E' morta a quattordici anni per un aborto clandestino

E' morta a quattordici anni per un aborto clandestino Bordighera: costretta a ingerire sostanze tossiche? E' morta a quattordici anni per un aborto clandestino Fu la madre a portarla dalla praticona, ora colpita da ordine di cattura e fuggita in Francia (Dal nostro inviato speciale) Bordighera, 27 luglio. Muore una ragazzina di appena 14 anni e nessuno vuol parlare. La mamma che sa tutto (anche lei è responsabile, pur con tutte le attenuanti dell'ignoranza di un retaggio ambientale per cui «certe cose» si regolano in famiglia) dice soltanto: «Non sapevo che la mia Adriana fosse incinta, poi è caduta, si è fatta male. L'abbiamo portata in ospedale: è lì che hanno scoperto le sue condizioni». Ma l'aborto non era avvenuto per un fatto accidentale: quella bimba che aveva messo da parte i libri della seconda media era stata vittima di una levatrice senza scrupoli e soprattutto di una realtà, quella del nostro paese, per cui essere incinta, per una donna gio-1 vane o matura, ma non sposata, può essere vergogna per sé e per la famiglia. Un paese dove, al di là di tanti discorsi, alla prevenzione, si continua a preferire la «mammana». E' così che si è conclusa nella tragedia la vita di Adriana Fazzini, una scolaretta che abitava a Costa Dei Pini, vicino ad Ospedaletti, con il padre Onorino, che fa il muratore, la madre Italia Feconda, che aiuta a mandare avanti la baracca lavorando come sguattera in un ristorante di Ventimiglia. In casa ci sono altri 5 figli da sfamare, tutti più piccoli di Adriana che, appena tornata da scuola ogni giorno faceva loro da mamma. Adriana Fazzini è morta lunedì scorso, 18 luglio, al «Saint Charles» di Bordighera. I medici non avevano po- tuto fare nulla per lei. Non li aveva aiutati neppure, nella diagnosi, un po' di verità da parte di chi sapeva che cos'era veramente avvenuto. La ragazzina infatti, sottoposta cinque giorni prima a pratiche abortive nell'abitazione dell'ostetrica Lorenzina Parodi, 54 anni, via colonnello Aprosio, Vallecrosia, era stata portata all'ospedale soltanto quando la levatrice si era resa conto che la poverina stava spegnendosi. La Parodi adesso è fuggita in Francia. La donna, che svolgeva lavori saltuari all'ospedale di Ventimiglia, il giorno stesso in cui Adriana venne ricoverata disse che doveva andarsene per affari urgenti. Ha precedenti in questo genere di cose: nel 1960 fu processata per procurato aborto, condannata a due anni e successivamente radiata dal collegio provinciale delle ostetriche. Era stata riammessa soltanto di recente. La donna è madre di un giovane ora militare. E' ricercata dai carabinieri che devono arrestarla per ordine di cattura del vicepretore Giuliano Giuliani di Bordighera. Anche la madre di Adriana è sotto accusa: Italia Feconda — risulta — dopo la storiella della caduta, ha finito col confessare come sono veramente andate le cose ai carabinieri di Bordighera, durante l'inchiesta condotta dal capitano Gian Franco Massaro. Le si contesta da parte dell'autorità giudiziaria il favoreggiamento ed il concorso nell'aborto, con le attenuanti di «aver agito per motivi di onore». La ragazzina, in casa della Parodi, sarebbe stata costretta ad ingerire sostanze tossiche. Quali? Dovranno dirlo gli esami di laboratorio ordinati dal procuratore di Sanremo, dottor Enrico Poggi, dopo la perizia necroscopica eseguita dal professor Marcello Canale, dell'università di Genova e dal dottor Mario Lorenzi. Si sa comunque che, al momento del ricovero in ospedale, Adriana Fazzini era in stato di tossicosi da blocco renale. Spiegò il dottor Roberto Receputi, aiuto ostetrico del «S. Charles»: «Si era rotta la borsa della placenta, ma il feto era rimasto intatto. La mancanza di cure ha causato l'infezione mortale». La fine di Adriana Fazzini aveva suscitato in tutta la zona del Ponente ligure vivaci reazioni. La mattina di giovedì 21, mentre il professor Canale eseguiva l'autopsia sul corpicino martoriato da vivo da mani impietose, «Radio contro» di Ventimiglia aveva messo in onda un programma di denuncia sulla tragica vicenda. Per oltre un'ora, esponenti femministe avevano detto, senza mezzi termini, che la ragazzina era vittima di una «mammana». Il collettivo femminista di Sanremo aveva tenuto davanti alla sede municipale di Ventimiglia una manifestazione durante la quale erano stati distribuiti manifestini. Uno diceva, fra l'altro: «Basta con il silenzio, le donne continuano a morire mentre in Parlamento prevalgono i giochi di potere, mentre si è bloccata una legge di cui Adriana (aveva li anni) non avrebbe potuto nevpure usufruire». Proseguiva il volantino: «Quante sono le donne, nella nostra zona, vittime di questo stato di cose? Quanto sono le "mammane", e quanti i medici che speculano su questa situazione?». Omero Marraccini Adriana Fazzini e l'ostetrica Lorenzina Parodi (Emmeti)