Gli amari giovani delle "Vallette,, di Francesco Bullo

Gli amari giovani delle "Vallette,, Inchiesta tra chi non è andato né andrà in vacanza Gli amari giovani delle "Vallette,, La borgata è una piccola città cresciuta troppo in fretta: 54 mila abitanti, 14 mila ragazzi tra i 15 e i 25 anni - "Ci hanno appiccicato l'etichetta di delinquenti, difficile per noi trovare lavoro" - Ignorano le iniziative comunali, sono sarcastici con chi parla d'impianti sportivi non lontani - Rabbia e delusione Quest'anno, ancora più che nei precedenti, sono molti I giovani che non hanno partecipato al grande esodo di agosto. Studenti, operai, disoccupati costretti a casa da ristrettezze economiche. Per incontrarli basta andare nel quartieri periferici, nei vecchi borghi o nel nuovi agglomerati di case popolari. Un volto poco conosciuto di Torino da non trascurare. Sono ì forzati del cemento. Il primo appuntamento è alle Vallette, sinonimo da sempre di Immigrazione, di problemi sociali irrisolti, il simbolo scomodo di una città cresciuta troppo in fretta. Una città di 54 mila abitanti, più grande di Rivoli, con quattordicimila giovani tra i 15 e i 25 anni. Ore 18, viale del Mughetti. Ragazzi e ragazze allineati lungo I muriccioli che fiancheggiano i casermoni dell'Istituto autonomo case popolari, lo sguardo nel vuoto. Le ferie? 'Neanche parlarne — risponde Ciro, 22 anni, stampista, in cerca di occupazione — niente lavoro niente ferie. Posti ce ne sarebbero, ma a 1500 lire l'ora e senza marchette. Se vogliamo I versamenti dobbiamo tirare fuori noi I soldi. A queste condizioni meglio fare I disoccupati: Ma quest'atteggiamento da padrone delle ferriere non può certo valere per le medie e grosse Industrie... «£' vero, quelli però non assumono certo noi — interviene Enzo, 21 anni, anch'egli disoccupato —. Slamo delle Vallette, è tutto detto: Con amarezza spiega. 'CI hanno appiccicato in fronte un'etichetta. Vallette uguale delinquenza. Non è vero, ma è difficile far cambiare opinione alla gente. Basta un episodio, una donna che ruba al mercato, un uomo impazzito per la miseria che spara e subito sì parla del "lazzaretto", del quartiere senz'anima'. Ci spostiamo. Via Glicini, viale Gladioli, via delle Verbene. -Bel nomi, ma di fiori neppure l'ombra. Guarda, I bimbi giocano sul marciapiede. In strada, tra I bidoni dei rifiuti'. Camicetta bianca, scollatura generosa, Terry accusa: 'Nessuno pensa a noi. Un lavoro ce l'ho, ma con lo stipendio da ap¬ prendista non mi sono certo potuta permettere vacanze al mare': Diciotto anni, lavora nel laboratorio di una camiciaia. Passa i pomeriggi d'agosto a spasso con un'amica, Anna, della sua età. 'Andiamo in giro, parliamo, qualche volta facciamo un salto in centro. Un giro in via Roma a vedere le vetrine dei negozi. Di sera con I genitori sotto gli alberi del viale a prendere II fresco'. Poco lontano alcuni bimbi giocano al pallone. Per loro almeno il Comune ha inventato «estate ragazzi». 'Che cosa è?» chiede Antonio, 17 anni, studente. Cerchiamo di spiegare l'iniziativa della giunta. 'Bello — dice Giovanna, una vispa ragazzina che si è avvicinata, Incuriosita dal fotografo — ma non ne sappiamo nulla. Potevo mandarci mia nipote. Invece devo sempre portarmela dietro'. Non è l'unica. Anche gli altri giovani che abbiamo incontrati sono caduti dalle nuvole, a sentire parlare di «Estate ragazzi». Eppure Il Comune ha dato molta pubblicità all'iniziativa, ne hanno parlato I giornali. -Può darsi — è la risposta di tutti — ma noi non sappiamo nemmeno che esista'. E anche questa è emarginazione. Giriamo l'angolo. Altri muretti, altri giovani: parlano del prossimo campionato di calcio. Che fate tutto Il giorno? 'Nulla: Basta poco per vincere la noia. Una nuotata In piscina, quattro calci al pallone, una partita di tennis o un torneo di bocce. 'SI vede che hai studiato — mi dice arrogante un ragazzo — a noi non sarebbe mal venuto In mente: Sarcastico, modi bruschi, Antonino parla per I compagni che gli stanno intorno. 'Possiamo fare queste cose sull'angolo tra via Sansovino e corso Grosseto, fra una macchina e l'altra: Per risposta, gli leggo l'elenco di impianti sportivi che. l'amministrazione comunale ha costruito nella zona o poco lontano. Tre campi di calcio in via delle Primule, altri tre In corso Appio Claudio: due alla Pellerlna; le piscine di via Sospello e della Pellerlna; I campi da tennis di corso Appio Claudio; il «percorso ginnico» del parco Carrara. Nensuno può certo pretendere di aver tutto sotto casa e in mezz'ora al massimo con tram o autobus chiunque può trovare la svago preferito. «Tuffa feorla — replica Antonino —. / campi di " football sono riservati alle squadre, e comunque In questo periodo sono chiusi. Le piscine non sono nostre, sono fuori quartiere, per altra gente. Il tennis costa troppo. Il percorso ginnico fallo tu: E' un discorso difficile. Occorre superare vecchie diffidenze, Incomprensioni, errori. 'Non ci hanno dimenticati — sostiene Ciro — ma si ricordano di noi solo In certe occasioni. Mìo cugino Gianni, l'altro giorno l'hanno portato In questura per accertamenti. Era andato dalle parti di Porta Nuova a fare acquisti. Ha solo 13 anni ma quando ha detto di abitare alle Vallette l'hanno caricato su un cellulare, perché qui siamo tutti delinquenti'. Rabbia, amarezza, delusione. •Slamo un problema — conclude Enzo — ma hanno trovato la soluzione. Vai più In là, vedrai dove stanno costruendo il nuovo carcere. C'è posto per tutti. Così hanno risolto il problema del giovani e del disoccupati'. Francesco Bullo

Persone citate: Rabbia

Luoghi citati: Rivoli, Torino