Psi e pci in disaccordo per la legge urbanistica

Psi e pci in disaccordo per la legge urbanistica Nuovo assetto del Piemonte Psi e pci in disaccordo per la legge urbanistica Non sul contenuto, ma sui tempi di discussione - Ci sono 90 articoli e 200 emendamenti - I capigruppo decideranno oggi Legge urbanistica, motivo di contrasto tra comunisti e socialisti In Regione. Non sul documento, ma sui tempi dell'approvazione: 1 socialisti vorrebbero andare ad oltranza, i comunisti propendono per un rinvio a settembre. La legge ha 90 articoli, ma ieri, durante 11 dibattito generale, sono stati presentati emendamenti: 97 dalla de, 30 dal pll, una ventina dal pri. Bisogna meditarli, discuterli, cercare di raggiungere un accordo. « Perché questa — dice il pei — è una legge fondamentale, deve ottenere una larga maggioranza, non può accontentarsi dei 31 voti ». Il capogruppo del pei, Bontempl, riferendosi all'intervento del capogruppo de Bianchi che l'ha definita una legge a livello statutario, aggiunge: «La de ha dimostrato grande disponibilità al confronto, accettiamola, puntiamo all'accordo ». Ma quando, verso le 18 di ieri sera, il presidente dell'Assemblea, Sanlorenzo, dopo otto discorsi susseguitisi dalla mattinata, ha annunciato: « La seduta riprenderà domattina alle 10 per la replica della giunta, poi ci aggiorneremo a settembre per discutere gli articoli », il capogruppo del psi, Calsolaro, lo ha contrastato: « Noi non siamo d'accordo, desideriamo che la discussione prosegua. In caso contrario chiediamo la riunione dei capigruppo perché ciascun partito si assuma le sue responsabilità ». La riunione c'è stata, è durata circa un'ora, ma senza risultati. Sanlorenzo si è limitato a riconvocare il consiglio per stamattina alle 10. In serata ci sono state due riunioni, dei socialisti e della maggioranza. Si è deciso di rimettere stamattina la questione ai capigruppo. « E' nostro desiderio veder votata la legge al più presto — ci ha dichiarato Viglione — e siamo pronti al sacrifìcio delle ferie. Ma comprendiamo la necessità di un ampio dibattito, perciò ci atterremo alle decisioni che prenderanno i capigruppo ». Anche questo disegno di legge, che porta il numero 117, ha avuto una lunga gestazione. Presentato il 28 luglio 1976 è comparso ieri in aula dopo un anno esatto di lavoro di commissione duran- | te il quale è stato ritatto più volte. Lo ha presentato l'aw. Calsolaro, presidente della II Commissione, chiarendo innanzittutto che, anche in relazione ai più ampi poteri attribuiti con la legge 382 il termine ce urbanistica » è stato sostituito da « tutela e uso del suolo »; e ciò, ha detto, « non per questioni nominalistiche, ma per il significato più pregnante di tale dizione, comprensiva di tutti gli aspetti conoscitivi, propositivi, normativi e gestionali delle operazioni di salvaguardia e di trasformazione del suolo, con conseguenti effetti sul trasferimento delle funzioni amministrative per l'approntamento e l'attuazione dei piani dì sviluppo e del piani locali d'intervento ». La trase spiega tutta la legge, che attribuisce « ai comprensori la funzione intermedia di organismi di verifica » e che prevede « tre anni, con una ragionevole ipotesi di cinque o sei, per la messa a regime», cioè per la completa attuazione. Con questa legge si intende sanare gli squilibri causati dalla mancanza di norme e pertanto offre » una normativa regionale di guida per la forma- zìone dei :^ini, che fornisca direttive per la classificazione delle aree affinché i piani del singoli comuni possano essere letti in chiave omogenea anziché costituire episodi a sé stanti non solo sotto il profilo della presenza degli strumenti urbanistici sul territorio, ma anche sotto quello dei loro contenuti ». Principi su cui tutti — tranne il missino Carazoni che l'accusa di « riprendere la normativa eversiva e paralizzante della legge Bucalossi » — concordano. Ma con oritiche dalle diverse sfumature sui punti di realizzazione. Bianchi, capogruppo de, vede «uno dei vizi più gravi nel tentativo di conglobare nella legge tutte le finalità, tutti gli strumenti, tutte le discipline e la stessa organizzazione degli istituti in cui si dovrebbero articolare le autonomie che invece si neaano ». Il pri (Aurelia Vaccarino) chiede soprattutto « chiarezza sui tipi d'intervento quali risanamento, ristrutturazione, trasformazione, termini spesso equivoci ed equivocati nella prassi planificatoria e amministrativa »; Benzi (psdi) lamenta la carenza di funzioni ai comprensori « tenuti al margine di tutto il travaglio per l'applicazione della legge e pertanto svuotati delle funzioni più importanti che potevano avere ». Secondo il liberale Marchini « il disegno di legge presenta zone di incertezza sul piano istituzionale nei rapporti tra Regione, comprensori, comuni; e sul piano dell'operatività per le insufficienze delle struttu- re degli enti locali ». Curci (dem. | naz.) chiede « l'individuazione di ■ aree su cui la Regione possa intervenire con piani particolareggiati ». La difesa della legge è stata svolta da Besate, comunista {«Ter. mine valido di confronto sul ruolo e rapporto dei rari livelli istituzionali ») e da Bellomo, socialista (« Strategia politica per il recupero dell'assetto territoriale insieme con quello sociale ») poi è scoppiata la questione che oggi si dovrebbe risolvere. d. garb.

Luoghi citati: Besate, Piemonte