Nel Napoletano 160 mila persone appestate dal puzzo dei liquami di Adriaco Luise

Nel Napoletano 160 mila persone appestate dal puzzo dei liquami Una rete fognaria che risale ai Borboni Nel Napoletano 160 mila persone appestate dal puzzo dei liquami (Dal nostro corrispondente) Napoli, 3 agosto. Le popolazioni di una larga fascia di comuni a nord di Napoli — S. Antimo, S. Arpino, Casandrino, Succivo, Orte di Atella, Parete, Frattaminore, ecc. —, i cui centri abitati sono attraversati o sorgono in prossimità di alvei scoperti dove vengono convogliate le acque luride, ogni anno attendono di veder risolta la loro spaventosa situazione igienico-ambientale. Dal 1968, vivono nella speranza che nell'estate successiva si metta fine allo sconcio, si allontani il timore di malattie infettive l'incubo del fetore nauseante che impregna gli abiti, le persone, le case come una specie di malefico sortilegio. Si sentono perseguitate dalla cattiva sorte, dimenticate dalle autorità, appestate dal puzzo che esala dai liquami e che avvolge in una nube irrespirabile una dozzina di grossi paesi, oltre 160 mila abitanti. Con il caldo, si è acuita la recrudescenza di epatite virale, tifo e febbre di natura sconosciuta, che mietono vittime soprattutto tra i bambini, maggiormente esposti al pericolo di contrarre infezioni. Esasperate dall'attesa, sfiduciate ed avvilite, nei giorni scorsi hanno inscenato una manifestazione clamorosa. Donne e bambini hanno occupato i binari della linea ferrata Napoli-Roma, bloccato il traffico ferroviario per più di tre ore. Oggi una delegazione di sindaci è andata a Roma a sollecitare la soluzione dello spinoso problema. La situazione di disagio in cui versano gli abitanti può provocare incresciosi incidenti, gesti inconsulti; si cerca di accelerare l'iter burocratico prima che possano verificarsi scoppi di collera popolare. In realtà, i lavori per la copertura degli alvei ricadono nel progetto speciale per il disinquinamento del golfo per cui è prevista una spesa, compresa la realizzazione di un grande depuratore a Villa Literno, di sette miliardi e mezzo. La Regione Campania ha approvato recentemente le opere, spetta ora alla Cassa per il Mezzogiorno accelerare i tempi. La storia degli alvei scoperti, della rete di canali che convogliano i liquami dalla periferia di Napoli al Volturno, è vecchia e già negli anni scorsi ha causato tensioni, fermenti, disordini. «E' una cosa pazzesca — dice l'ing. Palco del comune di S. Arpino —, non si può vivere. La ditta cui era stato affidato l'appalto dei lavori, aveva | preso impegno di presentare i progetti definitivi, ma non se ne è saputo più niente. La Cassa si era a sua volta impegnata a finanziare i lavori, sono passati una decina di anni e la situazione è sempre la stessa. Non so proprio come la gente resista...». S. Antimo, S. Arpino, Casandrino, Succivo e gli altri sono tutti comuni coinvolti nero stesso grave problema. Le acque luride partono dalla collina dei Camaldoli, raccolgono quelle dei nuovi insediamenti della «167» alla periferia di Napoli, di Melito, di Giugliano e le convogliano tutte in una grande vasca scoperta di «Castellone». Dopo la decantazione, le acque nere defluiscono nei «regi lagni», l'antica rete borbonica di scolo delle acque piovane, utilizzata per l'irrigazione dei campi del Casertano, e di qui si versano a mare nelle vicinanze del Volturno. La vasca Castellone fu costruita dal genio civile all'inizio del secolo, riceve e smaltisce un fiume di liquami che contribuisce all'inquinamento anche del mare per una lunga fascia del lito¬ rale sulla Domiziana, fiancheggiando villini rosidenziali e attrezzature balneari. Diversa e non meno grave la situazione per gli abitanti di Frignano, Parete, San Marcellino, che dispongono di alvei naturali che assorbono buona parte delle acque luride. Nei mesi invernali, con le piogge, il disagio è minore. D'estate invece, con la scarsità di acqua, il terreno si impregna dei liquami e nell'aria stagna un fetore irrespirabile, nauseante. «Speriamo che a Roma si risolva qualcosa — dice l'assessore comunale Felice D'Antonio —, in questo periodo estivo le condizioni sanitarie sono disastrose. Negli ultimi dieci giorni, sette bambini sono stati ricoverati al Cotugno per epatite virale. Adriaco Luise

Persone citate: Borboni, Cotugno, Felice D'antonio, Giugliano, Melito