Indagini: confusione tanti interrogativi

Indagini: confusione tanti interrogativi Indagini: confusione tanti interrogativi (Segue dalla 1' pagina) manale Stern (tedesco) aveva scritto al direttore affermando che Anneliese Kappler stava preparando la fuga del marito. Poi, come al solito, Pannella è entrato in polemica col ministro Cossiga. L'ipotesi che Delle Chiaie (o il gruppo romano a lui legato e arrestato di recente) avesse una pianta del Celio è stata smentita seccamente dal capo dei servizi di sicurezza, Santino. Allora Pannella ha preso la palla al balzo affermando che al ministero dell'Interno un fatto tale ncn può risultare in quanto documen- ! ti del genere dovrebbero essere in possesso dei soli magistrati inquirenti. Confusione, abbiamo detto. Le indagini, da questo punto di vista, non si spostano di un millimetro. Chi le conduce ha intenzione di verificare con precisione l'effettivo stato di salute del prigioniero di guerra. Tutti i contrari alla sua liberazione e al suo trasferimento al Celio hanno più volte dichiarato di non credere alla gravità del suo male. Herbert Kappler — a quanto risulta — ha un cancro all'intestino. Ci sono perizie mediche che avvalorano questa diagnosi e che sono state compiute dal generale medico Polittena e dai professori Nava e Fegiz. Proprio una delle ultime visite (23 settembre del '76) affermava che, sen¬ za un'operazione chirurgica, la prognosi era di qualche mese di vita. Dopo questo consulto, Herbert Kappler aveva scritto una lettera in cui praticamente sollevava le autorità sanitarie italiane da qualsiasi responsabilità: cioè l'ufficiale nazista non voleva essere operato in Italia. Perché, se effettivamente aveva solo pochi mesi di vita? Forse la sua malattia era un bluff? Non siamo riusciti a metterci in contatto con i professori Fegiz e Nava, in crociera nel Mediterraneo, né con il generale medico Polittena. Non è possibile credere che dichiarazioni mediche di questo genere siano false. Ma l'ipotesi da alcuni avanzata parla di un piano «diabolico» (ma allo stato dei fatti non credibile) che avrebbe permesso a Herbert Kappler di uscire dal Celio. Il piano, che sarebbe consistito nel far credere l'ufficiale delle SS malato, in verità era una poderosa cura dimagrante. I dati a nostra disposizione dicono che il peso di Kappler, alla visita fiscale del 7 luglio scorso, era sceso a 48 chili e mezzo. Il 23 luglio l'uomo aveva perso mezzo chilo. Probabilmente alla vigilia di Ferragosto il suo peso era calato ancora. E qual era il motivo per cui Kappler non si alzava più dal letto se non perché, digiunando, non aveva più forze? Ipotesi, dicevamo, e come tali da verificare. Resta il fatto che la fisioterapista Anneliese aveva la capacità di massaggiare il marito e verificare tutte le posizioni possibili perché fosse in grado di entrare in una grande valigia. La valigia, poi, Anneliese Kappler l'aveva acquistata da tempo e se la portava spesso al Celio in modo che tutti si abituassero a questa presenza. Veniamo alle ultime ipotesi. Si è fatto cenno ad una organizzazione terroristica «Roter Morgen» (Rosso Mattino), in attività nella Germania federale e legata, si dice, agli anarchici del gruppo Baader Meinhof. Una telefonata che rivendicava a loro la paternità della fuga di Kappler è stata fatta alle agenzie. Ma l non ha avuto credito, così co' me un telex che incolpava del fatto i «Bambini di Dio» è stato ritenuto di pessimo gusto in quanto, oltretutto, il numero di codice dello stesso telex corrisponde a quello dell'ufficio telegrafico della direzione generale di pubblica sicurezza presso il ministero dell'Interno. Si viaggia nel fantapolitico. Ultime ipotesi che vengono fatte: l'evasione di Kappler potrebbe essere opera dei servizi segreti della Germania federale, oppure di gruppi neofascisti internazionali, con basi e appoggi in Italia, da sempre interessati alla liberazione di uno degli ultimi fantasmi viventi del nazismo.

Luoghi citati: Germania, Italia