I socialisti vogliono essere la terza forza tra dc e pci

I socialisti vogliono essere la terza forza tra dc e pci Accordo a sei, e contraccolpi in periferia I socialisti vogliono essere la terza forza tra dc e pci Il segretario provinciale: "La federazione è unita, c'è un patto operativo tra sostenitori di Craxi e sinistre. Abbiamo svolto una funzione importante nell'amministrazione della città" Ad un anno dalla « lunga notte » dell'hotel MIdas, indicata come « la vittoria del quarantenni », il psi si avvia al congresso straordinario. SI svolgerà probabilmente nella primavera 1978. E' un avvenimento nazionale che determina, anche a parecchi mesi di distanza, contraccolpi in periferia: dal piccoli paesi alle grandi città del Sud, del Centro e del Nord. GII schieramenti — appena viene annunciato un congresso — si precisano. Il fenomeno vale anche per Torino. E' recente, ad esemplo, la formazione di un gruppo maggioritario che fa capo al segretario nazionale Craxi, recentissima la costituzione di un « drappello » che con Biffi Gentili e Francone segue Manca. Quali sono le prospettive? Che cosa accadrà alla ripresa politica di settembre? Sono vere le voci di contrasti all'interno del psi, fra amministratori di enti diversi? Risponde il segretario provinciale, Giuseppe La Ganga. Non ha ancora 30 anni, ma si definisce un convinto sostenitore della generazione dei quarantenni. Dice: «il Torino siamo tutti schierati con i "vincitori" del Midas. Da Mondino, a Froio, ad Alessio, a Rolando ed a me che sosteniamo Craxi, a Borbon e Fiandroltì vicini a Signorile, ai nuovi "amici" di Manca. Nella nostro città non vi sono tendenze "di ritorno" al governo (cioè sulle posizioni di De Martino-Mancinij, né dissidenti di sinistra, con Achilli o Codignola. La federazione è di fatto gestita unitariamente con un accordo operativo fra i sostenitori di Craxi (il cosiddetto gruppo dei 40, ndr) e la sinistra ed è arbitrario individuare wui terza forza che medi fra queste due». Ma — come ammette — ci sono ancora Biffi Gentili, con Manca e gli ex manclniani affluiti nel gruppo dell'ex sindaco di Milano, Antasi. «Certo. Esiste questo terzo schieramento. Dobbiamo però ancora valutare sta la sua consistenza, sia le sue caratteristiche politiche. Al di là di queste "divisioni" interne, mi preme comunque sottolineare lo staio generale del partito ad un anno dalla mia elezione. La situazione, dopo lo sconcerto per la sconfitta del 20 giugno '76, è gradualmente migliorata. Non abbiamo ancora raggiunto il traguardo che ci eravamo prefissati, ma intanto abbiamo creato 15 comitati di zona, avviato, soprattutto con la conferenza operaia, un collegamento più preciso con i nuclei aziendali socialisti, nelle fabbriche, possiamo contare su una maggiore presenza negli organismi di massa e fra le categorie sociali». E negli enti locali? «Vi sono situazioni non facili, soprattutto in alcuni grossi Comuni della cintura. Dove il pei cerca di coinvolgere a tutti i costi la de, provocando le giuste rimostranze dei socialisti. Negli enti locali maggiori (Comune di Torino e Provincia) la situazione è relativamente tranquilla. Ci sono stati due anni di buona attività in cui noi socialisti con il piano dei trasporti e quello commerciale, con l'ecologia, il verde, i problemi della casa ed il Decentramento abbiamo svolto un ruolo importante. Ora si tratta di raccogliere le forze per il triennio finale: t programmi ci sono, bisognerà attuarli». I consiglieri provinciali socialisti hanno però «levato gli scudi» contro i loro colleghi della Regione. Che cosa ne pensa? «Sì, a Palazzo Cisterna la situazione è un po' più incerta. E' determinata dalla stessa incertezza per il futuro dell'ente. In questo senso si può spiegare, senza drammi, anche la polemica fra amministratori provinciali e regionali. Il ragionamento mi pare semplice: se le Province dovranno sparire è giusto non caricarle di nuova funzioni; se — come credo — dovranno trovare una nuova collocazione intermedia fra Comuni e Regione, allora sarà necessario esaminare il problema con maggior attenzione». Ultima domanda. In un'intervista a La Stampa il segretario nazionale Craxi ha osservato che si fanno «troppe prediche» al psi. Avviene anche a Torino? La Ganga conclude: «Abbastanza. Ma le prediche possono avere due spiegazioni. Forse ci vogliono troppo bene e tentano di ricondurci sulla buona strada; oppure ci vogliono tanto male da trasformare l'abbraccio (camuffato da predica) in una stretta mortale. Ma, battute a parte, il psi desidera solo di poter proseguire per la propria strada. Che vuol dire — accanto a pei e de — avere la capacità di creare una «terza forza» socialista, schierata a sinistra, autonoma dai comunisti ed in alternativa al democristiani». Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Comune Di Torino, Milano, Torino