Nuove speranze dagli Usa per un farmaco antivirale

Nuove speranze dagli Usa per un farmaco antivirale Rientrerà anche nelle terapie anticancro? Nuove speranze dagli Usa per un farmaco antivirale Washington, 11 agosto. Un farmaco antivirale, la cui scoperta è paragonata per importanza a quella della penicillina, è stato sperimentato con successo da un gruppo internazionale di ricercatori del «National Institute of Health», che sorge alla periferia di Washington. L'annuncio è stato dato ieri sera dal prof. Richard M. Krause, direttore dell'Istituto statunitense per le malattie infetti ve e le allergie. Il suo collega Charles Alford jr., dell'Università dell'Alabama, ha dichiarato che l'uso del nuovo farmaco, chiamato Ara-A (Adenine Arabinoside) potrà essere esteso a una vasta gamma di malattie virali. Finora l'Ara-A ha dato ottimi risultati nel trattamento degli herpes encefalitici, infiammazioni cerebrali con conseguenze spesso mortali. Alford con il suo collaboratore Richard Whitley ha diretto la sperimentazione del nuovo farmaco. Ha ricordato che l'Ara-A è una sostanza isolata nel 1957 da una varietà di spugna del Mar dei Caraibi, nota con il nome scientifico Cryptothetia Crypta. «All'inizio — dice il ricercatore — venne presa in considerazione per le sue supposte qualità anticanceroge ne. Successivamente due ricercatori francesi, De Garilhe e De Rudder, avanzarono l'ipotesi che la sostanza avesse proprietà antivirali, he successive ricerche condotte nel nostro istituto in équipe hanno confermato questa intuizione». I primi studi relativi all'applicazione dell'Ara-A in campo umano cominciarono nel 1970. Un gruppo di persone malate di cancro e di forme virali come la varicella e l'herpes zoster furono curate con il farmaco e successivamente il trattamento fu esteso a pazienti che soffrivano di gravi infezioni erpetiche, come quella encefalitica. Non sono state fornite dai ricercatori statistiche dettagliate sui risultati ottenuti; ma fra quelli più confortanti è stato annunciato che proprio nei casi di encefaliti da herpes simplex la mortalità è stata ridotta sensibilmente: dal 70 al 28 per cento. Quanto al paragone fra la scoperta della penicillina e quella del nuovo farmaco, i ricercatori hanno ricordato come gli antibiotici siano efficaci soltanto per le malattie causate da batteri, mentre sono inutili contro i virus. Anche perché questi ultimi si trovano insediati normalmente all'interno delle cellule e non è stato finora possibile raggiungerli senza il rischio di danneggiare irrimediabilmente anche le cellule che li ospitano. Finora altri due farmaci specifici, in verità, hanno rivelato proprietà benefiche nel trattamento delle infezioni virali: YIdoxuridine e VAmantidine hydrodoride, ma di recente sono stati sollevati molti dubbi sulle loro controindicazioni. La somministrazione dell'Ara-A al contrario non produce gravi e spiacevoli effetti collaterali. Del nuovo farmaco si occupa il New England Journal of Medicine, fra i più quotati periodici scientifici statunitensi, nel suo numero fresco di stampa, e il New York Ti mes di questa mattina. La notizia è stata ripresa da numerosi altri giornali e da tutte le stazioni radiotelevisive che per l'intera giornata hanno continuato a trasmetterne gli estremi, arricchendola di pareri di scienziati e ricercatori. r. s. L'annuncio della sperimentazione di un farmaco efficace contro le malattie da virus ha destato interesse in tutto il mondo. Ma sono scarsi gli elementi forniti dai ricercatori statunitensi; nessuno può tranquillamente parlare di scoperta t> cezionale, pari a quella della penicillina, che ha aperto un'era terapeutica nella storia dell'umanità. Se lo si fa, è cedendo a un sentimento di speranza, a un auspicio. Tuttavia le autorevoli fonti scientifiche dalle quali è partito l'annuncio, dan¬ no garanzie di serietà, non fanno sospettare alcun bluff. Ha bene impressionato la cautela dei ricercatori statunitensi nell'elencazione dei tipi di malattie per le quali l'impiego dell'Ara-A è stato considerato efficace; ha fatto pensare che gli studiosi siano ottimisti sulle prospettive di successo nella lotta contro numerose altre malattie infettive. Si è saputo che il farmaco, oltre alle encefaliti erpetiche, ha dato buoni risultati in esperimenti controllati per curare varicella e Fuoco di sant'Antonio in malati di cancro; e che anche alcuni pazienti che avevano subito trapianti, perciò indeboliti nelle loro resistenze organiche, hanno tratto vantaggio dalla somministrazione. Com'è noto i virus costituiscono la causa più comune d'infezione nell'uomo e sono responsabili di una vastissima gamma di malattie, dai più comuni raffreddori alle influenze e alla poliomielite. Sul finire del 1972 fece clamore l'annuncio, dato da Sabiu, che il virus dell'Herpes simplex era responsabile di alcune forme tumorali, in particolare al collo dell'utero. Le ricerche in questa direzione erana state condotte da Sabin e dal napoletano Giuliano Tarro, (Continua a pagina 2 in prima colonna)

Persone citate: Alford, Charles Alford, De Rudder, Giuliano Tarro, Richard M. Krause, Richard Whitley, Sabin

Luoghi citati: Alabama, Usa, Washington