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Piacevoli, patetiche (o commoventi) le vicende delle "villeggiature fedeli,, L'iniziativa presa da "La Stampa,, per le vacanze Piacevoli, patetiche (o commoventi) le vicende delle "villeggiature fedeli,, Ma quanti sono i «villeggianti più fedeli»? «Numerosi come i chicchi di riso in una scodella» a giudicare dalle lettere che ar- j rivano a La Stampa. Se i ta- > gliandi di adesione continuano con questo ritmo, sarà difficile trovare un locale che possa ospitare tutti questi amici. Ma non preoccupiamoci adesso, risolveremo anche questo problema. Il nostro non è un concorso ma una specie di indagine per scoprire quelli che per anni e anni sono andati e continuano ad andare in vacanza sempre nello stesso posto. Le lettere raccontano storie piacevoli, alcune patetiche, altre molto commoventi. Come quella scritta da ■ un parroco del Cuneese che «non si sente autorizzato a fare nomi in quanto i protagonisti sono chiusi nel loro dolore, non parlano con nessuno». Leggiamo un episodio che ci fa gustare il sapore dell'amarezza. «Marito e moglie bergamaschi da oltre trent'anni vengono quassù, cioè da quando è finita la guerra, perché è qui che è morto il loro unico figlio. Era partigiano ed è rimasto intrappolalo in un rastrellamento. Queste strade, queste vecchie baite, queste montagne sono il filo del ricordo che li lega al loro figlio». Scorriamo la posta e la lettera che ci capita tra le mani ci fa sobbalzare. Arriva da Ventimiglia ed è spedita da Tina Com-1 ba Garagnani, Oberdan 8. Inizia: condominio «La villeg¬ giante fedele?... più di così!!! Quarantanni, dico 40, che ven go a Ventimiglia! Anche ora che non ho più mio marito continuo a venire in villeggiatura! Per me è un luogo stupendo, bellezze naturali, accogliente sotto ogni aspetto. Gli abitanti mi reputano una di loro, mi vo- ;j gliono bene ed io sento meno la j solitudine essendo rimasta sola, A voi premiare la fedeltà» e per | chiudere il discorso, scrive tra | parentesi: «vengo da Roma». [E cosa dire di «tota Lina» che - da 55 anni va in villeggiatura a ; Novalesa, in un appartamentino ' ;in vicolo Forno «il quale nonostante i 78 anni della inquilino è lindo e grazioso». Anna Maria Rossi, che ci ha scritto, continua: «Ho sentito parlare di "tota Lina" da mio marito ormai deceduto da 23 anni. Mio papà mi raccontava che la "tota" lo faceva giocare quand'era piccolo, poi fece giocare me e le mie j sorelle ed ora vezzeggia i nostri j bambini. Ininterrottamente dui l'inizio di giugno alla fine di | settembre vedo girare "tota Li| na" per le strade di Novalesa». [«Tota Lina» è Pao'a Varvello, - abita a Torino, in via Cigna 4. ; Scorriamo la posta e peschia' mo un'altra lettera. Non c'è il tagliando (forse il simpatico amico si è dimenticato di infilarlo nella busta) e la calligrafia tremante ci impedisce di capire bene il nome: Alberto Mareni, Marteni oppure Bartoni. La lettera comunque arriva da Sanremo. «Ci credete — scrive —? Ma sono talmente "fedele" che il proprietario della pensione prima di tingere la stanza che occupo "da sempre" mi telefona per sapere il colore che preferisco». Addirittura una lettera con fotografia. Lei con il braccio sinistro sulla spalla del marito. Sono i coniugi Scursatone, di Genova. La donna è da 73 anni (da quando era in fasce, evidentemente) che villeggia a Castine, in provincia di Cuneo. E dal 1919 ci va assieme al marito. Questo record di fedeltà è segnalato dalla signora Maristella Lagostena, che abita in piazza Mercato 2, a Castino, naturalmente. Chiudiamo questa piccola ras; segna di episodi, questo pizzico di mondo nuovo che molti di noi ignorano. Scopriamo che ba-I sta poco per innamorarsi di un | posto: lo scorcio di una monta-gna, la visione della citta che si | intravede lontana, nell'incavo | dell'orizzonte, la chiacchierala tra amici nella vecchia osteria del paese o il semplice sorriso sincero di una persona. Aldo Popa'z