Monito del Fondo monetario all'Italia che spende troppo

Monito del Fondo monetario all'Italia che spende troppo Non rispettate le condizioni per il prestito? Monito del Fondo monetario all'Italia che spende troppo In una lettera al ministro del Tesoro, il direttore del Fondo annuncia che manderà degli esperti per un controllo - La spesa pubblica, secondo gli accordi, non dovrebbe aumentare più del 7 per cento; invece pare che il suo incremento superi il 12 Roma, 5 agosto. Il Fondo monetario internazionale è preoccupato per l'aumento della spesa pubblica in Italia. In una lettera riservata al ministro del Tesoro Stammati, il direttore generale del Fondo, Johannes Witteveen, esprime la preoccupazione che non vengano mantenuti gli impegni presi dal nostro Paese con la lettera di intenti dell'aprile scorso. Witteveen fa esplicito riferimento sia alle spese del bilancio dello Stato per quest'anno, sia alle spese del bilancio di competenza per il 1978, per il quale era stato fissato un incremento massimo del 7 per cento. In altre parole, il direttore generale dell'Emi denuncia che si sarebbero superati i limiti di spesa a suo tempo concordati per l'erogazione del prestito di 530 milioni di dollari. Ricorda che, come d'accordo con Stammati, invierà in Italia una missione di esperti per una verifica in novembre, prima dell'approvazione da parte del Parlamento del bilancio di previsione per il 78. La «messa in mora» di Witteveen assume un valore di gravità, nella misura in cai dimostra quale politica di spesa pubblica sia seguita in Italia e di come uno degli impegni prioritari del governo (porre un freno al principale fattore inflazionistico) sia venuto meno anche se, certamente, non per cattiva volontà. Un implicito riconoscimento (passato del tutto inosservato) di questa situazione si era avuto alla fine di luglio quando Stammati, inviando al Parlamento la relazione trimestrale sui flussi finanziari del Tesoro, aveva dovuto ammettere che le spese di bilancio di quest'anno, fissate nella lettera di intenti in 55 mila 350 miliardi, supereranno invece i 56 mila miliardi. Il che sarebbe anche poca cosa se non nascondesse una verità più allarmante, come conferma il richiamo dalle ferie dei funzionari maggiormente impegnati nell'elaborazione del bilancio di previsione, che dovrà essere presentato entro il 30 settembre. Le prime cifre trapelate dal ministero del Tesoro (quelle ancora contenute nel cosiddetto «bozzone» della ragioneria generale) indicano che il volume delle spese supererebbe i 62 mila miliardi di lire. L'incremento sarebbe in tal mo¬ do di gran lunga superiore (12 per cento) rispetto a quello fissato dal Fondo monetario (7 per cento). E' l'effetto delle varie leggi di spesa approvate da un anno a questa parte. Per avere infatti una dimensione più esatta dell'andamento avuto dalla spesa pubblica, basta fare riferimento al bilancio di previsione dello Stato o per il 1977, approvato il 30 luglio '76. Nell'illustrare quel bilancio, il ministro del Tesoro di allora dichiarava che il totale delle spese registrate, 45 mila 553 miliardi, doveva considerarsi come un livello ormai di guardia, «se si voleva tentare una seria azione di risanamento e di contributo da parte dello Stato allo sviluppo economico del Paese». La previsione fu in seguito, tenendo conto di altre spese, aggiornata in 55 mila 350 miNatale Gilio (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Gilio, Johannes Witteveen, Stammati

Luoghi citati: Italia, Roma