Savona: geloso della moglie in vacanza la raggiunge e la uccide a colpi di fucile

Savona: geloso della moglie in vacanza la raggiunge e la uccide a colpi di fucile Spietato delitto a Urbe, nell'entroterra, la donna aveva 27 anni Savona: geloso della moglie in vacanza la raggiunge e la uccide a colpi di fucile (Nostro servizio particolare) Savona, 17 agosto. Un'insegnante elementare di 27 anni, Maria Angela Lanza, madre di un bimbo di 4 anni, Alessandro, è stata uccisa, ieri notte, con due colpi di fucile da caccia calibro 12, esplosi a bruciapelo dal marito, Osvaldo Masini, 30 anni, autista di pullman di gran turismo, per motivi passionali. Teatro della spietata esecuzione, via Stefano Ramorino di Urbe, un piccolo centro dell'entroterra di Savona al confine con le province di Alessandria e Genova. Qui i genitori della vittima, Vittorina Zimino e Angelo Lanza, gestiscono la trattoria-pensione «Olba», di fronte allo slargo I del trivio dove c'è la chiesa I parrocchiale. D'estate, Angela Lanza è sempre ospite di pa dre e madre. " La giovane è stata colpita mentre stava rientrando nell'abitazione dei genitori dopo un'animata discussione col marito, ed è caduta supina sul gradino dell'ingresso: tre minuti dopo era morta-. L'uxoricida è fuggito sulla «128» gialla targata Milano e affittata a Genova, a bordo della quale era arrivato a Urbe. Ha raggiunto il capoluogo lombardo, dove è stato intercettato da una gazzella dei carabinieri. Si è costituito dicendo: «Ho ucciso mia moglie, portatemi al comando». Erano passate da poco le due del mattino. Un'Alfetta del nucleo radiomobile di Savona, con il maresciallo Di Gifico e il carabiniere Bartolotta, è subito partita per Milano e, alle sette e dieci di stamane, Osvaldo Masini, manette ai pólsi, ha varcato l'ingresso della caserma di corso Ricci a Savona, dove in giornata sarà interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Stipo. Durante il viaggio l'uxoricida non è stato molto loquace. «Mia moglie mi tradiva con un uomo di Savona che non conosco — ha detto —, ma lo sapeva tutto il paese». Masini vestiva calzoni verdi, scarponcini, camicia a quadri. Nell'auto sequestrata, oltre all'arma del delitto, una doppietta, i carabinieri hanno trovato una parrucca, un cannocchiale e jeans: l'attrezzatu ra per camuffarsi, seguire e cogliere in flagrante la moglie. Maria Angela Lanza, uno splendido viso, capelli castani, era considerata la più bella signora di Urbe. Davanti al corpo pietosamente ricoperto in attesa del magistrato inquirente, la gente del posto dice: «Viveva soltanto per il figlio ed i genitori. Benché il marito la picchiasse, non ha mai accettato che rapporti più che corretti e di rispettosa confidenza con gli uomini che conosceva». Lo zio materno, Simone Zimino, dice: «Ve- dei'o mia nipote ogni giornopiù triste ed avvilita. Il mari- \to la maltrattava continuamente: era un pessimo soggetto, non sono andato neppure al loro matrimonio» e scoppia in pianto. Nella serata di lunedi l'ennesima lite fra i coniugi, forse la molla I che ha fatto scattare il raptus omicida a monte del quale vi sono anni di sospetti e di gelosia, forse assurda. Poco dopo le 21 di ieri sera Osvaldo Masini telefona alla moglie da Urbe, ma finge di essere ancora a Genova. «Fatti trovare a casa — dice — alle 22. Dobbiamo a tutti i costi chiarire la nostra situazione». La donna informa la madre della telefonata (il padre Angelo, sofferente di cuore, è già a letto a riposare) e decide di attendere il marito a casa dei genitori. Ha due sorelle, le gemelle Enrica e Roberta, di 23 anni, studentesse. Quest'ultima sta chiacchierando sul dondolo davanti alla trattoria con Diego Bodrato, 22 anni, di Genova, via Fermo 3, in villeggiatura ad Urbe dai nonni: saranno gli unici testimoni della tragedia che ha sconvolto una delle famiglie più stimate del paese Osvaldo Masini ferma lai I macchina davanti alla tratto- ria: «Chiama mie moglie —J dice alla cognata — ho biso~' gno di parlarle, mi aspetta». Maria Angela Lanza esce e discute a lungo con il marito, ma non accetta l'invito di salire in macchina: volta le spalle per rientrare in casa. L'uomo imbraccia il fucile che aveva sul sedile dell'auto ed esplode due colpi in rapida successione. La rosa di pallini la colpisce al fianco destro, le spappola la spalla e le spacca il cuore. Le detonazioni richiamano l'attenzione dei parenti, dei vicini di casa e dei giovani che ingannano il tempo nei locali del paese. Anche il piccolo Alessandro avverte la tragedia e dice: «Papà ha fatto "pum" con il fucile ed ha ucciso la mamma». Lo ripelerà fino a quando, esausto, si addormenterà. Accorrono i carabinieri del luogo e due medici, Pier Luigi Zaminetto e i Angelo Molinari, ma per la giovane madre non vi è più nulla da fare. Inizia la caccia all'uxoricida in fuga, vengono predisposti posti di blocco. I capitani Cocco/ella e Riccio coordinano le ricerche insieme al sostituto procuratore Giuseppe Stipo, che ha assunto la direzione delle indagini, coadiuvato dal pretore di Varazze. La salma di Maria Angela Lanza viene trasportata al cimitero e composta nella cappella mortuaria. Da Milano giunge la notizia dell'arresto di Osvaldo Masini. Gli inquirenti lavorano fino all'alba per verbalizzare le dichiarazioni dei testimoni. Quello che fino a tarda notte sembrava un giallo è chiarito: Osvaldo Masini, figlio di un agiato spedizioniere del porto di Genova, un uomo dal carattere violento, roso dalla gelosia per un fantomatico amante della moglie, ha distrutto la sua famiglia. Bruno Balbo Maria Angela Lanza