Sui monti incontaminati del Cuneese tante le gite per alpinisti e speleologi di Gigi Mattana

Sui monti incontaminati del Cuneese tante le gite per alpinisti e speleologi Idee per fare una vacanza "alternativa,, in mezzo alla natura Sui monti incontaminati del Cuneese tante le gite per alpinisti e speleologi Il Cuneese offre gite in montagna di estremo interesse per un'infinità di motivi: escluso un paio di casi, in tutta la provincia le vallate hanno mantenuto il genuino aspetto di un tempo, la dotazione di rifugi, strade militari e mulattiere è veramente ottima e soprattutto piace l'enorme varietà di paesaggio, dalle muraglie dolomitiche del Marguareis e dell'Argenterà ai dolci colli del Monregalese alla maestosità del Monviso, che ha vie di «misto» degne del Bianco. Nelle Alpi Marittime, quando si parla del gruppo dell'Argenterà, si ha quasi difficoltà a scegliere le escursioni tanto sono numerose e interessanti; inoltre questa zona, un tempo riserva reale di caccia, ora è un parco naturale e l'elevato numero di camosci e stam¬ becchi presenti rende gli incontri con questi animali ancora più facili che nel parco del Gran Paradiso. Attraverso Borgo San Dalmazzo raggiungiamo S. Anna di Valdieri (1011 m) dove lasciamo l'auto e imbocchiamo il sentiero che risale il vallone del torrente Meris; camminiamo sempre sul versante sinistro orografico, attraversiamo boschi di faggio (ecco la varietà del Cuneese, invece dei «soliti» abeti) e giungiamo a un pianoro dove è facile incontrare animali; oltrepassiamo un gruppo ài vecchie case di caccia e giungiamo con pendenza costante ai 1900 metri del lago Sottano della Sella sulle cui sponde sorge il rifugio Bianco, dove pernottiamo (circa tre ore da S. Anna). Il mattino successivo par- tiamo per il Monte Matto la cui cima Est (30S8 metri) non offre difficoltà di salita: dal rifugio il sentiero prosegue fino al lago Soprano della Sella dopo il quale giriamo a sinistra, imbocchiamo il canalone per il Colle di Valmiana e, toccato un altro laghetto, risaliamo senza possibilità di errori i pendii del Monte Matto tra chiazze di neve e detriti (tre ore dal rifugio). Restiamo nel gruppo dell'Argenterà scegliendo una gita che ci porta ancor più a contatto con le pareti della «regina delle Marittime»: invece di fermarci a Sant'Anna di Valdieri questa volta tocchiamo erme e proseguiamo lungo la strada militare che conduce fino al Gias delle Mosche dove lasciamo l'auto (quota circa 1600 metri). Sulla sinistra della strada comincia un sentiero che attraversa un bosco di larici salendo con ripidi tornanti; arrivati ai 2070 metri del Gias del Mesa il sentiero piega marcatamente a sinistra e continua per detriti fino a giungere al rifugio Bozano (2453 metri, circa tre ore dalla strada di fondo valle). Giunto al rifugio un escursionista non ha molto da divertirsi, mentre questa è la base ideale per gli arrampicatori; la maestosa parete Ovest dell'Argenterà, il Corno Stella e la Catena delle Guide offrono scalate di classe. In montagna non operano soltanto gli alpinisti ed è quindi giusto pensare un po' anche agli speleologi andando a un rifugio inaugurato da poco e quasi esclusivamente dedicato a loro. Da Limone Piemonte saliamo in auto attraverso Quota 1400 fino al Colle di Tenda dove imbocchiamo l'ex strada militare che conduce a Monesi e che percorriamo fino al chilometro 12 (anche se con qualche difficoltà) dove lasciamo l'auto; ora imbocchiamo un sentiero a sinistra che in circa venti minuti ci porta al rifugio Morgantini. 2237 metri, nella Conca delle Corsene in alta Valle Pesio. La zona (siamo nel gruppo del Marguareis) è ricchissima di fenomeni carsici e abbonda di abissi profondi anche centinaia di metri. La capanna, posta in una zona prima quasi sconosciuta agli alpinisti, diventa particolarmente valida per alcune piacevoli gite sci-alpini¬ stiche (malgrado la quota modesta qui l'innevamento è ancora notevole a maggio). Parlare del Monviso diventa veramente difficile perché sono tali le sue dimensioni ed ha un tale posto nella storia dell'alpinismo da richiedere un trattamento particolare (sulla sua vetta infatti nacque la prima idea di fondare il Cai). Molto schematicamente — e per scegliere le gite e le ascensioni più piacevoli rimandiamo alla guida di Severino Bessone — il Monviso si «divide» fra due vallate, entrambe cuneesi: quella del Po e quella del torrente Vanita. Il versante della Val Varaita è meno conosciuto ma consente escursioni piacevoli in un ambiente molto severo, specie se si ha come base il rifugio Gagliardone (2450 metri) che si raggiunge da Pontechianale attraverso il vallone di Vallanta in circa due ore e mezzo di marcia. Il fascino delle sorgenti del Po, in piena estate fa più ma¬ le che bene a Crissolo riempiendo i prati del Pian del Re di turbe vocianti, gas di scarico delle auto e abbondanti rifiuti dei pic-nic. E' quindi necessario cambiare aria e spingersi più in alto. Dal Rifugio Albergo Alpino del Pian del Re (2020 metri) attraverso il Colle del Viso possiamo giungere in meno di tre ore al rifugio Quintino Sella al Lago Grande (imponente costruzione con oltre cento posti letto a 2640 metri, di fronte alla parete Est del Monviso); oppure partire per la più «classica» delle gite del gruppo, quella che conduce in circa tre ore ai 2950 metri del Colle delle Traversette, valico che mette in comunicazione la valle del Po con quella francese del Guil ed è ancora oggi servito da una discreta mulattiera dal percorso evidente. Certo incontrarono più difficoltà i soldati di Annibale che, secondo alcuni storici, passarono di qui per invadere l'Italia. Gigi Mattana

Persone citate: Bozano, Gagliardone, Mesa, Monesi, Morgantini, Quintino Sella, Severino Bessone, Sottano

Luoghi citati: Borgo San Dalmazzo, Crissolo, Italia, Limone Piemonte, Pontechianale, Valdieri