Si autobocciano dopo la promozione: "Non vogliamo un diploma regalato" e fanno ricorso al magistrato di Sauro Manca

Si autobocciano dopo la promozione: "Non vogliamo un diploma regalato" e fanno ricorso al magistrato Bomba all*Accademia Albertina; cinque studenti contestano Pesame di gruppo Si autobocciano dopo la promozione: "Non vogliamo un diploma regalato" e fanno ricorso al magistrato Sotto accusa il pittore Piero Martina, che è anche direttore dell'istituto - "Chiediamo l'annullamento dello scrutinio, siamo stati costretti a firmare un registro che ritenevamo riguardasse le presenze, poi sul tabellone ci siamo trovati un 18" - Altri 80 allievi coinvolti oltre ai "licenziati"? «Non vogliamo un diploma regalato — dicono alcuni studenti dell'Accademia Albertina di Belle Arti —. Il voto ottenuto senza esame non ha valore e non serve a nulla. Se queste nostre affermazioni faranno scoppiare una bomba scandalistica, ben venga se ciò servirà a ridare lustro all'istituto che oggi è diventato, per colpa di certi insegnanti, il fanalino di coda. Ai concorsi per l'insegnamento noi siamo posposti a quelli licenziati dalla "Brera" di Milano, a quelli di Venezia, di Firenze e Roma». Cinque giovani, appena licenziati, invece di ritirare il diploma, hanno impugnato la promozione e si sono rivolti al Tribunale Amministrativo Regionale chiedendo l'annullamento delle votazioni ottenute senza esame, e la nomina di una commissione che li giudichi a settembre. «Abbiamo sempre frequentato i corsi con profitto — affermano — e rifiutiamo il 18 che ci è stato dato». Il ricorso, steso dagli avvocati Paolo Monti, specialista in diritto amministrativo, e Armando De Marchi, penalista, è firmato da Ester Corvelia, 24 anni, Francesco Giuliano, 28 anni, Giorgio Ramella, 25 anni, abitante a Genova, Riccardo Franchi, 23 anni, di Savona, e Giovanna Fragomeni, 26 anni, residente a Reggio Calabria. E' stato presentato contro l'Accademia Albertina di Belle Arti, in persona del presidente prò tempore professor Enrico Paulucci, anche se in realtà è una levata di scudi contro il direttore professor Piero Martina. Essi chiedono l'annullamento dello scrutinio finale del quarto anno dell'Accademia, limitatamente al voto di Anatomia artistica e di Storia dell'Arte, ad eccezione della Fragomeni che limita la sua impugnazione soltanto al voto di Anatomia, relativamente al corso dell'anno 1976-1977. Il professor Martina, nato nella nostra città 64 anni or sono, è più conosciuto come pittore che come insegnante. Ha incominciato ad esporre alla «Promotrice» nel '35. Nel '30 ha tenuto una «personale» a Genova, seguita da altre a Milano, Firenze e Roma. Dal '69 è titolare della cattedra di pittura all'Accademia Albertina e da alcuni anni ne è diventato il direttore. Sui suoi quadri hanno scritto, oltre a critici d'arte come Solmi, Carrieri, Venturoli, De Grada, Bernardi, Carluccio, Bargis, Pistoi e Dragone, letterati come Levi, Montale, Pratolini, Mila ed Arpino. E' proprio questo pittore, nella veste di direttore, che gli studenti contestano. Secondo l'esposto, i cinque lamentano di essere stati promossi in Anatomia Artistica, senza aver sostenuto «la minima larva di esame». «Ci hanno ingannati — sostengono —. Siamo stati costretti a firmare un registro che noi ritenevamo riguardante le presenze, poi sul tabellone ci siamo trovati un "18". Altrettanto è accaduto per "Storia dell'Arte", anche se in questo caso la valutazione è stata un "27"». «Per la verità — dicono — avevamo seguito un corso di materie complementari ed eseguito ricerche su "Legislazione e didattica presso l'Accademia". Ci è stato riferito che il nostro studio serviva come "esame di gruppo" per la valutazione finale in diverse materie». Essi fanno appello al regolamento del 1912, approvato con decreto legge del 1918, in base al quale è stabilito che «le promozioni di ciascun corso sono fatte sul giudizio che viene dato dalla commissione esaminatrice sul complesso degli elaborati eseguiti durante l'anno scolastico. Tale giudizio sarà integrato da una prova finale. Per Anatomia e Storia dell'Arte e le materie di cultura generale è parimenti richiesta una prova finale di revisione nella prima sessione con diritto alla prova di riparazione nella seconda sessione». Pertanto ciascun allievo deve essere sottoposto ad un esame e valutato in base alle proprie capacità. A sua volta il professor Francesco Beretta, specializzato in chinirgia plastica, titolare della cattedra di Anatomia Artistica, si è opposto all'idea di equiparare la sua materia a quella sulla «Legislazione e didattica». Si è rifiutato, perché assolutamente inidoneo, ad interrogare gli studenti sulla «legislazione», per dovergli poi dare il voto di anatomia. Ha chiesto alla direzione di essere esonerato dalla commissione e di crearne un'altra. Invece il direttore ha invitato gli studenti ad apporre la firma sul registro d'esami (dicendo che si trattava delle presenze) e quindi ha demandato al Consiglio dei professori di dare il voto agli allievi che non erano stati «esaminati». In questo episodio i ricor¬ renti hanno rilevato un «eccesso di potere per travisamento dei fatti». «Con lo stesso sistema — ci hanno dichiarato il Giuliano ed il Franchi — sono stati promossi ai corsi superiori gli allievi del primo, secondo e terzo corso, un'ottantina in tutto. Noi speriamo, con la nostra azione, di provocare anche l'intervento del ministero il quale dovrebbe accertare con un'ispezione tutto ciò che di irregolare avviene nell'istituto. Possiamo portare prove che alcuni dipinti di allievi eseguiti come esercitazioni, sono stati presentati ad una mostra di Bologna sotto il nome del docente. Sul professor Martina ci sarebbe molto da dire — aggiungono con un tono malizioso —. Faceva anche posare le allieve carine, e si dice che talvolta le "pose" non fosserto proprio consone alla consuetudine delle modalità didattiche». L'Accademia di Belle Arti non rilascia titoli di dottori, ma un semplice diploma, quantunque i suo allievi debbano avere fatto il liceo artistico per entrarvi, possano accedere alla mensa universitaria e godano del «presalario». Buona parte vengono da fuori Torino, fidando della rinomanza, delle tradizioni e della serietà che l'Accademia aveva in passato. Gli studenti vogliono che sia riportata agli antichi allori. Hanno scelto la via del Tribunale Amministrativo Regionale, ma è quasi certo che il presidente dottor Lo .Iacono, studiando gli atti, rilevi qualche fatto contemplato dal codice penale, ragione per cui potrebbe scaricare la «patata bollente» alla procura della Repubblica, la quale dovrà accertare se i giovani che hanno presentato il ricorso siano colpevoli di calunnia, oppure se, come appare dall'atto, possa sussistere il reato di falso in atto pubblico. Sauro Manca Gli studenti Francesco Giuliano, Giorgio Ramella, Ester Cervella e Riccardo Franchi: «Rifiutiamo il 18 »