Una battaglia condotta con realismo

Una battaglia condotta con realismo Una battaglia condotta con realismo Makarios III, arcivescovo di Cipro, « etnarca » dell'isola, presidente della Repubblica cipriota, ha concluso con una morte « banale » un'esistenza che spesso lo portò ad un passo dalla fine violenta. Il 15 luglio 1974 radio Nicosia, in mano ai militari guidati dai colonnelli greci, ne aveva annunciato la morte dopo il putsch. Uno squallido esecutore degli ordini di Atene, Nicos Sampson, aveva dato l'annuncio subito dopo essersi proclamato nuovo presidente cipriota. In realtà Makarios riuscì a fuggire dal palazzo presidenziale semidistrutto dalle cannonate dei golpisti, riparò a Londra, e poi a New York. L'esilio durò poco, nel dicembre dello stesso anno Makarios tornò in patria trionfalmente accolto dalla popolazione greco-cipriota e ricominciò la sua lunga fatica per risolvere il conflitto nell'isola. Tutta la vita di Makarios si identifica con le drammatiche vicende di Cipro e si conclude nel momento in cui pare nuovamente lontana una soluzione pacifica: l'isola è ora spartita di fatto tra i turco-ciprioti (spalleggiati da Ankara) e la comunità greca. Nato il 13 agosto del 1913 nel piccolo villaggio di AnoPanaghìa, nel distretto di Paphos, Michail Mouskos, che come etnarca avrebbe poi assunto il nome di Makarios, era figlio di pastoricontadini. Fu mandato in seminario a dodici anni, fu novizio nell'abbazia di Kikkos, poi andò all'Università di A- tene per studiarvi teologia, quindi a Boston, grazie ad una borsa di studio concessa dal Consiglio mondiale delle Chiese. Fino a poco dopo la seconda guerra mondiale sembrava avviato ad una duplice carriera, ecclesiastica e universitaria. La svolta nella sua vita avvenne nel 1948, quando i compatrioti lo elessero metropolita della diocesi cipriota di Kition. Al ritorno nell'isola natale gli viene affidata la direzione dell'« ufficio dell'etnarchia », l'organismo politico che rappresenta la comunità greca dell'isola. Non è una scelta a caso, Michail Mouskos è il metropolita più dinamico dell'isola, è stato molto tempo all'estero, è un fedele partigiano deU'enosis (la tesi dell'unificazione con la Grecia). I ciprioti, che soltanto nel 1S78 si sono liberati della dominazione ottomana, e sono da allora sotto la tutela inglese, affidano per tradizione la loro rappresentanza alle autorità religiose, che peraltro eleggono con libero voto. Ciò si spiega con l'importanza della Chiesa ortodossa nella lunga lotta contro l'impero turco: è ancora radicata nell'isola, lontana dagli influssi europei, l'idea che nessuno meglio del massimo rappresentante religioso sia in grado di tutelare gl'interessi e l'indipendenza della comunità greca. Nel 1950 Mouskos è così eletto arcivescovo ed automaticamente « etnarca », secondo l'antico titolo di chi era destinato a rappresentare, e difendere, i cristiani di Cipro presso la « Sublime Porta » di Costantinopoli. Da quel momento, assunto il nome di Makarios III, come capo religioso e politico dell'isola, si batte per l'autodeterminazione. La comunità greca non vuole piit stare sotto la tutela inglese, vuole Tenosis. Lo stesso Makarios riassume i sentimenti della popolazione greca di Cipro (V82 per cento del totale) affermando: «La Grecia è una grande idea che non tiene conto delle frontiere geografiche né delle situazioni politiche. Noi resteremo sempre fedeli a questa idea». Ma proprio Atene si dimostra tiepida verso la fede dei greco-ciprioti nella tradizione ellenica. Sono gli anni in cui il Patto Atlantico è più rigoroso, alla Nato servono Grecia e Turchia. Per Makarios e per i suoi sono anni duri. L'etnarca sarà anche esiliato per qual che anno alle isole Seychelles dagli inglesi, dopo che, nel 1955, Z'Eoka del generale « Grivas » dà inizio alla guerriglia anti-inglese (e Makarios l'appoggia apertamente sul piano politico). E' il momento della massima frattura tra le due comunità, già in instabile equilibrio; quella turca è strumentalizzata dagli inglesi per contrastare Z'Eoka: è una frattura che non si sanerà più. Makarios, liberato dal « confino » delle Seychelles, dà prova di realismo accettando, sia pure a malincuore e in polemica con 2'Eoka, le condizioni poste dagli accordi di Zurigo e di Londra in base ai quali Cipro acquista autonomia, ma conserva una tutela, sia pure poco più che formale, da parte inglese, greca e turca. Nel 1959 Makarios è eletto presidente della Repubblica, e avvia un processo di autonomizzazione e di ricostruzione del Paese. Con altrettanto realismo sembra allontanarsi dall'idea dell'enosis; ora lo interessa assai più dare una fisionomia propria e distinta a Cipro. Nel 1963 il contrasto tra le due comunità esplode di nuovo in modo violento, ha inizio una lunga guerra civile che culminerà nel '74 con il putsch preco, lo sbarco dei turchi e l'occupazione della parte settentrionale di Cipro. Ad accentuare il distacco dalla Grecia è la dittatura dei colonnelli di Atene: Makarios accelera dal '67 la sua politica di « identità cipriota». Una delle conseguenze dello sganciamento dalla tesi dell'enosis fu per Makarios la scelta dei « non allineati » come partners: in questa come nelle altre sedi internazionali l'etnarca cipriota si era guadagnato la considerazione di molti leaders, e l'ostilità di tanti altri, greci compresi. « Machiavelli in sottana », « bizantino », « furbastro », « nuovo Rasputin », « Mazarino, Richelieu »: le definizioni ostili non gli sono mancate in tanti anni. Ma ora tutti, anche i nemici di ieri, si domandano preoccupati che sarà di Cipro senza Makarios. Gianfranco Romanello

Persone citate: Gianfranco Romanello, Machiavelli, Makarios Iii, Michail Mouskos, Sampson