Benvenuto segretario della Uil ma i repubblicani si astengono

Benvenuto segretario della Uil ma i repubblicani si astengono Mancata scelta (come nella Cisl) di "autonomia sindacale,, Benvenuto segretario della Uil ma i repubblicani si astengono (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 3 luglio. Il Congresso della Uil si è concluso con l'approvazione della mozione presentata dalla maggioranza (socialisti e socialdemocratici, con il 75,60 per cento dei voti) alla quale si è contrapposta la mozione della minoranza repubblicana (24,40 per cento dei voti). I delegati hanno poi proceduto alla elezione del comitato centrale che governerà la confederazione per il prossimo quadriennio. E' composto da 155 membri co I sì suddivisi: 77 ai socialisti, 39 al socialdemocratici, 39 ai repubblicani. I socialisti « per scelta politica» hanno rinunciato alla maggioranza assoluta nel comitato centrale, pur avendola di fatto nella confederazione, dove in quattro anni sono saliti dal 44 al 50,60 per cento. Subito dopo l'elezione, il Comita*o centrale si è riunito per procedere alla nomina della segreteria. In que sta sede si è verificato un « colpo di scena »: la minoranza repubblicana, guidata dall'ex leader della Uil, Vanni, ha annunciato che si asteneva sulla elezione di Benvenuto alla guida della Uil, mentre votava a favore degli altri segretari. Ai giornalisti i repubblicani hanno consegnato una dichiarazione che dice: « La replica di Benvenuto (fatta in chiusura del Congresso) dimostra che egli ha scelto la strada di essere il segretario della maggioranza e non di tutta la Uil. E' una scelta grave che, unitamente alla sua reiterata e capziosa ricerca di dimostrare che non esistono differenze reali tra maggioranza e minoranza, comporta un'ulteriore complicazione dei rapporti interni alla Confederazione ». Per evitare che il gesto venisse « drammatizzato » tuttavia lino degli esponenti repubblicani, Batoni, si è affrettato a spiegare, in sala stampa, che « la dichiarazione non dove va essere interpretata come una rottura ». In altre parole i repubblicani hanno tutto l'interesse a marcare le differenze con la maggioranza senza però spingersi oltre. Il segretario confederale Aride Rossi, intervenuto per ultimo nel dibattito, aveva sottolineato due punti: il pericolo di collocare la Uil in un'area socialista (ipotesi per altro energicamente respinta da Benvenuto nella sua replica); l'esigenza di una programmazione rigorosa, con ef fettiva partecipazione del sindacato « alla formazione delle decisioni e al controllo delle loro realizzazioni »; però ad un tavolo « triangolare » (governo - sindacati - impren ditori) mentre Benvenuto respinge il « tavolo triangolare » e punta sul ruolo « re¬ sponsabile ma autonomo del sindacato ». Gli undici segretari eletti sono: cinque socialisti (Benvenuto, Ravenna, Torda, Manfron riconfermati; Bugli degli Ospedalieri al posto di Pecci); tre socialdemocratici (riconfermato Ravecca; nuovi Zoni e Buttinelli al posto di Muci e Pagani); 3 repubblicani (riconfermati: Vanni, Luciani, Rossi). Con la conclusione del Congresso della Uil è terminata la « stagione dei congressi » delle tre centrali sindacali italiane. Il fatto più rilevante è la marcata scelta di « autonomia sindacale » fatta dalla Cisl e dalla Uil di fronte ai timori di « appiattimento e normalizzazione dell'azione sindacale » in conseguenza dell'incontro tra democristiani e comunisti in sede politica. E' possibile che questa affinità spinga domani la Cisl e la Uil alla ricerca del maggior numero di punti comuni di fronte alla Cgil la quale, invece, non ritiene inconciliabili « l'autonomia sindacale » e il « compromesso storico ». Senza dubbio c'è un'affinità fra le posizioni dei sindacalisti comunisti della Cgil e le tesi del pei. Serri, della direzione del pei, venerdì ha sostenuto che quanto più avanza l'intesa tra i partiti in sede politica, tanto più il sindacato diventa autonomo e quindi può dedicarsi ai temi concreti, perché non ha più problemi di schieramento. C'è però anche un'affinità tra le tesi della maggioranza socialista e socialdemocratica della Uil e quelle esposte dai rappresentanti del psi (Cicchitto) e del psdi (Romita), i quali hanno parlato di tendenze al « collateralismo e all'attendismo» nel Congresso della Cgil. Socialisti e socialdemocratici temono, in sede politica, di essere schiacciati dai compromesso storico. L'azione di Benvenuto nella Uil potrebbe creare difficoltà ai socialisti della Cgil (guidati da Marianetti) che, con il loro 30 per cento, sono in minoranza nella confederazione controllata dai comunisti e non hanno molti spazi nell'apparato. Rispetto a trent'anni fa c'è nel mondo sindacale un'inversione dei ruoli: nel 1948 i comunisti cercarono di esercitare l'egemonia sul movimento sindacale in termini di « rottura » nei confronti del quadro politico e nacque la scissione della Cisl e della Uil; oggi la Cisl e la Uil si ribellano al pericolo di normalizzazione del sindacato. Di diverso, rispetto al 1948, c'è tuttavia una cosa: l'unità sindacale che si realizza nell'azione quotidiana tra CgilCisl-Uil non corre rischi e appare in condizioni di sopportare le vivaci dispute interne. Sergio Devecchi

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