Costo vita: +0,68% di Francesco Forte
Costo vita: +0,68% Costo vita: +0,68% (Segue dalla 1* pagina) alimentari, si sono attenuati. Se i prezzi di molti generi alimentari, nell'ultimo mese, hanno registrato un rallentamento, rispetto al precedente ritmo di elevati, continui rincari, ciò non è dipeso tanto dalla buona stagione (che spesso non vi era) quanto dal fatto che il consumatore, preso nella morsa dei rincari, ha ridotto la domanda e questo ha agito nel senso del contenimento relativo dei prezzi. La seconda considerazione che si deve fare è che, comunque, il settore che ha avuto un aumento più consistente, nel giugno-luglio, è stato — assieme alle abitazioni — proprio quello degli alimentari: ma in aree che non sono mai interessate né in un senso né nell'altro alla componente stagionale. Infatti, vi è stato un aumento del 7 per cento del cacao, dovuto al rincaro all'origine; un rincaro dello zucchero del 9,8 per cento dovuto al ritocco del prezzo controllato, per tenere conto dei maggiori costi che riguardano, in generale, questo prodotto, in rapporto anche alla bieticoltura, e nel quadro delle direttive agricole della Cee; nonché un rincaro del 2,73 per cento dei succhi di frutta che, certo, non è legato alle vicende delle varie stagioni; mentre pure l'aumento dello 1,17 per cento del caffè è dovuto, a un nuovo rialzo all'origine (ma adesso, all'origine, il caffè sta scendendo in misura sensibile: speriamo che il commercio interno sia abbastanza pronto a registrare tale Inversione di tendenza). La causa statistica più consistente della moderazione dell'aumento medio dei prezzi nel periodo in esame è costituita dalla stazionarietà del settore «beni e servizi vari»: credo che si possa affermare che questo è un grosso successo, in quanto si tratta di un assieme molto variato di prodotti, che si riferiscono a diversi rami dell'industria, dell'artigianato, dei servizi professionali e d'altra natura. Su questo ampio fronte, la precedente fiammata inflazionistica, evidentemente, si è assopita. Anche il capitolo dell'abbigliamento è fra quelli che hanno avuto un aumento molto modesto: esso è solo dello 0,33 per cento. Su base annua, si tratta di una percentuale di aumento del 4,5 per cento, cioè a dire di una di quelle variazioni di prezzi che, con i tempi che corrono, viene considerata praticamente un «miracolo economico», di quelli riservati oramai solo alla Germania. Ma non ci si deve nascondere che la relativa stasi dei prezzi di questo settore dipende dalla caduta della domanda, che è stata fortissima e che ha messo in crisi la produzione e anche parecchie aziende commerciali, spingendo a svendere. Se si tenesse conto adeguatamente delle campagne di «saldi» e «liquidazioni» che sempre più si susseguono, con ogni pretesto, in negozi grandi, medi e piccoli e nelle boutiques, probabilmente l'indice dei prezzi di questo settore sarebbe in diminuzione. In conclusione, i dati più recenti fanno vedere che vi è un problema di costo della vita là dove esistono strozzature (come certi alimentari e le abitazioni) dovute a fattori internazionali o a carenza pressoché strutturale dell'offerta, ma che la dinamica dei prezzi si è molto calmata nel resto dei comparti. L'ottimismo che da ciò può derivare, per l'aspetto monetario e valutario, sarebbe maggiore se non dovessimo considerare che il contenimento dei prezzi si accompagna a consistenti sacrifici delle imprese, premute da aumenti di cosci maggiori e soprattutto dalla riduzione di domanda, che ne causa un rallentamento della produttività. Comunque, dopo tutti i rincari che il consumatore ha subito nei mesi precedenti, questa piccola boccata di ossigeno di giugno-luglio che si spera sia seguita da una analoga il prossimo mese, appare come una necessaria «quiete dopo la tempesta»: con l'auspicio che a settembre la tempesta non riprenda. Francesco Forte (Altro servizio a png. 4).
Luoghi citati: Germania
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