Terroristi: trovato il covo Amica del cileno fermata di Gianni Bisio

Terroristi: trovato il covo Amica del cileno fermata L'inchiesta sull'esplosione di Torino Terroristi: trovato il covo Amica del cileno fermata Comincia ad aprirsi qualche spiraglio sulla drammatica fine dei due terroristi dilaniati giovedì notte in piazza Umbria dall'esplosione di un ordigno che stavano trasportando. L'ufficio politico della questura ha scoperto il covo dal quale con ogni probabilità sono partiti ì dinamitardi: è l'abitazione deil'amica di una delle due vittime, il cile- no Marin Pinones. E' a duecento metri dal luogo dell'esplosione. Nell'alloggio, una ex portineria, sono stati trovati armi ed esplosivi. La donna, rintracciata a Marina di Massa dove si trovava, presso una sorella, fin dal mattino di martedì, è stata «fermata» e portata a Torino. Nel pomeriggio è stata sentita dal capo dell'ufficio politico dott. Fiorello alla presenza di un avvocato. Non vi sono indiscrezioni sulle sue dichiarazioni, ma non pare che la donna sia direttamente coinvolta nel fallito attentato. Oggi il magistrato dott. Savio deciderà se arrestarla. Sono intanto continuate le telefonate di sedicenti gruppi eversivi sulla vicenda. Gli inquirenti non vi danno peso, parlano di «fantasie di esaltati». Dopo quella dei Nap al bancario milanese, in cui si affermava che lo scoppio era in realtà un'esecuzione di due «confidenti dei carabinieri», ieri uno sconosciuto, qualificatosi come appartenente alle «Brigate comuniste internazionali», ha telefonato alle 13,30 alla redazione Ansa di Firenze dettando un comunicato: «Brigata Ulriche Meinhof. I compagni Attilio e Aldo sono caduti a Torino mentre si accingevano a colpire duramente lo Stato fascista e borghese. Onoriamo la loro me-1 moria». Lo sconosciuto ha aggiunto che «chi doveva essere colpito lo sarà ugualmente e ancor più duro anche se cerca di nascondersi dietro l'etichetta del magistrato democratico». Il messaggio così terminava: «Viva l'internazionalismo democratico, onore ai compagni morti». Circa la tesi che il terrorista cileno e il suo amico milanese fossero « confidenti » dei carabinieri c'è una smentita (ovvia) da parte dell'Arma. Un ufficiale ha detto che si tratta di « sciocchezze da non prendere neppure in considerazione ». Di diverso avviso voci provenienti dagli ambienti cileni di Torino: « Marin Pinones — dicono — era giunto in Italia per canali diversi da quelli dei fuorusciti. Potrebbe anche essersi venduto ». Il terzo uomo, il misterioso « Michele » di cui esiste un « identikit » fatto dr. due testimoni sui quali si mantiene il massimo segreto, potrebbe quindi essere il « killer ». Avrebbe preparato un innesco a tempo fasullo, facendo così esplodere l'ordigno in anticipo. Si tratta però di una supposizione molto fantasiosa. Veniamo invece ai fatti e all'evolversi delle indagini. La ragazza fermata ieri si chiama Silvana Fava, ha 25 anni, è sposata ma separata dal marito (un infermiere del Mauriziano) dal quale ha avuto un bimbo, Massimiliano, che ha quattro anni. Non molto alta, formosa, è giunta ieri mattina in questura poco prima di mezzogiorno accompagnata da un'assistente di polizia di Massa e dal dott. Calesini dell'uffìino politico. Appariva tranquilla. Come si è arrivati a lei? Il dott. Fiorello, in un incontro con i giornalisti pieno di comprensibili reticenze, ha spiegato che subito dopo l'esplosione in piazza Umbria è stato trovato il borsello del Marin Pinones con un indirizzo: via Ascoli 23. La casa è a meno di duecento metri dal punto dello scoppio. I poliziotti ci sono andati ed hanno forzato la porta. Nessuna delle chiavi trovate nel borsello del cileno apriva la porta dell'appartamento indicato dagli inquilini come frequentato da Gianni Bisio (Continua a pagina 2 in quarta colonna) Siivana Fava

Persone citate: Calesini, Meinhof, Silvana Fava

Luoghi citati: Firenze, Italia, Torino