Virdis adesso Si sente un juventino a vita

Virdis adesso Si sente un juventino a vita Virdis adesso Si sente un juventino a vita (Dal nostro inviato speciale) Villar Porosa, 30 luglio. Fuori, con l'ombrello aperto, ci sono i supertifosi che stringono amorevolmente II pennarello e la foto di gruppo dei campioni. Ore di attesa sotto l'acqua per strappare autografi, rivolgere un complimento, formulare un augurio. C'è chi si è messo In macchina dal Friuli o dalla Sicilia per avere la foto accanto a Bottega, per vedere in faccia I nuovi, per assistere al campo di Villar alla • cura » Trapattonl. Dentro ci sono loro che scrutano il cielo gonfio di pioggia, ammazzano il tempo giocando a scala quaranta, sfogliano le pagine d'un fumetto. E c'è Pietro Paolo Virdis che tutti i giorni si attacca alla cornetta del teletono per sentire la voce di mamma Demetrìa, per sapere come stanno Paola, Bianca, Maria Vittoria, le tre sorelle. Fai un numero in teleselezlone e la Sardegna ti sembra più vicina, la famiglia, gli amici, sole e mare d'una terra selvaggia, tutto insomma. Ma non c'è nostalgia perché Il futuro è qui, tra la gente che ha dimenticato un comportamento ostinato, rifiuti categorici. E' trascorsa dunque una settimana per Virdis, ma pare sia trascorso un secolo. Il ragazzo di Sindia ha cancellato problemi esistenziali, quei dubbi che ostacolavano una decisione essenziale per II prosieguo della carriera. Chi si aspetta un Virdis con espressione triste e melanconica come il paesaggio si sbaglia. Fa piacere anzi trovare un ragazzo con una notevole carica di entusiasmo in ogni suo gesto. ■ Finalmente — dice precedendo la domanda — sono senza problemi. Non mi sono riposato dopo tutto quel can can, adesso posso proprio rilassarmi. MI sto ambientando, i rapporti con i compagni si cementano, l'a¬ spetto umano prende una giusta dimensione. Questo mi pare il lato più importante per continuare il lavoro in un ambiente nuovo. Ed i compagni hanno fatto di tutto perché io non mi sentissi a disagio ». E pensare che inizialmente, tra le tante ragioni del rifiuto al traslerimento, c'erano anche delle riserve mentali verso la società bianconera. - Pensavo — confessa Virdis — che ci fosse un'aria cattiva da respirare. Mi immaginavo una squadra lacerata dalle invidie, dove chi sta al fianco è pronto a ostacolarti per fare il proprio interesse. E invece niente di tutto ciò, per fortuna. Con chi ho legato? Beh, debbo dire in modo particolare con Cuccureddu. Forse sarà questione di terra, di sangue, fatto sta che Antonello, da buon sardo, mi ha aiutato molto ». Ed i rapporti con Trapattonl? L'allenatore ha soltanto buone parole da regalare ai taccuini, e Virdis ricambia: « Avverto qualche dolore muscolare, ma è un fatto normale. La preparazione, rispetto a quella svolta a Cagliari, direi che è diversa, scientifica, calcolata nei minimi aspetti. Ottima insomma. Trapattoni è un tecnico di valore, un uomo che si avvicina molto, come mentalità, alla serietà di intenti dell'amico Radice ». Cosi Virdis, ad ogni domanda. Pare un veterano, altro che un ribelle, termine che si affretta a cancellare dalla mente di chi lo avvicina. « Questa vicenda — dichiara — è stata fraintesa. Ho letto false Interpretazioni che mi hanno amareggiato. La verità è t una sola, lo volevo fare qualcosa ' di grande per la mia isola, per ' il Cagliari. E poi c'è un segreto, I quella ragione che mi impediva di I abbracciare una certa strada. Con i l'aiuto di amici, con un'attenta ri; flessione, sono riuscito a superare l'ostacolo ed eccomi qui pron. to a recitare fino in fondo il mio I compito ». Lasciamo dunque, ci pare giùI sto ed umano, il segreto nel cuore, accogliamo un giovane che di! ce senza incertezze: • Nella .'u; ventus voglio giocare a vita, ni sento già bianconero fino al miI dolio. Il mio futuro? Sono un ra'gazzo, posso anche aspettare una ! stagione tra le riserve. Ma farò di tutto, questo è sicuro, per conquistarmi al più presto la maglia di titolare. Ho voglia di mettermi i in luce, di mostrare alla gente le | qualità che posseggo ». £ ne api profitta per replicare alle dlchiaI razioni degli attaccanti del Tori\ no, che lo hanno stuzzicato nel! l'orgoglio, sui quotidiani, dal ritiI ro di Entrèves. » I "gemelli" gra! nata — sottolinea — sono liberi | di pensare ciò che vogliono. Alla fine però vedremo chi avrà ragione ». Si liscia con una mano I baffi che ben si intonano alla carnagione scura, al maglioncino da località balneare, a quell'aspetto da fiero guerriero. Questa settimana Boniperti lo accontenterà. Ha ottenuto un permesso d'un paio di giorni per raggiungere l'isola. «Voglio salutare gli amici, sbrigare faccende personali, sapere se mia madre è intenzionata a trasferirsi a Torino. Ma, per carità, la sua non deve essere una scelta forzata. Non desidero staccarla dalla sua terra contro volontà per seguire il mio destino ». Ecco // ritratto di Pietro Paolo \ che sta cercando casa sulla collina e ha ritrovato entusiasmo anche per gli studi universitari. « Mi iscriverò a Torino, ma ad un'altra facoltà. Smetto biologia per passare a veterinaria. Mio padre mi ha lasciato delle terre, questa laurea mi potrebbe servire in avve¬ nire ». E si informa sugli esami, sul piano di studi, sui professori, con una sorprendente carica vitale. -Sì, sono sicuro che farò grandi cose perché la gente dalle vostre parti è sensibile, se non la deludi ti vuole bene. Bastano anche pochi giorni per conoscere il profilo di chi ti sta attorno ». Dice un sostenitore di passaggio: • Ecco il nostro Riva ». E Virdis, con una smorfia sul viso: « No, il paragone con Riva mi ha sempre nuociuto. A diciassette anni i tifosi volevano sempre che facessi gol a valanga come Gigi. Senza pensare che lo sono un giocatore con caratteristiche diverse. Sono quel Virdis che vuole dare molto alla Juventus ». Ferruccio Cavaliere Una settimana con i bianconeri ha fugato i timori iniziali del sardo

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