Ricorso al Tar di 111 ragazze respinte alla la classe della Civica magistrale di Cosimo Mancini

Ricorso al Tar di 111 ragazze respinte alla la classe della Civica magistrale Scuola per maestre d'asilo: violente polemiche sul "numero chiuso,, Ricorso al Tar di 111 ragazze respinte alla la classe della Civica magistrale Motivo: non è stato consentito loro di iscriversi di nuovo per ripetere Tanno - Accolte soltanto 400 domande - Un padre: "Manca un criterio valido di selezione" - La preside: "Tutto regolare: è una scuola seria e difficile" Ricorreranno al Tribunale amministrativo regionale (Tar) le allieve della Civica magistrale (per maestre d'asi¬ lo) respinte ed alle quali non è stato consentito di iscriversi di nuovo. Non è comunque il solo strascico che si porta dietro la nuova gestione di questa scuola comunale dove, più che nelle altre, si è accentuato lo scontro tra il personale preesistente e quello assunto dall'attuale amministrazione. «Chi ne fa le spese — dice Giovanni Battista Leonardi, 56 anni, padre di un'alunna che non è stata iscritta — sono i nostri figli. I colori politici della preside, dell'assessore e dei professori non ci riguardano. Fatti come quelli che si stanno verificando non se n'erano mai visti». L'odissea della famiglia Leonardi è simile a quella di tante altre. «Il 28 giugno — racconta l'uomo — ho appreso che mìa figlia aveva superato gli esami di terza media. Mi sono recato alla Civica magistrale dove mi hanno detto che la domanda d'iscrizione avrebbe dovuto essere presentata entro lunedì 4 luglio corredata di tutti i documenti. Il 2 era sabato e il 3, domenica, giorni in cui gli uffici comunali sono chiusi. Rimanevano tre giorni per procurarsi il certificato di identità, quello di sana costituzione e quello di nascita». «Ho dovuto prendere un giorno di permesso per poter fare in fretta. La mattina del 4 mia moglie si è presentata alla scuola con la domanda in ordine, ma la segreteria non l'ha accettata perché era la quattrocentoduesima. La preside però aveva detto che non sarebbero state accettate soltanto quelle che non avevano tutti i documenti». Che sarebbero state accolte soltanto quattrocento domande d'iscrizione alla prima classe, era stato comunicato ufficialmente con un volantino senza firma il 30 giugno. Chi lo ha saputo in tempo si è messo in coda davanti alla scuola, in via Perrone, sin dalla sera prima. Gli altri sono rimasti esclusi. Tra questi anche le 111 ragazze della prima classe respinte a giugno. La stessa sorte tocca a quelle rimandate a settembre, qualunque sia l'esito finale. « Il numero chiuso — dice la signora Paola Brancati, presidente del Consiglio d'istituto — è stato deciso dall'assessore Dolino senza che fosse parimenti stabilito un criterio valido di selezione. Il numero chiuso limita inoltre il diritto allo studio e questo, da un'amministrazione comunista non tutti se lo sarebbero aspettato, come non ci saremmo mai aspettate di essere picchiate dai vigili urbani». La signora Brancati si riferisce all'episodio avvenuto il 7 luglio. L'assessore Dolino aveva chiesto di incontrarsi con il Consiglio d'istituto, riunione che si è sempre svolta pubblicamente. «Questa volta però — spiega Paola Brancati — l'assessore non voleva pubblico. Io allora sono rimasta in strada con i genitori. L'assessore ha fatto inteivenire i carabinieri e i vigili: questi ultimi ci hanno preso a calci e spintonu. Alcune delle ragazze sono state iscritte d'ufficio ad al¬ tre scuole. «Mi è stato riferito — aggiunge Battista Leonardi — che mia figlia è stata iscritta alla scuola magistrale Regina Margherita. Ma nella domanda presentata alla Civica io non ho nominato quella scuola anche perché è lontanissima da casa nostra ». Secondo la preside, Margherita Giordana Rovera, è tutto perfettamente in regola. «Per quanto riguarda il numero chiuso — dice — è quello che succede in tutte le scuole dopo le medie. Quest'anno, se avessimo accettato anche le domande delle ragazze della cintura di Torino, queste sarebbero state più di 800. Molti credono che sia una scuola facile che rilascia in tre anni un diploma superiore. Da questo istituto non escono delle baby-sitter ma ragazze in grado di dirigere una scuola materna. Tant'è vero che entro il primo mese, il 10-15 per cento delle iscrìtte abbandonano perché gli studi sono troppo impegnativi ». A questo punto si potrebbe obiettare che, data per certa questa cifra, la scuola sarebbe in grado di accettare le domande di alcune ragazze rimaste escluse. Ma i responsabili dell'istituto dicono che non c'è nulla da fare. «E' una prova di forza — dicono alcuni professori — anche nei confronti degli insegnanti non graditi. Se in passato le scuole religiose erano criticabili, questa non è da meno ». Per di più il Comune non assume a tempo indeterminato gli insegnanti che abbiano superato i 30 anni. « Oltre ad essere immorale — dicono i professori che si trovano in queste condizioni — è un'arma in più nelle mani dell'amministrazione comunale per emarginare quelli di diversa fede politica. Non si vuole cedere allo Stato una scuola che consente, tramite un'infiltrazione capillare, di formare i cittadini di domani su un'unica fisionomia politica ». Cosimo Mancini La preside Margherita Giordano Rovera e Paola Brancati

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