Rapina da ua miliardo in un «Club Méditerranée»

Rapina da ua miliardo in un «Club Méditerranée» L'assalto ieri pomeriggio a Nicotera Marina Rapina da ua miliardo in un «Club Méditerranée» Quattro banditi, due travestiti da carabinieri, hanno svuotato la cassaforte - Molte analogie con il sanguinoso assalto di Corfù Fuggiti con una bionda in ostaggio (o è complice?) r a e e o a l o Catanzaro, 4 agosto. Secondo assalto, nel giro di venti giorni, ad un villaggio del « Club Mediterranée ». Dopo Corfù, è stato rapinato nel primo pomeriggio di ieri il complesso di Nicotera Marina, in cui si trovano 1800 turisti, nella grande maggioranza francesi e tedeschi. Secondo i primi accertamenti, il bottino si aggira sul miliardo: circa ottocento milioni in banconote italiane e straniere, più altri duecento in gioielli, che tradizionalmente i clienti consegnano alla cassa, per evitare «brutte sorprese ». I quattro banditi sono arrivati a Nicotera su di una « Alf asud » blu targata Milano, ritrovata poi abbandonata nei pressi di Rosarno, a circa sedici chilometri di distanza. Due indossavano divise da carabinieri. Con un terzo in borghese (tutti con il mitra in spalla), si sono presentati al portiere, mentre l'altro attendeva sull'auto. Uno si è qualificato come il nuovo comandante della Compagnia carabinieri di Gioia Tauro, aggiungendo di dover procedere ad un'ispezione urgente. Una volta all'interno del complesso, i tre hanno dimostrato di conoscere molto bene dove si trovava l'ufficio cassa: vi si sono diretti senza esitazione, hanno spianato le armi, intimando al direttore del Club, Michel Monson, di 38 anni, di aprire la cassaforte. Uno gli ha puntato la pistola alla tempia. II Monson — forse memore della recente vittima di Corfù — non ha tentato di opporre resistenza. Tutto si è svolto in pochissimi minuti, nessuno dei villeggianti che passavano in quel momento (pochi per la verità, trattandosi dell'ora in cui tradizionalmente si ascolta musica da un'altra parte del com- i . f Plesso oppure si fa la « pen- o n a o e a o i re , , e a , i nichella ») se n'è accorto. Pri ma di andarsene, i tre hanno tagliato i fili del telefono. Subito dopo, i banditi sono ritornati indietro, passando velocemente davanti al portiere. Intanto, una turista bionda probabilmente straniera, con un foulard in testa (non se ne conoscono per ora le generalità), giunta nella mattinata di stamane al Club, si aggirava nei pressi dell'ingresso. Alcuni testimoni hanno riferito di averla vista allontanarsi insieme ai banditi, apparentemente senza opporre resistenza. Tutto lascia supporre che la donna non sia stata presa in ostaggio, ma che sia piuttosto una complice arrivata appunto per controllare gli ultimi particolari prima del « colpo ». L'auto si è allontanata a tutta velocità in direzione di Rosarno, dov'è stata poi trovata abbandonata. Voci diffusesi in serata a Nicotera affermano che la rapina sarebbe stata compiuta su commissione da elementi affiliati ad una banda internazionale, forse la stessa che ha portato a termine il tragico assalto di Corfù. Il piano sembra essere stato messo a punto nei minimi particolari. Il sedici luglio scorso, come si ricorderà, tre uomini altrettanto lucidi e decisi avevano assalito il villaggio « Mediterranée » di Corfù, in Grecia, all'una del pomeriggio. Attraversata di corsa la hall, avevano raggiunto l'ufficio cassa e intimato al cassiere, Maurice Picinpono, di consegnare il denaro. L'uomo si era rifiutato recisamente, ed era stato freddato da due proiettili, mentre un altro colpo aveva raggiunto un secondo impiegato, ferendolo al petto. I tre avevano poi arraffato il denaro contenuto nella cassaforte, circa mezzo milione di dollari, e settecento passaporti dei clienti depositati nell'ufficio, ed erano fuggiti sempre sparando e ferendo un altro impiegato. Su di un'auto, avevano percorso sei chilo¬ metri e si erano impadroniti dello yacht di un giornalista italiano, Alessio Monselles, riuscendo poi a far perdere le proprie tracce. Alessio Monselles, con l'amica Daniela Valle che trascorreva con lui una vacanza, sono attualmente in carcere a Roma. Si erano fatti vivi, dopo alcuni giorni durante i quali si era temuto per la loro vita, con una telefonata alla famiglia della ragazza soltanto il 19 luglio. Avevano raccontato: « Ci hanno minacciati di morte, se avessimo dato l'allarme subito». Gli inquirenti italiani, all'arrivo dei due giovani a Roma, avevano sospettato che si fossero resi complici di favoreggiamento, e li avevano trattenuti in stato di fermo. La magistratura greca, a sua volta, ne aveva richiesto l'estradizione. Infine, il 28 luglio, la magistratura italiana ha incriminato Monselles e la Valle per concorso in omicidio, tentato omicidio e rapina a mano armata. (Ansa)

Persone citate: Alessio Monselles, Daniela Valle, Maurice Picinpono, Michel Monson