Muore per gravi fratture alla testa dopo un violento litigio con il genere
Muore per gravi fratture alla testa dopo un violento litigio con il genere L'aggressione in un bar di corso Nuova Italia a Santhià Muore per gravi fratture alla testa dopo un violento litigio con il genere L'episodio in seguito all'arresto del figlio per sfruttamento - II presunto feritore scomparso Vercelli, 17 luglio. E' deceduto questa mattina, alle 6,30, all'Ospedale di Novara, Reparto neurologia, dove si trovava ricoverato da alcuni giorni per le gravi ferite riportate alla testa e in più parti del corpo, il sessantaquattrenne Vincenzo Jellamo, abitante a Santhià, in corso Nuova Italia 39. Era stato trasportato mercoledì verso mezzanotte, accompagnato dalla moglie, velocemente, con un'automobile, all'ospedale Sant'Andrea della nostra città. Presentava la sospetta frattura dell'osso temporale destro, la frazione della nona costola ed altre ferite in più parti del corpo Le sue condizioni erano apparse subito gravissime: i medici che l'avevano preso in cura l'avevano fatto ricoverare nel Reparto rianimazione, riservandosi la pregno si. Il giorno successivo era stato trasportato all'Ospedale di Novara, poiché le sue condizioni si erano aggravate, in un tentativo disperato di salvarlo mediante un intervento chirurgico alla testa. Le ragioni delle ferii* che hanno portato alla morte il Jellamo non sono state ancora del tutto chiarite. Secondo la moglie, sarebbe stato il genero, Tommaso Caracciolo, di 31 anni, da Tronzano, via Dante Alighieri, che è fuggito dopo il fatto, a colpirlo selvaggiamente. Quello che è , a o è certo — e di qui gli inquirenti sono partiti per la loro inchiesta — è che c'è stata tra i due una lite, scoppiata al Bar Svizzero di corso Nuova Italia di Santhià, in seguito a l a o all'arresto avvenuto poche ore prima del figlio dello Jellamo, Francesco, di 23 anni, accusato di sfruttamento di una diciannovenne. Saputo dell'arresto del Francesco, Vincenzo Jellamo ha pensato che a determinarlo fosse stata una « soffiata » ed ha creduto di individuare nel Caracciolo la « spia ». Accompagnato dalla moglie, è andato nel locale abitualmente frequentato dal genero per chiedergli spiegazioni. Secondo alcune testimonianze, il Caracciolo sarebbe stato minacciato con un bastone dal suocero e avrebbe reagito per difendersi. Secondo la moglie dello Jellamo, il giovane si sarebbe invece scagliato come una furia contro il marito. w. n.
Persone citate: Caracciolo, Tommaso Caracciolo, Tronzano, Vincenzo Jellamo
Luoghi citati: Bar Svizzero, Italia, Santhià, Vercelli
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