Spesi 57 miliardi per frutta e verdura italiana invenduta
Spesi 57 miliardi per frutta e verdura italiana invenduta II bilancio agricolo 1975-76 della Comunità Spesi 57 miliardi per frutta e verdura italiana invenduta Il prodotto ritirato dalla Cee è stato utilizzato in maggior parte per trasformazione industriale (alcool), alimentazione animale e distribuzione gratuita Bruxelles. 5 agosto. Nel corso della campagna 1975-76 le Casse dell'«Europa verde» hanno «sborsato» 86 milioni di unità di conto (circa 86 miliardi di lire) per «ritirare» dal mercato le eccedenze di frutta e verdura dei nove Paesi comunitari e in particolare dell'Italia, che ha assorbito circa i due terzi dell'importo (57 miliardi). Lo ha reso noto oggi a Bruxelles la commissione europea. In particolare, nella campagna '75-'76 sono stati ritirati dal mercato 1*1,3 per cento della produzione dei cavolfiori; il 2,83 per cento della produzione dei pomodori; il 2,79 per cento della produzione di pesche; il 7,34 per cento della produzione di pere; il 10,9 per cento della produzione di mele. Dei pomodori ritirati, 1*85,5 per cento era italiano; per quanto riguarda le pesche, il 100 per cento era italiano; per le pere, il 98 per cento era italiano; e infine nelle eccedenza di mele, il 39,6 per cento era italiano (il 51,5 per cento francese). Quanto ai cavolfiori, il 91 per cento era di produzione francese e solo il 7,9 di produzione italiana. Nella ripartizione delle spese sostenute dal Feoga (la Cassa dell'«Europa verde» per il ritiro delle eccedenze), l'Italia è in testa con 54,8 milioni di unità di conto, seguita dalla Francia con 25,5 muc; dalla Germania Federale con 2,5 muc; dall'Olanda con 2,2 muc; e infine dal Bel¬ gio con 1,2 muc (si tratta di cifre arrotondate). Nel rendere noti questi dati, la commissione europea ha voluto anche precisare che ritirare non significa distruggere e che solo una minima parte delle eccedenze non è stata utilizzata, secondo le disposizioni comunitarie, per la trasformazione industriale (distillazione in alcool, ecc.), per l'alimentazione animale, per la distribuzione gratuita. A questo proposito, la commissione ha preso come esempio l'utilizzazione delle eccedenze di produzione italiana di pere nella campagna 1973-74, in cui l'89 per cento sono state destinate alla distillazione; 1*8 per cento all'alimentazione animale; il 2 per cento alla distribuzione gratuita e quindi solo l'I per cento è andato distrutto. Per quanto riguarda il mercato delle pesche, particolarmente difficile in Italia dove la produzione destinata all'esportazione Cee sta subendo la concorrenza delle pesche provenienti dalla Grecia, la commissione ha ricordato che nella campagna '71-'72 sono state ritirate 97.000 tonnellate; nella campagna '72-'73, 32.000 tonnellate; nella campagna '73-'74, 21.000 tonnellate; nella campagna '74-'75, 80.000 tonnellate; nella campagna '75-'76, 35.000 tonnellate e che per la campagna attuale sono già state ritirate 50.000 tonnellate: tutte di produzione italiana. ., (Ansa)
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