Non tutti approvano, ma la base è con Zaccagnini, Andreotti, Moro di Franco Mimmi
Non tutti approvano, ma la base è con Zaccagnini, Andreotti, Moro Bilancio della "382„ alla Direzione democristiana Non tutti approvano, ma la base è con Zaccagnini, Andreotti, Moro Roma, 21 luglio. I nodi interni della democrazia cristiana verranno pettinati sabato dalla direzione del partito. Riguardano in massima parte la legge 382, che regola il passaggio alle Regioni di vasti poteri fin qui esercitati dallo Stato e che riceverà domani l'imprimatura del Consiglio dei ministri. Di questa legge, un punto chiave della grande intesa a sei partiti, gli unici contenti senza riserve sono stati i comunisti. I socialisti, contrari già al testo, sono tanto più insoddisfatti perché l'accordo tra de e pei rinnova e rafforza in loro l'impressione che l'intesa a sei sia in realtà un'intesa a due. Quanto alla de, che all'interno del partito vi fosse disaccordo sulla 382 fu già chiaro venerdì scorso, quando la Camera approvò la mozione congiunta sul programma raggiunto dopo tante laboriose trattative: fu proprio sulla 382, infatti, che maggiore fu il numero di franchi tiratori. E per quanto discrete siano state, anche le numerose riunioni che Morlino, ministro per le Regioni, ha dovuto presiedere in casa democristiana prima che si giungesse all'accordo col pei indicano un « non-assenso » interno. Sabato, alla direzione, si tratterà, per Zaccagnini, Andreotti e Moro, di far rientrare queste opposizioni, che sarebbero in parte dovute, si dice in piazza del Gesù, a « cattiva informazione ». In altre sedi si commenta la cosa diversamente, e si sostiene che gli oppositori democristiani della 382 erano informati benissimo, e avevano capito perfettamente come la nuova legge, soprattutto con la soppressione di enti inutili, sottraesse loro poteri e clientele. « Lo dimostra il fatto — sosteneva con cattiveria un parlamentare socialista — che i dissidenti de sono tutti fanfaniani ». Chi è vicino alla segreteria de ostenta tuttavia grande ottimismo per la riunione di sa¬ bato: risulta che le reazioni provenienti dalla base del partito che si vanno registrando in tutta Italia siano assai più favorevoli all'intesa raggiunta con i comunisti e gli altri quattro partiti di quanto non ci si attendesse. Forti di ciò, i fedeli del trio Zaccagnini-Andreotti-Moro ricordano ai colleghi che pensavano di farsi un'arma della 382 come le origini della democrazia cristiana siano proprio regionalistiche. Il lavoro di rinsaldamento delle fila democristiane non finirà però con la direzione di sabato: si prevede fin da ora, che su base più allargata, qualche frangia dissenziente resterebbe. Essa sarà pertanto affrontata e sottomessa nella riunione del Consiglio nazionale del partito, la cui data sarà decisa dopodomani ma che non dovrebbe cadere più in là degli ultimi giorni di luglio (29-31) o dei primissimi di agosto. Pare che sabato la direzio- ne de discuterà anche il possibile rinvio alla primavera del '78 delle elezioni amministrative parziali previste per il 6 novembre (4 milioni di elettori). Esse verrebbero unificate con quelle in programma per maggio - giugno (6 milioni di elettori). Di questo argomento si parlerà già domani al Consiglio nazionale del partito repubblicano, che potrebbe presentare entro la fine del mese una sua proposta di legge in questo senso. Dunque, esclusa una minoranza (per ora), la de è compatta dietro l'intesa a sei, che molti particolari dicono forte (per esempio, l'accordo raggiunto stanotte alla Regione Lazio per un'« intesa istituzionale » tra i partiti della maggioranza di sinistra e la democrazia cristiana). I comunisti, dal canto loro, che hanno concluso oggi i lavori del Comitato Centrale, sono impegnati nel doppio compito di affermare la fondatezza della propria soddisfazione per la legge 382 e di rassicurare i socialisti. Il sen. Cossutta, responsabile del pei degli enti locali, ha ribadito oggi che la riforma introdotta da questa legge è di grande portata, e che « sono perciò poco responsabili gli atteggiamenti tendenti a sminuirne il valore». Infatti, anche se in alcune materie le soluzioni adottate non corrispondono alla formulazione originale della commissione, esse rappresentano tuttavia, a giudizio di Cossutta, « un forte progresso rispetto alla situazione presente ». Il compito di rassicurare i socialisti è toccato invece a Galluzzi, il quale ha affermato che per attuare il programma concordato è necessaria la mobilitazione non solo del pei, ma anche degli altri partiti dell'intesa. Una intesa il cui merito spetta in buona parte al psi, visto che esso ha posto « per primo il problema della partecipazione del partilo comunista alla maggioranza e al governo, rifiutando ogni altra ipotesi politica ». Lodi anche per i repubblicani, che da due anni hanno fatto « della piena assunzione di responsabilità di governo da parte dei comunisti uno dei punti essenziali della loro linea politica». Franco Mimmi
Persone citate: Andreotti, Cossutta, Galluzzi, Morlino, Moro, Zaccagnini
Luoghi citati: Italia, Regione Lazio, Roma
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