Le rette da mezzo milione di Claudio Giacchino

Le rette da mezzo milione Rivolta all'Istituto di riposo per la vecchiaia Le rette da mezzo milione Le famiglie dei ricoverati hanno deciso di non pagarle: "Per molti di noi, equivalgono allo stipendio" - "Con quella cifra si sta a pensione in un buon albergo" - In realtà, molte sono a carico del Comune - Il vecchio ricovero ha costi di gestione altissimi Il caro vita è Implacabile, non risparmia neppure la vecchiaia. Dall'aprile scorso ha stretto in lina morsa anche 1 degenti dell'Istituto di riposo di corso Unione Sovietica 220, Imponendo per un'ospitalità da sempre molto discussa, una retta da nababbi: 450 mila lire per anziano. Il giro di vite, l'ultimo di una serie, non è perù passato sotto silenzio. Appena ne sono venuti a conoscenza i familiari dei ricoverati si sono rivolti al prof. Bruno Garbagnati, presidente dell'ospizio, dicendo: « Assurdo obbligarci a pagare una cifra simile: per la maggior parte di noi corrisponde allo stipendio o lo supera, non possiamo proprio accollarci un onere così pesante col quale potremmo pagare la pensione in un buon albergo. Forse che dovremmo versarvi quanto guadagniamo perché ci leniate i nostri cari? Continueremo a far Ironie al nostri impegni, ma secondo la vecchia retta di 270 mila lire. Unix retta che è già {In troppo alta ». Sembrava la consueta minaccia che tradizionalmente è sempre seguita alla notizia di ogni aumento ma non è mai stata attuata. Invece, l'assemblea del parenti ha mantenuto lede al propositi, entrando nella schiera degli » autoriduttori ». Le casse dell'istituto non hanno registrato incrementi, per ciascun ricoverato continuano ad entrare 270 mila lire al mese. Come uscire dall'» impasse »? Ha senso praticare per l'assistenza agli anziani rette da quasi mezzo milione? Difficile trovare risposte esaurienti, scontato 11 gioco a scaricabarile delle responsabilità. Il mutismo è la dote precipua del personale dell'ospizio, i rari dipendenti che, assente il prof. Garbagnati, osano rompere là consegna del silenzio, se la sbrigano con laconiche spiegazioni, scaricando tutto sulla Regione. « In fin dei conti — affermano — mica l'abbiamo voluto noi il rincaro. L'hanno deciso quelli dell'assessorato all'assistenza re- gionale, bisognerebbe domandare all'assessore Vecchione ». Un impiegato aggiunge: « L'aumento riguarda soltanto i lungodegenti. Ne abbiamo adesso circa 600, due sono ospitati gratis, altri 368 sono a carico del Comune. In definitiva soltanto poco più di un centinaio devono sborsare 15 mila lire al giorno ». Un prezzo, secondo l'interlocutore, ancora basso. « Seguire una persona anziana, non autosufficiente, richiede dispendio di energie e di personale specializzato. Se invece che qui fosse in ospedale ogni paziente pagherebbe almeno 40 mila lire al giorno. Logico comunque che così non si può continuare, la Regione deve provvedere abbandonando il sistema del rincari sistematici ». « Cosa che — dicono negli uffici dell'assessorato regionale di via Sacchi 20 — si sta tacendo. Una nostra commissione ha già steso il progetto di una convenzione con il Mauriziano ed il Nuovo Martini: se il programma andrà in porto, sarà creato un reparto per lungodegenti con 200 posti, lo gestiranno i due ospedali ». Prosegue il funzionario: « L'ospizio di corso Unione Sovietica è un grosso problema: abbiamo ereditato una struttura degradata, dai costi di gestione enormi. Non potremo certo risolvere tutto su due piedi, occorre tempo e pazienza ». Dopo accenni polemici alle precedenti amministrazioni che hanno retto il ricovero (« Sono stati commessi errori di ogni sorta. Calavano gli ospiti ma aumentava, specie nei periodi preelettorali, il personale », « Sono stati spesi tanti milioni per opere di nessuna utilità ») il funzionario conclude: « Ci dibattiamo nelle medesime difficoltà che angustiano le altre regioni, a poco a poco riusciremo a cambiare il volto dell'assistenza geriatrtea. Il provvedimento di alzare le rette da 9 mila a 15 mila lire al giorno non è stato preso alla leggera: non avevamo altra scelta. Si lamentano i familiari che devono tirare fuori 450 mila lire al mese, ma anche il Comune non ride, costretto com'è a pagare per quasi 400 degenti ». Giudizi, giustificazioni, critiche, progetti che non modificano comunque la situazione. Le rette salgono vertiginosamente, ma le carenze del servizio rimangono invariate. Secondo alcuni fammari, addirittura, 11 trattamento degli anziani sarebbe ancora peggiorato. Le accuse non si contano: l'Igiene « sempre scarsa, con via vai di insetti e scarafaggi »; l'assistenza medica « tutt'altro che adeguata, con dottori che si vedono quando si vedono »; quella infermieristica: « Negli ultimi anni, specie sotto la presidenza del geometra Bonsignore, di infermieri ne sono stati assunti a mucchi, ma è raro notarli nelle camerate »; lo squallore dell'ambiente « sempre tetro, con una atmosfera da cripta, indegna di un ricovero dove pretendono di farci pagare quasi mezzo milione al mese ». Nel '74 la degenza di un anziano non autosufficiente costava al parenti meno di 5 mila lire 11 giorno. L'aumento votato quell'estate provocò una levata dscudi, così i successivi che portarono il sacrificio economico delle famiglie a 7 e poi 9 mila lireProteste che Unirono sempre nenulla. « Ora, con quasi il raddoppio della cifra — assicura uno dei "contestatori" — hanno superato ogni limite: d'accordo, assistere t vecchi è duro, gli amminitratori hanno le loro buone giustificazioni, quando battono 1chiodo degli oneri che comporta una gestione del tipo di quella del "Poveri Vecchi". Ma non dimentichiamoci che con 450 mila lire al mese si vive bene in ottimi albergi. E, purtroppo, il cupo edificio di corso Unione Sovietica non ha nulla di un albergo, anche del peggiore ». Conclude uno degli autorlduttori: «E' di moda parlare dell'assistenza geriatrica, peccato che si facciano soltanto tante belle disquisizioni ma che la realtà è la stessa, caratterizzata dal flagèllo 'dei rincari. Nell'ospizio ho la suòcera: come potrei mai pagare per lei quasi mezzo milione quando tra me e mia moglie al 27 portiamo a casa 600 mila lire? ». Claudio Giacchino « In questo cupo edificio — dicono i ricoverati — l'unico lusso è nelle tariffe »

Persone citate: Bonsignore, Bruno Garbagnati, Garbagnati, Rivolta, Vecchione