È gravemente malato "Johnny" il partigiano che ispirò Fenoglio

È gravemente malato "Johnny" il partigiano che ispirò Fenoglio Ha chiamato attorno a sé nelle Langhe i compagni della Resistenza È gravemente malato "Johnny" il partigiano che ispirò Fenoglio (Nostro servizio particolare) Albaretto Torre, 10 luglio. « Il partigiano Johnny è tanto malato e vuol rivedere i vecchi amici. Ci ritroveremo nelle Langhe, teatro delle sue imprese più belle, saliremo in pellegrinaggio al parco della Resistenza, canteremo le canzoni partigiane, mangeremo insieme ». Ernesto Canepa, compagno d'armi del « partigiano Johnny », dice queste cose con un groppo in gola. Sono passati più di trentanni da quei giorni di lotte, ma i combattenti della Resistenza continuano a volersi bene come un tempo; quando qualcuno di loro sta male, tutti gli si stringono attorno e i loro incontri si popolano di ricordi. Lo chiamano Mirco, nome di battaglia, però la gente lo conosce come « partigiano Johnny » perché così l'ha battezzato Beppe Fenoglio, che ne ha raccontato le gesta esaltanti e la profonda umanità. Il suo vero nome è Enrico Basano. E' stato corrispondente de « l'Unità » e di « Paese sera », oggi collabora con « Nuova società ». E' secco e deciso con la penna come lo era con il mitra nel- l'attaccare i tedeschi. Ha 55 anni, è alto e robusto, sembra il ritratto della salute. Però gli occhi sono stanchi, velati di tristezza. Due anni fa un nemico invisibile è penetrato nel suo cervello, forse conseguenza di un incidente d'auto al quale nessuno allora aveva dato peso. Un grumo di sangue, la morte sempre in agguato. « Mirco » si è fermato a mangiare con gli amici di sempre in un ristorante tipico delle Langhe. ad Albaretto Torre. Erano più di venti, sei partig'ani e i familiari. C'erano anche due bambini, gli unici a non capire il significato di questa « allegra » riunione. Ma chi è in realtà Enrico Basano, il partigiano che ha ispirato Beppe Fenoglio? Dice di sé: « Sono nato ribelle, ho frequentato il liceo classico di Alba dove ho incontrato il filosofo Chiodi e il professor Oocito, che fu poi impiccato de.: fascisti a Carignano. Cresciuto alla loro scuola, decisi che sarei morto piuttosto che vivere in una Italia come quella, vestita di nero. Fui comandante del distaccamento "Giuliano Mori", 48* brigata Garibaldi; nel marzo '45 potevo contare sulla fiducia e sull'obbedienza cieca di 560 uomini pronti a tutto. Con loro vinsi tante battaglie ». Ne ricordiamo qualcuna, l'occupazione d'Alba, gli scontri quasi sempre vittoriosi di Castellino, Bossolasco, Signo, La Morra e Verduno. In quest'ultima località Mirco e la sua brigata catturarono 90 fascisti e 4 tedeschi: «Forse non ci crederete ma io riuscii a far capire a quei ragazzi che la nostra era lotta giusta e sacrosanta. I quattro tedeschi rimasero con noi e aderirono alle formazioni Garibaldi». Oggi Mirco è stanco. Si e ritirato a Fubina di Viù e se la salute glielo permetterà \ spera di rientrare a Torino a fine settembre Vuole vivere ancora e scrivere. Dice: «Ho preparato più di mille pagine di appunti sulle vicende partigiane che Einaudi voleva pubblicare subito, sicuro di venderne almeno trecentomila copie. Io non voglio: ho scritto la verità, non ho peli sulla penna, qualcuno potrebbe offendersi. Mia moglie e gli amici lo faranno pubblicare j dopo la mia morte». d. p. Lo scrittore Fenoglio

Persone citate: Beppe Fenoglio, Bossolasco, Castellino, Einaudi, Ernesto Canepa, Fenoglio

Luoghi citati: Alba, Albaretto Torre, Carignano, Italia, Mirco, Torino, Verduno, Viù