Punto per punto le crìtiche alle troppe spese pubbliche di Natale Gilio

Punto per punto le crìtiche alle troppe spese pubbliche Pubblicata la lettera del Fondo monetario Punto per punto le crìtiche alle troppe spese pubbliche Riconosciuti gli sforzi del governo, il Fondo deplora i disavanzi del settore pubblico, invita a ridurli con il taglio degli stanziamenti e il blocco delle assunzioni Roma, 6 agosto. Il ministro del Tesoro, Gaetano Stammati, ha reso noto il testo completo della lettera «riservata» inviata nei giorni scorsi dal Fondo monetario internazionale. La lettera, firmata per competenza dal capo del dipartimento Europa del Fondo, Alan Whittome ma (ben lo sa chi conosce la prassi vigente allTmi), autorizzata e avallata dal direttore generale Johannes Witteveen, conferma integralmente quanto anticipato da La Stampa circa le preoccupazioni del Fondo monetario sull'osservanza dei limiti di spesa concordati con la «lettera di intenti». Nella traduzione italiana (ma Stammati avrebbe fatto meglio a dare anche il testo inglese) Whittome scrive di non essersi «sentito a suo agio (l'espressione da lui usata però è uneasiness che significa inquietudine, turbamento, ansia, preoccupazione) all'annuncio di recenti misure comportanti nuove spese che renderanno difficile l'osservanza dei massimali di spesa che sono stati fissati per il 1977 e quelli che saranno necessari per il 1978». Non si comprende, quindi, come il ministro del Tesoro, in una nota diramata stamane, dove fra l'altro si dice «costretto, suo malgrado, a diffondere il testo della lettera riservata», possa sostenere che sono state date «distorte interpretazioni». La lettera inizia con un lungo preambolo dove si riconoscono gli sforzi compiuti dal nostro governo «verso l'equilibrio interno ed esterno dell'Italia. Una prova di ciò, particolarmente notata, è che gli ambienti bancari stanno nuovamente cominciando a considerare gli operatori italiani come clienti graditi. L'esecutivo, e in particolare il ministro del Tesoro e il governatore Baffi, meritano credito per i successi che sono stati conseguiti». Ma, prosegue Whittome, «mi deve scusare se le menziono un certo numero di settori nei quali non tutto è stato completamente e tanto meno formalmente sistemato. La maggiore preoccupazione deriva dalle prospettive finanziarie del settore pubblico allargato. Ricordo che ci fu completo accordo tra noi sulla necessità di assicurare un rapido e notevole miglioramento in questo campo, sia attraverso il controllo della spesa, sia attraverso l'aumento delle entrate. Mi rendo conto che occorrerà del tempo per conseguire questo obiettivo, ma sarebbe utile e costruttivo se altri progressi tangibili potessero essere realizzati al più presto possibile». Whittome ricorda la necessità, di istituire bilanci di cassa per tutte le maggiori entità del settore pubblico; sforzi continuati ed impegnativi per impedire l'ulteriore accumulazione di residui passivi; «un attento controllo delle spese in connessione con la preparazione del bilancio 1978, in uno sforzo di eliminare o ridurre diverse poste di bilancio e contenerne il ritmo di crescita al 7 per cento come specificato nella lettera di intenti, accompagnato forse dal blocco delle assunzioni a lutti i livelli di governo». E' a questo punto che la denuncia della preoccupazione dell'Imi, diventa evidente, sottolineando Whittome, come abbiamo già detto, «l'inquietudine all'annuncio di recenti misure comportanti nuove spese» che di fatto impediranno il rispetto dei vincoli fissati nella «lettera di intenti» sia in riferimento alle spese del bilancio 1977 (non oltre 55.350 miliardi) sia in relazione al bilancio 1978 per il quale è stato fissato un incremento massimo del 7 per cento. Siamo stati, dunque, messi in mora dal Fondo monetario per la politica di spesa pubblica seguita e dalla quale derivano i principali stimoli al¬ l'inflazione. Stammati, nella relazione trimestrale sui flussi finanziari del Tesoro inviata al Parlamento, ha dovuto ammettere che le spese di bilancio per il '77 supereranno certamente i 56 mila miliardi, andando oltre il limite stabilito nella « lettera di intenti ». Ma molto più grave appare la situazione del '78, tenuto conto che sul prossimo anno si scaricheranno gran parte degli impegni presi dal governo nell'ultimo periodo come la seconda quota di 1200 miliardi del rinnovo del contratto degli statali, il piano di 1000 miliardi per l'edilizia popolare, la prima parte per circa 300 miliardi del piano per il sussidio ai giovani, la riforma universitaria, l'aumento dei contributi dello Stato ai Co munì. Senza contare che ci si dovrà dare carico dello sfacelo finanziario delle imprese pubbliche. Questa situazione dimostra come l'eredità lasciata lo scorso anno si è aggravata. Ne fa fede la tormentata preparazione in corso del bilancio di previsione dello Stato per il '78, che pone in risalto fino a questo momento spese per oltre 62 mila miliardi (il 12 per cento in più rispetto al limite del 7 per cento fissato). Con il che qualsiasi prospettiva di progresso negli investimenti e nell'occupazione si vanifica. Natale Gilio

Persone citate: Alan Whittome, Baffi, Gaetano Stammati, Johannes Witteveen, Stammati

Luoghi citati: Europa, Fondo, Italia, Roma