Ecco come è fuggito Kappler
Ecco come è fuggito Kappler La ricostruzione compiuta dai Servizi di sicurezza Ecco come è fuggito Kappler Sarebbe uscito a piedi dalla sua stanza, scendendo col montacarichi - Al pian terreno lo attendeva la 132 col portabagagli aperto: qui dentro avrebbe fatto pochi metri; su un'altra auto sarebbe stato portato al di là del confine Roma, 25 agosto. Un «terzo uomo» ha portato in salvo Herbert Kappler e signora al di là del confine con la Germania la mattina di Ferragosto. I servizi di sicurezza stanno cercando di identificarlo tra i conoscenti della signora Anneliese Wenger e soprattutto di suo figlio, Eckerard Walther, che il 12 agosto scorso — mentre sua madre arrivava all'aeroporto di Fiumicino — introdusse in Italia la Opel bianca «Commodore» che sarebbe poi servita all'ex tenente colonnello nazista per tornare in patria. Herbert Kappler — secondo questa ricostruzione — sarebbe salito a bordo della Opel a pochi metri dall'ingresso dell'ospedale del Celio, dopo aver percorso quel breve tratto rinchiuso nel baga¬ gliaio della 132 rossa affittata da Frau Anneliese a Fiumicino nel primo pomeriggio del 12 agosto. Non c'è stata nes- suna fuga in valigia — è ormai certo e, lo ha confermato 10 stesso ministro della Difesa, Lattanzio alla Camera — quindi Kappler è uscito dalla sua stanza con le sue gambe e in montacarichi avrebbe raggiunto il pian terreno dove ad attenderlo c'era il bagagliaio della 132. Il rifugio di fortuna era stato reso più «abitabile» da alcuni cuscini di gomma, dell'esatta misura dell'abitacolo, acquistati il giorno prima ai magazzini «Stantìa» del quartiere romano Talenti (Montesacro) da un signore tedesco, sulla sessantina che gli investigatori hanno identificato come l'uomo che, insieme con 11 figlio della signora Anneliese, attese il carro attrezzi ac- canto alla «132», in panne nei pressi di Trento. Ed ecco lo svolgersi della sequenza: Kappler esce dalla sua stanza, non visto, raggiunge il pian terreno ed entra nel bagagliaio; Frau Anneliese torna nella sua stanza per controllare che nessuno si sia accorto di nulla, ne viene fuori subito dopo con le scarpe in mano facendo con il dito indice il segno del silenzio ai 3 carabinieri di guardia, come ad intendere che suo marito, sprofondato nel sonno, non doveva essere disturbato. Raggiunge rapidamente la 132 rossa, si mette alla guida ed esce dal Celio. E' da poco trascorsa l'una della notte del 14 agosto. A pochi metri dall'ingresso dell'ospedale c'è l'Opel con 3 uomini a bordo: i due tedeschi che si faranno poi ritrovare accanto all'auto rossa in panne e il «terzo uomo» che rimane alla guida della Opel bianca. Frau Anneliese «libera» il marito dal portabagagli e la coppia si trasferisce sulla vettura tedesca. Le due auto si avviano insieme verso l'Autostrada del Sole che imboccano contemporaneamente alle 1 e 54. Poco dopo le 6 del mattino successivo la 132 perde olio (la perizia ha stabilito che il tappo del serbatoio si è guastato per un difetto di fabbricazione), ma a questo punto la Opel bianca continua il viaggio fino al Brennero e qualche minuto dopo le 8 entra in Austria. La ricostruzione dei fatti, cosi come l'hanno messa a punto i servizi di sicurezza, è stata trasmessa questa mattina al giudice istruttore militare, Fabrizio Gentile. Un'indagine parallela è stata avviaSilvana Mazzocchi (Continua a pagina 2 in quinta colonna)
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