In pericolo 14 mila posti di lavoratori

In pericolo 14 mila posti di lavoratori In pericolo 14 mila posti di lavoratori La mappa delle fabbriche in difficoltà nella regione : l'orizzonte è sempre più scuro E' di questi giorni la radiografia tracciata dagli esperti della Cimerà di commercio su quella che sarà la macchina produttiva nei prossimi mesi in città e provincia. Abbastanza tetri gli umori degli operatori economici che prevedono cali della produzione, dell'occupazione e della domanda Interna. La seconda parte dell'anno, secondo gli indicatori congiunturali della Camera di commercio, sarà decisamente peggiore della prima con una variante positiva: i prezzi al consumo non dovrebbero registrare le impennate a cui eravamo da tempo abituati. Il primo campanello d'allarme è venuto all'inizio del mese da Settimo e da San Benigno dove 1 350 dipendenti di due fabbriche di penne a sfera, la Far e la Cipsa si sono ritrovati la fabbrica chiusa, un proprietario rifugiatosi in Svizzera dopo una conduzione fallimentare delle azlende. E' di questi giorni un'altra notizia rimbalzata da Glaveno dove la locale Manifattura riprenderà a lavorare a ritmo ridotto, 281 del 583 dipendenti rimarranno in cassa integrazione per tre mesi, poi si vedrà. Ma è prevedibile - e lo diciamo a rischio di dare fiato alle trombe del pessimismo — che le tre aziende non siano le uniche della nostra provincia ad avere l'acqua alla gola alla ripresa dell'attività dopo Ferragosto. Tutto 11 settore tessile è in crisi per una delle solite, cicliche crisi di meicato i cui sintomi si sono già manifestati prima delle grandi ferie. Secondo la « Nota informativa sull'andamento delle vertenze occupazionali » redatta dall'assessorato regionale al lavoro (l'aggiornamento è al 28 luglio) i posti di lavoro in pericolo, nel Piemonte, sono circa 14 mila. Quasi ottomila di questi riguardano la Montedison-Montefibre, Il loro futuro sarà segnato da un incontro in programma in settembre tra il governo e la società. Città interessate: Pallanza (3257 lavoratori), Vercelli (1877), Ivrea (1445), Chatillon (550), Rivarolo (900), Lanzo (300), Collegno (350), Tortona (520), Spinetta Marengo (1550). Gli altri seimila posti di lavoro in sospeso sono disseminati in 23 aziende della regione, 9 delle quali sono nella nostra provincia. Settore alimentare — Due le aziende con 11 flato grosso, Venchl Unica e Pernigottl (Novi Ligure). Per la prima il problema è di trovare un assetto proprietario definitivo, premessa per garantire stabilità produttiva e occupazionale. Per salvare i 600 posti di lavoro alla Pernigottl l'appuntamento è in dicembre quando s'incontreranno azienda, Comune e sindacati per concordare un piano di rilancio. Settore metalmeccanico — Il ventre molle è la Singer di Leinl, 1400 dipendenti, in cassa integrazione a zero ore da due anni. SI dà per certo il passaggio alla Gepi ma è ancora tutto in sospeso per quanto riguarda il riassetto proprietario, il tipo di produzione, il numero degli occupanti. Vertenze sono aperte all'Aprilia Industrie Frisoni di Varallo Pombia (530 lavoratori), alla Safiz di San Giuliano Nuovo (120), alle Fonderie Ferrari, Fime e Cromozama di Novara (300), alla Carlevaro e Cattaneo di Novi Ligure (130). Alla Walfat di Torino, i 60 dipendenti dopo due anni di autogestione, stanno formando una cooperativa. Ancora da definire l'affitto degli immobili e dei macchinari. Tessile e abbigliamento — 1 punti deboli riguardano la Mirsa di Galliate (620 maestranze), la Peretti Manifatture di Borgomanero (220), la Mabiskin (75) di Cocconato d'Asti, la Saita di Trecate (70), la Falmar di Asti (50). In città e provincia interessate l'ex Caesar (100), la Manifattura Cotoniera piemontese e l'Atema di San Francesco al Campo (250) che sono in attesa di finanziamenti e di forze imprenditoriali, la Tessitura di Verolengo (25). Settore chimico — Alla Snia Viscosa di Venaria (700 dipendenti) c'è preoccupazione perché l'azienda non ha ancora fatto conoscere il piano delle nuove attività sostitutive, le modalità e i tempi d'attuazione. Futuro incerto anche per i 410 dell'Euroflrgat di Villanova d'Asti, per i 200 delle ceramiche Besio di Mondovi, per gli 89 della Sampa di Borgomanero. Poligrafico e cartario — Alla Rexim di Rivoli (4O0) è in programma per settembre una verifica tra azienda, Comune e sindacati sui 200 dipendenti in cassa integrazione. Alla Cartiera di Ormea (Cuneo) è prevista cassa integrazione tre mesi. Che la congiuntura economica nei prossimi mesi non sia tra le più favorevoli lo si riscontra anche dal sondaggio trimestrale della Camera di commercio. Queste le previsioni degli industriali per l'autunno: produzione meno 22 per cento, occupazione meno 20, domanda interna meno 45, domanda estera meno 6, prezzi di vendita meno 20. Vedono « nero » anche i commercianti. Su cento grossisti, solo 9 prevedono un imminente aumento degli affari, 50 si sono messi le mani nei capelli, 41 hanno allargato le braccia indicando stazionarietà. g- j- P-

Persone citate: Besio, Carlevaro, Cattaneo, Peretti Manifatture, Singer, Spinetta Marengo