoi frutti Scherma: non c'è solo Dal Zotto Soprattutto ha suscit Carlo Montano, terzo nella prova individuale di fioretto ato sorpresa il sedicenne Andrea Per gli sport olimpici le annate che seguono ai Giochi sono sempre particolari perché si verifica un naturale rinnovamento delle squadre e molti atleti — dopo le fatiche per una preparazione che indubbiamente ha cercato di essere più accurata che mai — sentono il bisogno di tirare Il fiato. Un discorso questo cui non sfugge la scherma, sport che nel bilancio olimpico Italiano ha sempre garantito un buon gruzzolo di medaglie e che nei giorni scorsi, a Buenos Aires, ha vissuto l'annuale edizione del campionati del mondo. BILANCIO — Appena concluse le gare, con 1 protagonisti ancora sulla strada del ritorno e quindi senza la possibilità di conoscere eventuali retroscena, è difficile stilare un primo bilancio, specie perché facendo conto soltanto delle medaglie e dei piazzamenti — come si può rilevare dalla tabella — sembrerebbe che I nostri schermitori abbiano fatto un passo indietro rispetto all'Olimpiade. E' altrettanto voro che la squadra azzurra è stata profondamente rinnovata ed a Buenos Aires il commissario tecnico Fini ha fatto esordire ben nove tiratori (su venti) affidandosi anche ad un sedicenne (Andrea Borella) e a due quattordicenni (Dorina Vaccaronl e Carola Cieconetti). Sono cosi arrivate meno medaglie e soprattutto di metallo meno pregiato anche se, calcolando i piazzamenti sul primi sei posti, si ha una situazione di stallo: sette furono a Montreal ed altrettanti sono stati a Buenos Aires. DAL ZOTTO E BORELLA — E', dunque, mancata la medaglia d'oro di Dal Zotto su cui in molti hanno gettato la croce per l'esclusione dalla finale del fioretto senza contare che è Impresa difficilissima per uno schermitore ripetersi al vertice, che Dal Zotto era reduce da una stagione sfortunatissima (vari infortuni, appendicectomia, una caduta dalla moto) che ne aveva pregiudicato la preparazione, che è stato eliminato alle soglie della finale e per mano di un altro Italiano, Car¬ Borella - Passo avanti per Arci lo Montano. C'è stata in compenso l'esplosione del sedicenne Andrea Borella, guarda caso cugino di Dal Zotto, frutto anche lui di quella scuola mestrlna che va sempre più imponendosi in campo nazionale, come dimostra la presenza in Argentina anche della Vaccaroni. Borella, sesto nel fioretto Individuale, ha fornito un rendimento eccellente anche nella prova a squadre tanto che II giornale francese « L'Equipe » gli ha dedicato II titolo: ' Borella, l'uomo del domani ». MONTANO E MAFFEI — Famosi per un « caso » a Montreal che li fece apparire grandi nemici mentre Invece le loro ire erano rivolte (specie quelle di Mario Aldo) verso i dirigenti, si sono presentati a Buenos Aires In condizioni ben differenti di forma. E mentre Maffei ancora una Medaglie Montreal 1976 Buenos Aires 1977 ORO FABIO DAL ZOTTO (fioretto maschile) ARGENTO CONSOLATA COLLINO (fioretto fern- FIORETTO MASCHILE A SOUADRE minile) (Dal Zotto, Borella, Montano C, FIORETTO MASCHILE SQUADRE (Dal Coletti, Calatronll Zotto, Montano C, Simoncelli, Coletti, Calatroni) SCIABOLA A SQUADRE (Mario Aldo, Tommaso e Mprio Tullio Montano, Arcldiacono, Maffei) BRONZO MONTANO CARLO (fioretto maschile) ANGELO ARCIDIACONO (sciabola) A MONTREAL, inoltre, ci sono stati i quinti post! di Mario Aldo Montano (sciabola ind.) e del la squadra dl fioretto femminile (Collino, Lorenzoni, Batazzi, Manglarotti e Pigliapoco), ed il sesto di Maffei (sciabola ind.), mentre a BUENOS AIRES si e piazzata quarts la squadra di sciabola (Maffei, Arcldiacono, Tommaso Montano e Delia Barba), quinto Maffei (sciabola Ind.), sesti Borella (fioretto masch. Ind.) e la squadra di fioretto femminile (Mangiarotti, Batazzi, Sparaciari, Vaccaroni e Cicconettl). diacono - Le note dolenti dalla spada e, in volta si è come paralizzato in prossimità di quell'alloro iridato che fu suo già nel '71 a Vienna, Montano ha pagato la sommaria preparazione con un infortunio che soprattutto è stato di danno per la squadra In una gara che i sovietici, pur privi di Sldiak (arrestato per contrabbando) e Krovopouskov (rottura dei legamenti) hanno finito per vincere. Le recriminazioni, dunque, sono molte e soltanto l'ottima gara del catanese Arcidiacono, per la prima volta finalista in una gara iridata individuale, le fa in parte dimenticare. LE PROVE A SQUADRE — Fiorettisti e sciabolatori nelle prove a squadre hanno deluso: i primi per una medaglia d'argento che poteva essere d'oro e che è difficile spiegare visto che nella finalissima si vinceva per 7 a 1 sulla Germa- I nia. Il crollo non è stato solo di Dal Zotto che a quel punto, in vantaggio per 4-1, si è fatto rimontare a battere da Heln, ma di tutta la squadra con la sola eccezione proprio dell'esordiente Borella. Per Mosca avremo un quartetto difficilmente battibile, ma oggi certe sconfitte Indubbiamente bruciano. La sciabola ha patito l'assenza di Mario Aldo Montano e certo per la prossima Olimpiade si pone il problema di trovare dei rincalzi anche se, oltreché In Arcidiacono, si può ben sperare nella maturazione di Dalla Barba. FIORETTATE E SPADISTI — Il discorso si fa più difficile per le restanti armi: se infatti le giovanissime ■ deb ■ del fioretto femminile (Vaccaroni e Clcconetti) e la Sparaclari si sono battute secondo quanto era logico attendersi da loro, ancora una volta hanno deluso Manglarotti e Batazzi: specie quest'ultima fa rabbia per la naturale potenzialità che non riesce ad esprimere. Sono invece affondati completamente gli spadisti che si presentavano con una formazione rinnovata per quattro quinti. Subito esclusi nella prova Individuale, altrettanto In quella a squadre, non hanno » trovato > neppure un John Pezza In giornata di grazia e così II loro bilancio è a dir poco fallimentare e vien da chiedersi cosa siano andati a fare ai mondiali. LA STRADA DI AMBURGO — Fra un anno I ■ mondiali » si terranno In Germania, ad Amburgo, e fin da ora è chiaro come Fini dovrà cam| Giare qualcosa: Numa e Marco Borella, fratello di ; Andrea, premono nel fioretto e potrebbero soffiare Il posto a Coletti o Calatroni, Romano e Pellegrini chiedono spazio nella sciabola, la Collino — che nel frattempo diventerà mamma — si spera voglia tornare in pedana. Insomma qualcosa c'è e si muove e non è detto non emergano nomi nuovi: d'altronde soltanto nella spada si ha l'impressione di dover partire da zero. Nelle altre armi ci sono le premesse per un futuro più roseo. I Gi pI parte, dalle donne Giorgio Barberis