Maggiori poteri alle Regioni per uno Stato più efficiente

Maggiori poteri alle Regioni per uno Stato più efficiente Il governo ha approvato la grande riforma Maggiori poteri alle Regioni per uno Stato più efficiente Il testo della legge approvato dai ministri non ancora reso noto: sarebbe però conforme a quello varato dalla Commissione, ciò dimostrerebbe che è stato rispettato l'accordo raggiunto dai partiti - Gli effetti del decreto delegato dal 1° gennaio 1978 Roma, 22 luglio. Il Consiglio dei ministri ha approvato stasera i decreti delegati previsti dalla legge n. 382 del 22 luglio 1975 per completare il trasferimento alle Regioni ed ai Comuni di poteri e funzioni finora esercitati dallo Stato. E' la conclusione della lunga battaglia politica in favore delle autonomie locali e, avviando concretamente il decentramento dello Stato, rappresenta la piena attuazione, a trent'anni dalla promulgazione, della Carta Costituzionale. La carica rinnovatrice che il provvedimento contiene è enorme. E' stato definito la «riforma delle riforme», in grado di «colpire a fondo il vecchio Stato» rendendolo più efficiente e più democratico. Il testo approvato dal Consiglio dei ministri non è ancora stato reso noto. Si assicura però che si attiene a quello varato i'altra sera dalla Commissione interparlamentare per le Regioni: ciò viene addotto come dimostrazione che il governo ha inteso rispettare l'accordo raggiunto dai partiti su questo punto fondamentale. La riunione del Consiglio è stata assai lunga. Cominciata alle dieci del mattino, è terminata a tarda sera per consentire un esame dettagliato dei 138 articoli del decreto-delegato più importante. Alla riunione erano presenti anche i ministri Donat-Cattin e Marcora (mancava solo Cossiga, andato in Sardegna a rappresentare il governo ai funerali della vedova dell'ex presidente della Repubblica Antonio Segni), ma non sembra che siano sorti grossi contrasti. I ministri dell'Industria e dell'Agricoltura che, in passato, avevano criticato alcune proposte della commissione, hanno finito con l'accettare le nuove norme che, del resto, tenevano conto in gran parte dei rilievi mossi dal governo alla prima ste^ sura. La prima bozza di decreto presentata dal governo per l'attuazione della legge n. 382 era stata sostituita integralmente da un testo redatto ex novo in sede parlamentare. A quel testo, con una riunione che fu forse la più lunga e la più tormentata del dopoguerra (18 ore), il Consiglio dei ministri, propose molti emendamenti molti dei quali sono stati accolti dalla commissio ne in «seconda lettura». Il decreto delegato, che dovrà essere firmato dal Presidente della Repubblica entro il 25 luglio, comincerà ad esplicare i suoi effetti a partire dal primo gennaio 1978, per completarli dal primo gennaio 1979. Esso è completato da altri due, approvati anch'essi stasera dal Consiglio dei ministri, che fissano le norme per il personale delle amministrazioni centrali e degli uffici periferici soppressi per il passaggio delle funzioni alle Regioni. Si tratta di 15 direzioni generali e i loro dipendenti potranno essere assegnati ad altre direzioni generali o passare con il loro consenso alle dipendenze delle Regioni. Le direzioni generali soppresse sono così ripartite: tre del ministero dei Lavori pubblici, due degli Interni, due della Pubblica Istruzione, tre dell'Agricoltura ed una per ciascuno dei ministeri della Sanità, dei Trasporti, del Turismo, dell'Industria e del Lavoro. In seguito a questi provvedimenti, lo Stato non svolgerà più un ruolo preponderante nel campo della beneficenza pubblica, dell'istruzione artigiana e professionale, dell'assistenza scolastica, dei beni culturali, delle fiere e mercati, del turismo, dei trasporti, della viabilità, del demanio marittimo, lacuale e fluviale, delle acque minerali e termali, delle cave e torbiere, dell'artigianato, delle Camere di commercio, delle agricolture e foreste, dell'assetto del territorio e della tutela dell'ambiente dall'inquinamento. Su queste materie conserverà soltanto la prerogativa di indirizzo e di coordinamento, come d'altra parte su tutta l'attività regionale in relazione alle esigenze di carattere unitario, agli obiettivi del programma economico nazionale ed agli impegni derivanti dagli obblighi internazionali. Su tutte le materie trasfeGianfranco Franci (Continua in 2* pagina) in quarta colonna)

Persone citate: Antonio Segni, Cossiga, Donat-cattin, Marcora

Luoghi citati: Roma, Sardegna