Un ispettore di Scotland Yard a Torino per una tentata truffa di 240 miliardi di Claudio Cerasuolo

Un ispettore di Scotland Yard a Torino per una tentata truffa di 240 miliardi "Mente,, del colossale raggiro sarebbe il produttore Pier Luigi Torri Un ispettore di Scotland Yard a Torino per una tentata truffa di 240 miliardi L'inchiesta è partita da Londra, dove due banche sono state costrette a chiudere - Complesse operazioni finanziarie con ramificazioni nella nostra città, a Milano e Roma - Già arrestate, nella capitale inglese, nove persone, oltre al play-boy romano, legato allo scandalo del "Number One" - Altri mandati di cattura? Scotland Yard a Torino per scovare nelle banche cittadine (analoghi controlli sono In atto a Milano e a Roma) le prove di un colossale tentativo di frode che si aggira sui 300 milioni di dollari. Al centro dell'Inchiesta, Pier Luigi Torri, 11 produttore cinematografico e play-boy protagonista dello scandalo del night « Number One », noto alle cronache giudiziarie fin dal '74. Dopo una condanna a quattro anni di carcere per falso e calunnia, Torri si è trasferito a Londra, dove è oggi ospite delle prigioni inglesi, insieme a nove complici. L'ispettore di Scotland Yard venuto In questi giorni a Torino, Roger Kenneth, sta cercando di recuperare titoli e denaro, frugando nelle banche con una lista di nominativi che si sospetta siano legati all'organizzazione. Le indagini sarebbero partite dalla « Metal Research », una società panamense per la ricerca e lo sfruttamento di metalli, che sarebbe servita ai trafficanti per garantirsi una copertura fasulla presso la banche. LA FRODE — L'accusa che la giustizia inglese muove a Torri e al complici è di tentata truffa, di emissione di assegni a vuoto e altre imputazioni minori. Fino al momento dell'arresto. Torri occupava un lussuoso appartamento al numero 4 di Mount Street, nella elegante zona di Mayfalr, a duecento metri dall'ambasciata italiana. All'origine del colossale tentativo di frode c'è un complesso di operazioni finanziarie con investimenti por trecento milioni di dollari. Due banche londinesi, la « Maritime Bank », che ha un discreto giro d'affari, e la « International Commerce Bank », sono state costrette a chiudere i battenti. L'intervento della Banca d'Inghilterra ha evitato conseguenze peggiori anche per altri istituti di credito. All'epoca dell'arresto di Torri e dei suoi complici, più di qual- che giornale ha ventilato l'ipotesi che nel canali commerciali e finanziari del produttore circolasse denaro proveniente da riscatti e destinato a centrali eversive nere. La circostanza non ha finora trovato una controprova nelle indagini istruttorie, anche se si continua ad indagare in quella direzione. GLI IMPUTATI — La lista comprende nomi assolutamente sconosciuti alle cronache. L'unico particolare che colpisce è la composizione eterogenea del gruppo (italiani, francesi e Inglesi), una prova indiretta della ramificazione a livello Internazionale della organizzazione. Pier Luigi Torri è considerato dalla polizia britannica il maggiore indiziato. I complici sono Alberto Frascati, Veronlque Blot, 21 anni, londinese, Renée Harrys, amministratrice, Flavio Baraccini, avvocato milanese, Giampiero Boccardl, amministratore, Vincenzo Lawyer, Roberto Laiolo, Jean Plat, Mauro Cavacciutl. Il 10 maggio scorso sono comparsi tutti davanti al giudice per un'udienza preliminare. I primi sette sono accusati della truffa e di emissione di assegni a vuoto per un importo complessivo di un milione e mezzo di dollari. Laiolo è accusato di aver smerciato in maniera fraudolenta una Rolls Royce del valore di 18.000 sterline, Plat di ingresso illegale nel Regno Unito e Cavacciutl di furto di travellers cheques. IL PERSONAGGIO — Nella vicenda giudiziaria inglese basta il solo nome di Pier Luigi Torri a destare l'Interesse della cronaca. Milanese di nascita, romano di adozione, 43 anni, produttore cinematografico di pellicole destinate a circuiti periferici, l'uomo ha avuto al suo fianco Jane Mansfield, Ann-Margret, Sylvia Casablanca, Nathalie Wood, Marisa Meli, tanto per citare qualche nome. L'entità della cifra a cui ammonta la tentata truffa non sorprende molto conoscendo il personaggio. Il suo panfilo « Teseus », alla fonda davanti alla spiaggia di Saint-Tropez, misura 47 metri di lunghezza e ha undici uomini d'equipaggio. Soltanto per lussi del genere ci vogliono entrate per centinaia di milioni l'anno. Ma di soldi, Torri ne ha sempre avuti e lo dimostra l'ultimo suo acquisto, l'alloggio nella lussuosa zona di Mayfalr dove è stato arrestato. IL NUMBER ONE — All'origine dello scandalo del celebre night di Roma, che divenne un punto di riferimento obbligato delle cronache mondane dell'Inizio degli Anni Settanta, fu una telefonata compiacente fatta da qualcuno (secondo l'accusa, Torri) che consenti ai carabinieri di scoprire che la droga circolava liberamente nel locale. C'è chi dice che Torri abbia fatto quella telefonata per vendicare la fine dell'amico Bino Cicogna, rovinato dagli stupefacenti che aveva cominciato a prendere proprio al Number One. Per distruggere Paolo Vassallo, gestore del night. Torri avrebbe fatto nascondere la droga nel locale e nella sua auto. Vassallo era a Parigi quando scoppiò lo scandalo. Tornò in tempo per vedere i carabinieri che perquisivano la sua Volkswagen e vi trovavano sotto il sedile posteriore diciotto grammi di cocaina. Il processo si concluse con otto condanne. Pier Luigi Torri fu ritenuto un calunniatore, ma non per aver accusato Vassallo. Il tribunale di Roma si convinse che nell'ambito del night la droga circolava liberamente. Il rivale Vassallo fu condannato a 3 anni. I RISVOLTI TORINESI — L'ispettore di Sotland Yard è arrivato a Torino la scorsa settimana. Cercare soldi nelle banche nel capoluogo torinese vuol dire per forza cercarli all'Istituto San Paolo. E' 11 che Roger Kenneth si è recato con una Usta di no minativi, munito di un'autorizzazione datagli per rogatoria dal magistrato italiano, 11 giudice istruttore consigliere Palaia. « C'è stato un interessamento di Scotland Yard per alcuni nominativi, che però non risultavano clienti della banca », ha confermato un responsabile dell'istituto. L'impressione è che il giro di frodi messo in piedi da Torri e dai suoi complici graviti tra Londra e istituti di credito milanesi. II magistrato italiano ha smentito l'esistenza di mandati di cattura. Qualche personaggio torlne se, legato all'organizzazione, sarebbe stato identificato. Ma è fuori città per le ferie e occorrerà attenderne il rientro. I poliziotti inglesi, reduci da Roma e da Milano, ripasseranno a Torino per un incontro con il magistrato italiano che li ha coadlu vati nelle indagini. Claudio Cerasuolo II produttore cinematografico romano Pier Luigi Torri è ora nelle carceri di Londra