Quando lei salta due metri
Quando lei salta due metri ROSEMARIE, LA PIÙ' ALTA DEL MONDO Quando lei salta due metri «Prima donna della storia al mondo, Rosemarie Ackermann ha saltato in alto la fantastica quota di due metri». «Il significato di questo primato è così grande da inserirsi di forza tra le storiche tappe del progresso sportivo dell'umanità». «Nel 1952, Roveraro superò, tra grandi clamori nazionali, il primato italiano di 2 metri. Venticinque anni dopo, Rosemarie l'ha raggiunto: il record può dunque appaiarsi a quello di Bannister (sotto i 4 minuti sul miglio) o di Owens nel salto in lungo (8,13). Accanto a questi grandi è già il posto di Rosemarie Ackermann». Così le gazzette. Ma il record mondiale dei due metri nell'alto era già stato raggiunto da Horine nel 1912. Perché una creatura umana di sesso femminile riuscisse a modificare il proprio corpo fino ad uguagliare una prodezza compiuta da una creatura umana di sesso maschile sono stati necessari 65 anni, durante i quali il record maschile del mondo è passato a m 2,33. Che cosa dobbiamo concludere? Dobbiamo rifarci, ancora, al leopardiano: «Che se più molli / e più tenui le membra, essa la mente I men capace e men forte ancora riceve»? Mah! Sappiamo che alcuni popoli che nel 1910 erano chiamati selvaggi avevano fatto da secoli una specialità regionale del salto in alto e ne davano continua prova nei giochi delle loro festività. I Watussi, per esempio. Valendosi della loro eccelsa statura e di uno speciale allenamento, i Watussi saltavano con relativa facilità oltre due metri di altezza. Non possiamo meravigliarci di niente. Se in questi settanta anni le generazioni dei Watussi fossero state allenate via via con le tecniche americane più moderne e da ultimo con il metodo di Dick Fosbury, è probabile che oggi salterebbero tre metri. La stessa altezza media di un popolo può variare in pochi decenni. Ne abbiamo la più bella prova in Italia, oggi. Chi ha la mia età si vede intorno una gioventù alta normalmente dieci o quindici cm più della gioventù dell'inizio del secolo. Grazie ad un pro\ gresso economico che tuttaI aia data soltanto dal '45, le nuove generazioni italiane stanno per raggiungere la statura media dei popoli nordici. Non possiamo meravigliarci di niente e non possiamo negare alle donve la possibilità di una futura parità com¬ pleta con l'uomo. Semmai, dobbiamo sospettare che la loro parità economica e sociale sia un obiettivo più lontano della parità fisiologica. Se mi è permesso usare un plurale orrendo, e che potrà non piacere alle nostre femministe, dirò che le atlete raggiungeranno gli atleti più rapidamente di quanto le artiste raggiungeranno gli artisti, le professioniste i professionisti, le politiche i politici... Abbiamo letto che la Rosemarie, invece di seguire il metodo Fosbury, si è allenata col metodo di Erhard Miek, e cioè al salto ventrale. Le sono stati necessari dieci anni di esercizi quotidiani. Meno che mai nel salto la natura opera per salti. «Ogni cosa — diceva Antonio Rosmini Serbati — ogni cosa per gradi si fa, non per salti; ma, passando dagli inorganici agli organici e dal- la vita animale alla vita della libera elezione, la distinzione rimane netta lossia c'è un salto] appunto per ciò che dall'una all'altra è impossibile che gradi ci siano. Questi riguardano il processo delle forme esteriori, non l'intima essenza». Dopo le grandi scoperte della fisica, della chimica e della biologia, da Darwin fino a Teilhard Einstein Monod, la filosofia moderna non ha più niente in comune con quella del Rosmini. Noi sappiamo che è proprio tutto il contrario: si è passati e si passa per gradi dalla materia allo spirito, in altre parole, nella realtà cosmica non esiste nessun salto. E dunque, se ammettessimo che il genere umano non può finire, dovremmo accogliere senza meraviglia tutto: altro che un salto di due metri, farebbero un giorno le nostre ragazze! Un po' di pazienza. Sarebbe solo questione di tempo. Il problema, purtroppo, è molto diverso, e terribilmente angoscioso. Non a progredire possiamo pensare oggi: ma a sopravvivere e, se è necessario per sopravvivere, anche a regredire. Tutto il resto è sogno, suicidio, follia. Mario Soldati
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