Riva di Chieri, dopo l'ordinanza di demolizione

Riva di Chieri, dopo l'ordinanza di demolizione Riva di Chieri, dopo l'ordinanza di demolizione Bulldozer all'Aspera? Forse sarà trovata una diversa via d'uscita L'assessore anziano: «Le irregolarità ci sono e l'azienda lo sa, ma ha detto "no" alla nostra richiesta di costruire un edifìcio scolastico» - Preoccupazione tra gli abitanti Una delle officine dell'Aspera nella frazione S. Giovanni presso Chieri - L'assessore anziano di Riva, Giovanni Marocco « Si diffida l'Aspera SpA e per essa il presidente ed amministratore delegato dott. Agostino Canonica a demolire entro e non oltre il trentesimo giorno dalla data di notificazione, le opere tutte specificate che sono parte in palese difformità alla licenza edilizia, parte realizzate senza licenza edilizia cosi come esplicitamente riconosciuto dallo stesso rappresentante legale dell'Aspera con la richiesta di concessione in sanatoria ». La diffida è firmata dal sindaco di Riva di Chieri rag. Matteo Carbone, porta la data del 12 agosto ed è stata presentata, per I provvedimenti del caso, al pretore di Chieri dott. Glannantonlo Russo. E' l'ultimo atto di un braccio di ferro che ha visto impegnati da una parte gli amministratori di Riva, 2500 abitanti, dall'altra 1 dirigenti di un grosso complesso industriale qual è l'Aspera, gruppo Fiat, quattro stabilimenti nella nostra provincia. Uno di questi s'è Installato a Riva nel '69 ed occupa attualmente 1300 dipendenti. Un insediamento accolto molto volentieri dall'amministrazione d'allora perché apriva una breccia consistente nell'economia monoindustriale (tessile) della zona e allettanti sbocchi professionali per 1 giovani di Riva altrimenti costretti al pendolarismo o all'emigrazione. Via libera pertanto alla grande fabbrica. Uno stabilimento modello, oasi metalmeccanica in una verde distesa di prati. E familiare è diventato a poco a poco lo stesso nome di Aspera tra la gente del circondarlo: Aspera come sinonimo di compressori per frigo, associato all'Idea di lavoro sicuro. Ma l'Aspera ha significato ben presto anche altre cose e cioè affitti più alti, abitazioni introvabili per l'Immediato insediamento di nuove famiglie, aule scolastiche Insufficienti, servizi sociali Inadeguati. L'altra faccia della medaglia quasi inevitabile In tutti i posti quando la grande fabbrica s'insedia nelle piccole comunità rurali. Il Comune di Chieri s'è trovato con l'acqua alla gola per i servizi sociali, soprattutto per scuole elementari, medie ed asili. Impossibile, con le modeste risorse locali, farvi fronte. L'attuale amministrazione comunale e la giunta di « Indipendenti » sorretta dal consenso di 12 dei 15 consiglieri ha posto la « questione Aspera » nel mirino delle priorità da risolvere nella primavera del '76, ad un anno di distanza dall'entrata in carica. Spiega Giovanni Marocco, assessore anziano, addetto ai problemi agricoli, che parla a nome del sindaco ieri assente: « Abbinino scoperto che i fabbricati industriali dell'azienda non erano conformi alla licenza rilasciata dal Comune. Una parte, anzi, era stata costruita abusivamente. Abbiamo subito chiesto chiarimenti e spiegazioni. Nessuna risposta. Le violazioni erano chiare, inconlutabili, tunt'è che l'Aspera richiese la concessione edilizia in sanatoria ». Non fu concessa e sulla questione dovette pronunciarsi anche il tribunale amministrativo regionale. Cominciò il balletto delle carte bollate, dall'una e dall'altra parte, con un irrigidimento delle rispettive posizioni. « Viste lMccdllcgIevdcsnzmlpIglgtSvclttilaspdcdaddpsssledvdtncdzftrps] le irregolarità edilizie, — continua Marocco — abbiamo pensato di chiedere all'Aspera di venire incontro al Comune per le opere di urbanizzazione, soprattutto per la costruzione di un edificio scolastico. Ci hanno risposto picche ». Di qui la decisione della giunta e del sindaco Carbone di Inviare alla società la « diffida » e al pretore un esposto per avviare la relativa Inchiesta giudiziaria. Secondo le rilevazioni del tecnico comunale geom. Paolo Gastaldi, l'Aspera avrebbe edificato nell'area dello stabilimento in frazione San Giovanni, oltre 2700 metri quadrati In difformità alla licenza e oltre settemila senza permesso. Tra questi, il fabbri¬ cato per servizi e mensa, 11 deposito olii, la centrale termica, il deposito propano, quello delle bombole, numerosi serbatoi, le pensiline per un totale di una quindicina di manufatti. Saranno tutti demoliti, come ha intimato il sindaco? Che cosa succederà dopo l'esposto al pretore? Il presidente dell'Aspera, dott. Agostino Canonica Ieri era fuori città e non è stato possibile sentire il punto di vista dell'azienda dopo la decisione del sindaco. Ma sono In pochi a credere che nelle prossime settimane all'Aspera di Riva entreranno bulldozer e pale meccaniche per abbattere 1 capannoni irregolari. Anche se non lo dicono espressamente, amministratori comunali e popolazione sono convinti che si arriverà prima o poi ad un compromesso e che la scuola nuova si farà. Con il contributo di chi? Questo lo scoglio da superare. Operai dell'Aspera e sindacati che seguono dall'esterno la vicenda, hanno espresso una preoccupazione. « Non vorremmo — hanno detto — che l'azienda con pretesti vari decidesse di ridurre l'occupazione o l'orario di lavoro ». Il Davide-Comune il suo sasso contro il Golla-Aspera l'ha già scagliato, agguerriti legali dell'una e dell'altra parte stanno affilando le armi per lo scontro nelle aule di giustizia. Ma sarà proprio Inevitabile? Guido J. Paglia

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