Sadat ordina di cessare le ostilità contro la Libia

Sadat ordina di cessare le ostilità contro la Libia Annunciate (poi smentite) vittime italiane Sadat ordina di cessare le ostilità contro la Libia La decisione dopo un colloquio con l'algerino Boumedienne Tripoli prima afferma, quindi ritratta, che in un bombardamento egiziano sono morti lavoratori della C.s.c. di Milano II Cairo, 24 luglio. II presidente egiziano Sadat ha ordinato questa sera l'immediata cessazione di tutte le operazioni militari alle frontiere con la Libia. Sadat ha impartito l'ordine dopo un incontro col presidente algerino Houra Boumedienne, che era arrivato in Egitto dopo essersi incontrato a Tripoli con il colonnello Gheddafi. Sembra dunque che la mediazione di pace, che aveva visto impegnate numerose nazioni arabe e il leader palestinese dell'Olp Arafat, abbia avuto successo. Prima dell'ordine impartito da Sadat c'era stato un susseguirsi di bollettini a seguito di nuove incursioni aeree egiziane sul suolo libico. Tripoli aveva annunciato in tono drammatico che « oggi pomeriggio alle 16,30 locali aerei egiziani hanno attaccato la regione di Cufra, colpendo con bombe un cantiere della società italiana "C.s.c." impegnata in opere edilizie e di sviluppo in Libia. L'attacco — aggiungeva l'agenzia di stampa ufficiale Ama — ha provocato la morte di diversi innocenti lavoratori italiani ». Il Cairo subito smentiva di aver compiuto incursioni sull'oasi di Cufra, e di aver colpito obbiettivi civili. In segui¬ to un portavoce egiziano ammetteva i raids aerei contro l'oasi: era stato colpito l'aeroporto perché si era saputo che velivoli militari libici vi erano giunti, « il che avrebbe potuto minacciare la sicurezza egiziana dal Sud se il regime libico se ne fosse servito per commettere una delle sue follie. L'aviazione egiziana ha pertanto assunto l'iniziativa di attaccare nel pomeriggio l'aeroporto di Cufra distruggendo piste di volo e impianti ». Sembrava dunque confermata la notizia di vittime italiane, forse per un errore nel bombardamento sull'oasi. A tarda sera, però la Farnesina affermava a Roma che nell'incursione su Cufra non vi erano state vittime italiane. « Il ministero degli Esteri libico — diceva un dispaccio di agenzia Ansa — ha smentito ufficialmente all'ambasciatore italiano che cittadini italiani siano rimasti uccisi o feriti ». Il cantiere che le prime notizie davano come colpito dalle bombe egiziane appartiene alla società C.S.C, un'azienda che ha sede a Milano in via Correnti 8. Nel pomeiiggio. Il Cairo aveva annunciato ufficialmente che ondate di cacciabombardieri avevano colpito oggi per la seconda volta in due giorni la base aerea libica « Nasser », a 120 chilometri dalla frontiera tra i due paesi, dicendo che nell'incursione erano stati distrutti al suolo sei aerei militari libici, alcuni carri armati di presidio, impianti, piste, radar e postazioni per missili antiaerei. Un portavoce del Cairo ammetteva la perdita di due aerei « Shukhoi Su-20 », precisando che uno dei piloti era riuscito a salvarsi col paracadute. « Non sono stati colpiti, assolutamente, obiettivi civili — ha precisato il portavoce — a Tobruk, Cufra o in altre località ». La Libia aveva subito detto che i bombardieri egiziani avevano attaccato oltre alla base «Nasser» anche Tobruk e Cufra. In questi raids — sostiene Tripoli — sono stati abbattuti otto aerei, cinque «Shukhoi» e tre «Mirage», più altri due (non precisati) in una seconda incursione. Quanto al pilota gettatosi col paracadute, si tratterebbe — informa sempre Tripoli — del tenente colonnello Tayar Abdel Hamid Effat, comandante della 55" squadriglia aerea egiziana, la cui base si trova a Jaen Kliez. Nel cielo di Cufra sarebbero poi stati abbattuti altri due aerei: si tratterebbe di bombardieri a lungo raggio d'azione « Tupolev », attaccati da caccia libici. L'impiego dei « Tupolev », se confermato, dimostrerebbe che l'impegno egiziano nel conflitto stava aumentando. Gli egiziani dicono poi di avere colpito una base che serviva da « campo di addestramento di sabotatori »: di certo non era ubicata nella stazione radar « Nasser », gestita da tecnici sovietici e considerata un punto vitale per il controllo dell'Egitto, ma anche per i movimenti dei Paesi Nato e della flotta statunitense. Nei due giorni di bombardamento contro la base-radar sarebbero stati uccisi tre tecnici sovietici e il loro comandante sarebbe rimasto ferito: la notizia è data dal « Middle East Inforrr.er » di Beirut e dal « New York Times », ma la Libia non l'ha confermata né smentita. Secondo il New York Times una delegazione militare libica sarebbe già a Mosca « per consultazioni » e avrebbe portato con sé le salme dei tre tecnici uccisi. Taluni ambienti diplomatici arabi della capitale egiziana sottolineano che la scelta del momento per suscitare questi scontri alla frontiera indica che tanto l'Egitto quanto la Libia perseguono scopi precisi. L'Egitto in questo momento vorrebbe distogliere la sua opinione pubblica dall'irrigidimento israeliano nei confronti di una eventuale conferenza di pace a Ginevra e dalla situazione interna che, dal punto di vista politico ed economico, resta precaria. La Libia invece vorrebbe spingere il regime del presidente Sadat al suo limite di rottura, mettendo in rilievo che « Il Cairo si allontana sempre più dalla causa araba » (cioè dalla lotta contro Israele) per operare aggressioni contro un altro paese arabo. r_ s_