Torino: si cerca un Zeno uomo A cosa miravano i terroristi?

Torino: si cerca un Zeno uomo A cosa miravano i terroristi? Dopo la terribile esplosione che ha dilaniato due giovani Torino: si cerca un Zeno uomo A cosa miravano i terroristi? Identificati i due morti (un cileno e il fratello di una nappista), ma non si sa a quale gruppo sovversivo appartengano I possibili obiettivi dei dinamitardi: gli stabilimenti Fiat o Michelin, la ferrovia Torino-Milano, un comando di polizia Tanti interrogativi restano ancora aperti sulla tragica fine dei due terroristi dilaniati la scorsa notte a Torino in via Capua angolo piazza Umbria dall'esplosione di un ordigno ad alto potenziale. L'ufficio politico della questura, l'antiterrorismo ed i carabinieri stanno lavorando per chiarire tutti i particolari della vicenda. Si cerca un terzo uomo che si sarebbe allontanato subito dopo lo scoppio, illeso o soltanto lievemente ferito. Le domande alle quali devono rispondere gli inquirenti sono molte. Chi erano e a quale organizzazione appartenevano i terroristi? Contro chi era diretto l'attentato? Perché l'ordigno è esploso prima del tempo? Di certo c'è soltanto l'iden- tificazione delle due vittime: Attilio Alfredo Di Napoli, 19 anni, milanese, studente, e Aldo Orlando Marin Pinones, 24 anni, esule cileno, residente ufficialmente a Roma presso la Pensione Claudia di via Eustachio 8, ma dall'ottobre scorso abitante a Torino in corso Unione Sovietica in casa di un amico. Mentre per il primo vi è stato un riconoscimento formale da parte dei genitori, per il cileno manca un riscontro. Si attende l'esito del controllo delle impronte digitali. Qualche dubbio anche se la fotografia del Marin Pinones, trovata nel suo «Titolo di viaggio», un documento di identità per i profughi, che sostituisce il passaporto, è stata riconosciuta da alcuni cileni abitanti a Torino. L'esplosione è avvenuta la scorsa notte alle 23: il boato si è udito a vari chilometri di distanza ed ha terrorizzato gli abitanti del quartiere San Donato. Centinaia di vetri sono andati in frantumi, per lo spostamento d'aria sono scattati numerosi impianti di allarme. Lo scoppio non ha avuto testimoni oculari: via Capua e piazza Umbria erano deserte. I primi a affacciarsi alle finestre hanno visto due sagome a terra in mezzo alla strada, davanti al supermercato Brosio: si muovevano debolmente mentre sull'asfalto si allargavano due ampie chiazze di sangue. A tre metri di distanza tre auto bruciavano: una, una «124», era praticamente sventrata dall'esplosione, con tutta la parte posteriore disintegrata. L'onda retrograda dello scoppio aveva risucchiato la cassetta dei citofoni e dei campanelli dello stabile di via Capua 1, le schegge avevano crivellato le saracinesche del supermercato. Tutti i vetri, fino al nono piano, sono andati in frantumi, mentre pezzi di lamiera della «124» sono stati trovati infissi nelle finestre. Polizia, carabinieri, vigili del fuoco e autoambulanze sono giunti in pochi minuti. I due corpi erano orrendamente mutilati, ma il cuore batteva ancora. Il cileno è stato portato al Maria Vittoria, ma vi è giunto cadavere. La schiena, il basso ventre la gamba e la mano destra erano spappolate. Nel corpo sono rimasti infissi due cavetti elettrici tagliati da poco, che la polizia ritiene facciano parte di un innesco per l'esplosione. Il Di Napoli è spirato alle Molinette 15 minuti dopo il ricovero. Sul luogo dello scoppio sono cominciate le indagini. Sparsi in un raggio di un centinaio di metri sono stati raccolti documenti, armi, proiettili, brandelli di abiti. A un infermiere della Croce Verde è toccato il triste compito di radunare in un sacco quel che rimaneva di un braccio, di una gamba, di un piede. Una prima indicazione per l'identificazione dei due è venuta dal ritrovamento di due borselli. Nel primo, oltre a una pistola Walter cai. 7,65 carica, con il numero di matricola limato, vi era il «Titolo di viaggio» del Marin Pinones. C'era anche un portafogli con l'effige di Che Guevara. Nel secondo borsello, bruciacchiato, vi erano due carte d'identità intestate a Attilio Alfredo Di Napoli, abitante a Milano in via Pallavicini 21, e a Maria Di Napoli, residente ad Asti in via Platone 42. Vi era inoltre un biglietto ferroviario di seconda classe emesGianni Bìsio (Continua a pagina 2 in nona colonna) Martin Pinones Attilio Di Napoli

Luoghi citati: Asti, Milano, Roma, Torino